Lugano

Un cerottone da 12 milioni per il Palazzo di giustizia

Il Consiglio di Stato pressa la Commissione gestione e finanze sul progetto per la nuova sede – Nel frattempo occorre sistemare quella attuale
©Gabriele Putzu
Nico Nonella
06.02.2023 06:00

Che l’attuale Palazzo di giustizia in via Pretorio non sia più nel fiore degli anni non è certo un mistero. La vetusta struttura in cemento armato, che ospita Polizia, Ministero pubblico e Magistratura giudicante, accusa il peso del tempo. Agli interni non più recentissimi si aggiunge la leggenda metropolitana – che tanto leggenda non è, come dimostra una foto che abbiamo nel nostro database datata 5 agosto 2016 – sugli allagamenti degli archivi nelle giornate di pioggia particolarmente intensa. Insomma, come avrete intuito, il palazzone grigio fumo ha bisogno di un restyling. A dirlo è anche il Consiglio di Stato in uno scritto indirizzato alla Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio. Lo stabile, si legge, «ha oramai ampiamente superato la fine del suo ciclo di vita».

Sul tavolo della politica, lo ricordiamo, è da anni fermo il progetto Città della Giustizia: un investimento da oltre 200 milioni di franchi per insediare la Magistratura giudicante negli spazi dello stabile EFG – da acquistare per circa 80 milioni di franchi – e consegnare a quella inquirente e alla Polizia cantonale un edificio, quello di via Pretorio, ristrutturato e riadattato. Negli scorsi mesi Governo e Commissione si erano scambiati innumerevoli messaggi, con il Consiglio di Stato che aveva più volte assicurato come gli spazi dell’edificio progettato da Mario Botta sarebbero stati occupati senza sprechi.

Nell’ultima missiva, datata 1. febbraio, che abbiamo potuto visionare, viene ribadito che lo stabile EFG «rimane l’unica soluzione attuabile in centro a Lugano per trasferire la sede della Giustizia cantonale in un immobile istituzionalmente rappresentativo e adeguato». In attesa di capire se il dossier si sbloccherà nelle prossime settimane – lo scorso luglio anche il sindaco Michele Foletti, da queste colonne, aveva difeso il progetto, e Matteo Quadranti (PLR), relatore del rapporto insieme a Michele Guerra (Lega), da noi contattato, aveva confermato che era sua intenzione ultimare il preavviso entro carnevale – torniamo per un momento alla situazione di Palazzo di Giustizia.

Cosa c’è da fare

Parliamo di un immobile che «fino ad almeno il 2030 dovrà ancora garantire la possibilità alle autorità giudiziarie, alla Polizia ed altri servizi dello Stato di operare con la necessaria sicurezza e fruibilità». E viste le condizioni in cui versa, sono necessari «importanti interventi di manutenzione straordinaria per poterne prolungare la funzionalità secondo standard minimi». Detto in soldoni: un cerotto da almeno 12,4 milioni di franchi. Un rapporto della Sezione della logistica e del Centro dei sistemi informativi spiega in dettaglio dove occorrerà agire «al fine di ovviare, per quanto possibile, allo stato precario e di degrado dello stesso immobile, sia per l’utenza sia per chi vi lavora». Oltre a interventi per così dire infrastrutturali bisognerà aggiornare «la rete informatica, la quale permetterà anche di ottenere l’infrastruttura tecnica necessaria all’introduzione del progetto federale Justitia 4.0».

Ma attenzione: gli investimenti, stimati come detto in 12,4 milioni di franchi, «permetteranno unicamente di prolungare la durata di vita dell’edificio, senza migliorarne il comfort». E poi «non potranno essere valorizzati nell’ambito della ristrutturazione completa». In altre parole, non si tratta di anticipi dell’investimento globale, bensì di uscite necessarie a tamponare l’attuale situazione di decadimento. E se dopo questi cerotti si aspetterà ulteriormente – fa capire il Governo – poi ne serviranno altri. E altri ancora.

Infine, il Consiglio di Stato sottolinea «come i lavori per il mantenimento infrastrutturale avverranno con la presenza operativa degli utenti del palazzo, con gli inevitabili disagi che i vari cantieri interni creeranno a chi opera a favore della Giustizia cantonale; infatti, ad oggi, non esistono soluzioni a brevissimo termine per collocare i vari servizi attivi a Lugano». Dei 12,4 milioni di franchi citati, circa quattro serviranno per un aggiornamento dell’informatica, mentre i restanti 8,4 per opere strutturali. La tabella allegata alla lettera del Governo cita ad esempio i 100 mila franchi necessari per il risanamento delle facciate in calcestruzzo, i 700 mila per la climatizzazione e i 400 mila per le condotte di scarico. Le spese più corpose riguardano il rifacimento della stratigrafia di copertura dei tetti piani (1,5 milioni di franchi) e l’eventuale rinnovamento delle toilette (1,2 milioni). Insomma, un bel lifting. Interno ed esterno.

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