Lugano

Troppi allievi in mensa? La polemica è servita

Una e-mail del Servizio extrascolastico chiede ai genitori di non mandare i propri figli al refettorio di Davesco se non strettamente necessario per motivi di lavoro
© CdT/ Chiara Zocchetti
Giuliano Gasperi
12.09.2023 06:00

Pranzi indigesti alle scuole di Davesco-Soragno. Non stiamo parlando dei piatti che i cuochi, ogni giorno, preparano con cura ai loro piccoli commensali. L’indigestione è organizzativa, e ad averla è stata la Città di Lugano. In una e-mail ai genitori, il Servizio extrascolastico ha lamentato «un aumento notevole» di bambini provenienti da Cadro nella mensa di Davesco-Soragno, «tanto da arrivare al limite della capienza del pulmino», chiedendo la collaborazione di mamme e papà «per limitare la presenza in mensa dei propri figli alle strette necessità lavorative, essendo il servizio concepito essenzialmente per favorire la conciliabilità lavoro-famiglia». L’ufficio comunale ha garantito che «nessun bambino verrà escluso dal servizio», riservandosi tuttavia la possibilità, se la situazione non migliorerà, di «riesaminare le richieste d’iscrizione in base all’orario di lavoro e alle percentuali segnalate al momento della registrazione» e di effettuare «controlli puntuali per assicurare che la frequenza in mensa sia mantenuta allo stretto necessario». Lo scritto ha provocato una seconda «indigestione»: quella dei vari genitori che l’hanno ricevuto e non l’hanno gradito per diverse ragioni, dai toni alla possibilità che i propri figli non possano più frequentare la mensa (si legge che nessun bambino verrà escluso «a priori», non in modo assoluto).

Cosa chiedevamo
Sul caso abbiamo chiesto un commento alla Città (i servizi interessati hanno fatto riferimento al capodicastero Lorenzo Quadri) ma non abbiamo ricevuto risposta in tempi utili per andare in stampa (aggiornamento: ecco le risposte della Città). Chiedevamo, ad esempio, se il servizio alla mensa di Davesco-Soragno verrà potenziato, e con quale investimento finanziario. Come potrebbero essere effettuati i controlli citati nella e-mail garantendo il rispetto della sfera privata. Se in casi come questo, nel dubbio, non sia preferibile sbagliare per eccesso, accettando cioè più bambini del dovuto, che per difetto. Anche perché la ricerca di una maggiore conciliabilità fra vita familiare e professionale è una delle Linee direttive della Città, che la sostiene «tramite un adeguamento delle strutture extrascolastiche» e «adatta l’attività del doposcuola e della scuola dell’infanzia a orario prolungato in base alle necessità». Resta infine una prospettiva da considerare, forse la più importante: quella dei bambini. Se alcuni venissero esclusi, come prenderebbero il fatto di non potersi più aggregare ai loro compagni?