Bruxelles

Ungheria: la Commissione UE propone il taglio dei fondi di coesione

La misura, pari a 7,5 miliardi di euro, è stata presentata dato che «permane» il rischio posto al budget europeo nel quadro delle violazioni allo stato di diritto – La replica di Budapest: «Speriamo di chiudere la vertenza entro novembre»
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Ats
18.09.2022 11:34

(Aggiornata alle 14.19) La Commissione Europea propone il taglio del 65% dei fondi di coesione dell'Ungheria (pari a 7,5 miliardi di euro) perché il rischio posto al budget UE nel quadro delle violazioni allo stato di diritto «permane», nonostante le misure promesse dal governo di Budapest di sistemare i problemi indicati dalla Commissione.

«La decisione odierna è una chiara dimostrazione della volontà della Commissione di proteggere il bilancio dell'UE e di utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per garantire questo importante obiettivo», ha detto il Commissario Johannes Hahn, responsabile per il Bilancio e l'Amministrazione. «Questo passo si basa su un intenso dialogo tra la Commissione e le autorità ungheresi negli ultimi mesi, che ha portato l'Ungheria a proporre una serie di misure correttive per affrontare le preoccupazioni individuate dalla Commissione quando il processo è stato formalmente avviato il 27 aprile di quest'anno», nota l'esecutivo UE.

In un briefing tecnico la Commissione ha poi precisato meglio la natura dei tagli proposti. In totale i fondi di coesione destinati all'Ungheria ammontano a 21-22 miliardi di euro. Nel mirino sono finiti tre progetti specifici - particolarmente esposti alla procedura degli appalti pubblici e dunque a rischio - con un budget totale di 11 miliardi di euro. La scure del 65% si applica su questi progetti, arrivando alla cifra di 7,5 miliardi di euro. Rispetto dunque al totale dei fondi di coesione, in base al meccanismo di condizionalità attivato da Bruxelles circa un terzo dei finanziamenti (ovvero il 33%) potrà essere potenzialmente bloccato. Minaccia che, a quanto pare, è stata però sufficiente a mutare l'atteggiamento di Budapest. Nel corso dell'estate, infatti, le autorità ungheresi si sono mostrate «collaborative» e hanno proposto 17 misure che, «se attuate», possono in teoria risolvere il contenzioso. «Tutto sta in come procederà la stesura dei testi legislativi», ha commentato un funzionario UE.

La palla ora passa al Consiglio, che ha un mese di tempo, dunque il 18 ottobre per esprimersi e decidere se adottare i tagli (vige la maggioranza qualificata). La scadenza però è del tutto fittizia. Il Consiglio infatti ha due mesi di tempo extra da prendersi, in casi particolari, e la Commissione ha già chiesto l'estensione, poiché le misure promesse da Budapest sono di natura «complessa» e serve tempo per la loro implementazione (nonché successiva valutazione). Il D-Day per l'Ungheria dunque si sposta al 18 di dicembre: entro quella data la Commissione valuterà se Budapest ha mantenuto le promesse e il Consiglio prenderà la conseguente decisione, sulla base di quelle valutazioni. Ma non solo. Il Consiglio, se l'Ungheria non sarà adempiente, potrebbe in linea di principio decidere una 'punizione' più severa e aumentare la percentuale di blocco dei fondi.

«Speriamo di chiudere la vertenza entro novembre»

Il governo ungherese di Viktor Orban dice di voler chiudere entro novembre la vertenza politica con l'UE che rischia di costarle un taglio ai fondi europei. Lo ha detto Gergely Gulyas, ministro della presidenza del Consiglio dei ministri.

Budapest intende fare alcune «concessioni», un pacchetto di leggi a suo dire «concordato con Bruxelles» che comprende l'istituzione di un'autorità indipendente anti-corruzione, una riforma degli appalti e altre misure in chiave della lotta alla corruzione.

«Dopo trattative intense con la Commissione europea, abbiamo accettato le richieste proposte per ridurre i rischi di tagli al budget UE» con «compromessi accettabili sulle questioni sensibili», ha detto. «Queste leggi entreranno in vigore entro novembre, e così potremo concludere la procedura sul meccanismo di condizionalità per la difesa dei fondi», ha detto Gulyas.

La Commissione europea ha proposto il taglio del 65% dei fondi di coesione, pari a 7,5 miliardi di euro e la sospensione del Pnrr per l'Ungheria, con altri 5,8 miliardi di euro. La perdita definitiva di questi fondi sarebbe un colpo fatale per il governo di Orban.