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Zelensky: «Da inizio guerra la Russia ha lanciato 5 mila missili»

Lo ha detto il presidente ucraino parlando all'American Enterprise Institute World Forum, secondo quanto riportato da Ukrinform — TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Zelensky: «Da inizio guerra la Russia ha lanciato 5 mila missili»
Red. Online
11.03.2023 08:08
21:30
21:30
«Prepariamo azioni attive contro i russi»

La Russia «è diventata sinonimo di terrore, e sarà un esempio di sconfitta e giusta punizione per questo terrore. La punizione che il Cremlino non può fermare». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale, sottolineando che Kiev prepara «azioni attive» contro Mosca.

«Grazie a tutti coloro che stanno convincendo il mondo che è necessario mostrare più determinazione in questo momento! Ora, mentre stiamo preparando le nostre azioni attive contro l'occupante, in modo che ogni colpo agli ucraini sia responsabilità dello Stato terrorista», ha affermato.

Intanto, oggi le forze russe hanno perso più di 500 soldati, tra morti e feriti, nella battaglia per conquistare Bakhmut. Lo ha dichiarato Serhiy Cherevaty, portavoce del raggruppamento orientale delle forze armate dell'Ucraina, citato da Ukrainska Pravda. «Durante i combattimenti, 221 nemici sono stati uccisi e 314 feriti», ha affermato.

Il portavoce ha dichiarato che nella giornata ci sono stati 53 ingaggi nell'area, di cui 23 all'interno della città devastata, aggiungendo che le forze russe hanno bombardato il fronte di Bakhmut 157 volte.

21:25
21:25
«Una controffensiva ucraina a est non è lontana»

Il comandante delle forze di terra ucraine, Oleksandr Syrsky, ha dichiarato che la battaglia per Bakhmut ha aiutato a guadagnare tempo in preparazione di una controffensiva ucraina a est, che «non è lontana».

«I veri eroi ora sono i difensori che tengono sulle spalle il fronte orientale e infliggono le perdite più pesanti possibili senza risparmiare né se stessi né il nemico», ha detto Syrsky.

«È necessario guadagnare tempo per costruire riserve e lanciare una controffensiva, che non è lontana». I militari hanno affermato che Syrsky si trovava «nell'area più importante» della linea del fronte ma non hanno fornito ulteriori dettagli.

20:56
20:56
Prigozhin: «Ci servono diecimila tonnellate di munizioni al mese»

Il gruppo Wagner ha bisogno di circa 10.000 tonnellate di munizioni ogni mese per combattere. A dichiararlo è il fondatore dei mercenari russi, Yevgeny Prigozhin, in un video pubblicato oggi su Telegram citato dall'agenzia turca Anadolu.

Alla domanda sul perché si lamenti delle scarse scorte di munizioni dell'industria della difesa russa e non le acquisti lui stesso, Prigozhin ha detto che se acquistasse tutto con i suoi soldi per lui sarebbe come agire da Stato e «non un business».

Prigozhin ha poi confutato le accuse secondo cui sarebbe in combutta con le autorità ucraine per lasciare il campo di battaglia «al momento giusto» in cambio di «soldi e revoca delle sanzioni».

«Non vado da nessuna parte», ha detto. «La domanda è: chi ha preso i soldi quando abbiamo "fatto un gesto di buona volontà" e abbiamo ceduto Kherson, la regione di Kharkiv e molti altri (territori)?», ha aggiunto, in una implicita critica ai capi militari russi.

20:52
20:52
Prigozhin: «Nel 2024 mi candido alla presidenza dell'Ucraina»

Il capo dei mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha affermato che intende candidarsi alla presidenza dell'Ucraina nel 2024 contro l'attuale capo di Stato Volodymyr Zelensky, in un video pubblicato oggi su Telegram.

«Sto facendo coming out politico. Guardando tutto intorno a me, ho ambizioni politiche. Ho deciso di candidarmi alla presidenza nel 2024. Alla presidenza dell'Ucraina», ha detto Prigozhin, citato dall'agenzia turca Anadolu.

Il leader mercenario ha detto che si aspetta di competere con l'ex presidente ucraino Petro Poroshenko e contro Zelensky. «Se vinco le elezioni presidenziali in Ucraina, allora andrà tutto bene, ragazzi, le granate non saranno necessarie», ha detto.

20:50
20:50
«Impediamo l'espulsione dei religiosi fedeli a Mosca dal Monastero delle Grotte di Kiev»

Il patriarca di Mosca Kirill lancia un appello a papa Francesco, al segretario generale dell'Onu Antonio Guterres e alla comunità internazionale per impedire l'espulsione dei religiosi della Chiesa ortodossa ucraina rimasti fedeli a Mosca dal conteso Monastero delle Grotte di Kiev. Lo riferisce la Tass.

«È deplorevole che, mentre la leadership ucraina dichiara il proprio impegno nei confronti delle norme democratiche, della via europea allo sviluppo, del rispetto dei diritti umani e delle libertà, questi stessi diritti e libertà vengano violati oggi nel modo più oltraggioso», ha affermato Kirill secondo la Tass che cita il sito del patriarcato di Mosca.

Il complesso millenario di Kyiv Pechersk Lavra, che comprende il Monastero delle Grotte, affacciato sulla riva del Dnepr, era considerato il quartier generale della Chiesa ortodossa fedele al Patriarcato di Mosca. Alla fine del 2022 il monastero è passato sotto la giurisdizione del governo ucraino e affidato alla Chiesa ortodossa autocefala ucraina.

20:38
20:38
Zelensky valuta di ridurre la Russia a «Moscovia»

Il conflitto tra Russia e Ucraina non è fatto solo di missili e bombe ma si combatte anche sul terreno della Storia. L'ennesima dimostrazione viene dalla possibilità che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky cambi il nome della Russia trasformandolo in «Moscovia», come il granducato medievale con sede nell'attuale capitale che precedette la nascita dell'impero.

Se lo faranno, ha risposto l'ex presidente russo Dmitry Medvedev, l'Ucraina verrà chiamata «Il sudicio Reich di Bandera», il nazionalista ucraino anti-russo che durante l'invasione nazista dell'Urss si alleò con Hitler.

Tutto nasce da una petizione che sul sito di Zelensky ha raccolto 25.000 firme. Il presidente ha quindi incaricato il suo primo ministro, Denys Shmygal, di studiare la fattibilità del cambiamento di nome, «sul piano del contesto storico e culturale e tenendo conto delle possibili conseguenze legali internazionali». In sostanza si tratterebbe di un modo per ridimensionare lo status della Russia - il più grande Paese al mondo - da potenza internazionale a piccolo entità periferica. Molto meno anche rispetto alla definizione di «potenza regionale» usata dall'allora presidente americano Barack Obama, già difficile da digerire per Vladimir Putin.

La proposta è stata accolta con sdegno da Mosca. «Questa è una nuova prova che c'è un tentativo di creare un'anti-Russia a partire dall'Ucraina», ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. Mentre Leonid Slutsky, capo del Partito Liberaldemocratico e presidente della commissione Esteri della Duma, liquida l'annuncio come questione da discutere in «un consiglio di psichiatri ed esperti di stupefacenti», vista la «la dipendenza dalla droga del leader ucraino».

Ma la bordata più fragorosa, come spesso succede, arriva da Medvedev. «Il supremo nazista di Kiev - scrive su Telegram l'ex presidente russo - ha dato ordine di lavorare al cambiamento del nome da Russia in Moscovia». In tal caso la risposta russa dovrebbe essere quella di chiamare l'Ucraina «il sudicio Reich di Bandera». Un'espressione scritta in tedesco, «Schweinisch Bandera-Reich». Il riferimento è a Stepan Bandera, la cui figura ha goduto di una rivalutazione in Ucraina in funzione anti-russa, con l'erezione di statue e l'intitolazione di strade e piazze, mentre il suo ritratto appare sulle divise dei soldati di alcuni reparti. Immagini abilmente sfruttate dalla propaganda russa per denunciare il pericolo neonazista a Kiev.

Il nome di Moscovia era usato per il Granducato di Mosca, che nel XV secolo emerse come la potenza dominante nell'attuale Russia europea, affermandosi come l'erede della Rus di Kiev, il regno con base nell'attuale capitale ucraina che nel 988 d.C. si era convertito al cristianesimo per volontà del suo principe Vladimir (nome sia del presidente russo sia di quello ucraino). Fu il principe Ivan IV, il «Terribile», ad essere incoronato ufficialmente nel 1547 come primo Zar (da Caesar, imperatore) della Russia.

Un altro episodio, ormai celebre, nello scontro storico-culturale tra Russia e Ucraina risale al luglio del 2021, con la pubblicazione di un saggio di Putin intitolato «Sull'unità storica di russi ed ucraini». In esso il presidente russo descriveva russi, ucraini e bielorussi come un unico popolo, metteva in discussione i confini dell'Ucraina internazionalmente riconosciuti e accusava le autorità di Kiev di una politica aggressiva contro Mosca. Un segnale di quello che si stava preparando, anche se quasi nessuno, allora, pensava ancora a un'invasione su vasta scala del Paese vicino.

20:22
20:22
Padre e bambino uccisi da un attacco ucraino a Donetsk

Un padre e il figlio di sette anni sono stati uccisi durante il bombardamento di Donetsk da parte delle forze armate ucraine. Lo riporta Ria Novosti, che cita le autorità che indagano sull'attacco.

In precedenza, il sindaco filorusso della città Aleksey Kulemzin aveva riferito di un civile ucciso nel bombardamento.

Secondo quanto riferito dalle autorità, due proiettili di calibro 155 mm hanno colpito un'impresa di autotrasporti. Le schegge hanno danneggiato un taxi, dove erano seduti il padre e il bambino, entrambi morti sul colpo. La madre e il tassista non sono rimasti feriti.

19:08
19:08
Missili su infrastrutture nella regione di Zaporizhzhia

Le forze russe hanno lanciato un attacco missilistico nella regione di Zaporizhzhia e ci sono indicazioni che un'infrastruttura considerata cruciale nell'area potrebbe essere stata colpita. Lo segnala l'amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia su Telegram, stando a quanto riferisce Ukrinform.

In particolare si ipotizza che missili S-300 siano stati lanciati contro le infrastrutture della regione e adesso i servizi competenti stanno lavorando sul posto.

I residenti locali hanno sentito forti esplosioni, seguite dalle sirene che segnalano il pericolo di raid aerei.

Intanto, Yevgeny Prigozhin, il capo del gruppo di combattenti russi Wagner, in un video pubblicato oggi su Telegram e citato dalla Cnn, ha sostenuto che i mercenari hanno un «semplice» obiettivo: non permettere la «disgrazia» della Russia nelle mani dei governi occidentali.

«Qual è il nostro obiettivo? Perché stiamo combattendo? L'obiettivo è semplice. Perché non ci sia la disgrazia delle armi russe, perché non ci sia la disgrazia della Russia», ha detto Prigozhin. «Per non portare la Russia al punto di crollare».

«Molto probabilmente questo è l'obiettivo dei servizi segreti americani e britannici, che lavorano per distruggere la Russia», ha aggiunto.

19:05
19:05
Tra le duemila e le tremila persone per la pace a Berna

Tra le 2.000 e le 3.000 persone hanno manifestato oggi a Berna in favore della pace in Ucraina. Hanno risposto all'appello di «Mass-Voll», il movimento svizzero-tedesco all'origine di molte proteste contro le decisioni del Consiglio federale durante la pandemia.

«L'obiettivo della manifestazione - ha indicato il presidente di «Mass-Voll» («la misura è colma») Nicolas Rimoldi - è di evitare le esportazioni svizzere di materiale bellico, di invitare alla revoca delle sanzioni, che nuocciono alla Svizzera, e a un cessate il fuoco».

Presenti alla dimostrazione davanti a Palazzo federale anche Michelle Cailler, l'ex portavoce degli Amici della Costituzione che si era pure battuta contro la Legge Covid-19, il consigliere nazionale Andreas Glarner (UDC/AG) e il presidente dei Giovani UDC svizzeri David Trachsel.

I loro discorsi dovrebbero essere completati dalle allocuzioni del «cospiratore» tedesco Thorsten Schulte e dello youtuber svizzero-tedesco Daniel Stricker, nei confronti del quale il Ministero pubblico turgoviese ha appena aperto un procedimento penale per «falsificazione di documenti», in relazione a un falso certificato Covid forgiato nel 2021.

Anche i «Freiheitstrychler», gruppo della Svizzera centrale che hanno manifestato spesso al suono di campanacci contro le misure governative anti-Covid, nonché il gruppo neonazista «Junge Tat» hanno espresso interesse per la manifestazione odierna.

16:26
16:26
Kiev: «Da febbraio 28 mila volontari hanno fatto domanda»

Sarebbero 28.000 i volontari che hanno presentato domanda da febbraio per entrare a far parte della Guardia d'assalto ucraina, con quasi tutte le unità già formate. Lo ha detto il ministro dell'Interno ucraino Ihor Klymenko alla televisione ucraina, secondo Ukrinform.

«Abbiamo già accettato 28.000 domande di combattenti volontari. Naturalmente, non tutti entrano in queste unità, perché il processo di selezione è abbastanza duro», ha affermato Klymenko che ha detto anche che l'addestramento sarebbe durato il tempo necessario per ottenere unità pronte al combattimento.

«Le unità sono state per lo più formate e oggi stiamo reclutando ulteriori combattenti volontari in modo da avere una riserva per il futuro», ha concluso il ministro dell'Interno ucraino.

Dal canto suo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, in un'intervista alla Bild, ha detto che la decisione di non invitare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a tenere un discorso durante la cerimonia degli Oscar è «ipocrita».

«Penso che se 'Niente di nuovo sul fronte occidentale' ricevesse un Oscar come miglior film in lingua straniera, mentre al presidente Zelensky, che è in guerra, guidando un Paese che combatte nel più grande conflitto in Europa dalla Seconda Guerra mondiale, non è permesso di parlare alla cerimonia degli Oscar, non si troverebbe un esempio migliore dell'ipocrisia dei massimi dirigenti e produttori dell'industria cinematografica», ha detto Kuleba.

«La parola ridicolo non è sufficiente per descrivere questa ipocrisia. Io non metto in dubbio la qualità del film, sto solo dicendo: gente, quando state per premiare un film sulla guerra e non vi rendete conto che mentre bevete champagne e indossate bei vestiti e diamanti, qualcuno non vuole ascoltare una vera storia di guerra che sta accadendo qui e ora, allora c'è qualcosa che non va», ha affermato il ministro.

Quest'anno per la seconda volta consecutiva l'Academy of Motion Pictures ha respinto la richiesta di Zelensky di apparire in video durante la notte degli Oscar.

15:26
15:26
Filorussi: «Civile morto in un bombardamento ucraino sul Donetsk»

Un civile è rimasto ucciso oggi in un bombardamento ucraino sul Donetsk, secondo quanto reso noto dal sindaco, Aleksey Kulemzin, attraverso il suo canale Telegram.

L'uomo, di 34 anni, è morto quando due proiettili di artiglieria ucraini sono piovuti sulla Via Yugoslavskaya, ha precisato Kulemzin, citato dall'agenzia russa Ria Novosti.

15:24
15:24
«La Russia sta esaurendo le scorte di armi»

La Russia starebbe esaurendo le scorte di armi preparate in vista della guerra e accumulate per anni. Lo ribadisce il segretario del Consiglio di Sicurezza ucraino, Alexei Danilov, citato da Ukrainska Pravda.

«I calcoli prevedevano una blitzkrieg (guerra lampo ndr.), non un "utilizzo lampo". L'economia corrotta non è in grado di fornire una copertura, l'assistenza esterna alla Russia terrorista è una questione di fondamentale importanza» ha concluso Danilov.

15:23
15:23
Prigozhin: «Le forze russe a quasi un chilometro dal centro di Bakhmut»

Il fondatore del gruppo di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha affermato che le forze russe si trovano a 1,2 chilometri dal centro amministrativo di Bakhmut. Lo riporta la Tass.

«Si tratta di un edificio di cinque piani - da cui proviene il fumo - l'edificio dell'amministrazione comunale, il centro amministrativo della città. È a un chilometro e duecento metri di distanza», ha detto Prigozhin che ha pubblicato un video sul canale Telegram del suo servizio stampa.

Il video allegato dal capo dei Wagner mostra quelle che definisce essere le ex principali aree fortificate delle forze armate ucraine, da dove controllavano la parte nord-orientale della città.

Secondo Prigozhin, le forze di Kiev cercheranno di condurre una controffensiva dal nord della città. «Per noi è importante che i combattenti coprano i nostri fianchi. Se i fianchi sono coperti, allora è tutto a posto», ha aggiunto.

13:00
13:00
Kiev: «Danni ambientali per oltre 50 miliardi»

A seguito dell'invasione russa in Ucraina sono stati causati danni all'ambiente per circa 50 miliardi di franchi. È quanto emerso - come riporta Ukrinform - a Kharkiv durante una riunione del Comitato della Verkhovna Rada per la politica ambientale e la gestione della natura.

«Contiamo ogni albero distrutto. E ogni grivna che la Federazione Russa ci pagherà per quello che hanno fatto. Ogni giorno continuiamo a registrare nuovi danni e distruzione. Secondo stime preliminari, il danno totale all'ambiente è già di oltre 2 trilioni di grivne: include l'inquinamento del suolo, l'inquinamento atmosferico, le foreste bruciate e gli edifici distrutti. La Russia sta provocando una crisi climatica, una crisi nucleare, una crisi umanitaria», ha affermato il primo viceministro dell'ambiente e delle risorse naturali ucraino Ruslan Grechanyk.

Oleksandr Filchakov, capo dell'ufficio del procuratore regionale di Kharkiv, ha aggiunto: «Registriamo e analizziamo tutti i crimini nel campo dell'ecologia, attacchi a strutture industriali, depositi di petrolio».

12:57
12:57
«Udite più di dieci esplosioni a Melitopol»

Più di dieci forti esplosioni sono state udite a Melitopol, stando a quanto riferisce su Telegram il sindaco Ivan Fedorov, scrive Ukrinform. «I residenti riferiscono di più di dieci forti esplosioni nella parte settentrionale della città», si legge nel post, ma al momento non sono emersi altri dettagli.

Intanto questa mattina le forze russe hanno bombardato con l'artiglieria il confine della regione di Sumy, scrive sempre Ukrinform citando un post su Facebook del comando operativo «Nord» ucraino.

Nell'area del villaggio di Rozhkovichi dalle 8.10 alle 8.35 sono stati registrati 23 colpi, probabilmente di artiglieria, e nella zona del villaggio di Sytne dalle 8.50 alle 8.55 i colpi registrati sono stati due.

In entrambi i casi non si sono verificate perdite di personale e mezzi. Non ci sono state segnalazioni di vittime tra la popolazione locale o danni alle infrastrutture civili.

12:55
12:55
Il Papa: «Voglio andare a Kiev, ma a condizione di visitare anche Mosca»

(Aggiornato)

«Sono disposto ad andare a Kiev. Voglio andare a Kiev. Ma a condizione di andare a Mosca. Vado in entrambi i posti o in nessuno dei due». Lo afferma papa Francesco in un'intervista per il suo decennale di pontificato rilasciato al quotidiano argentino La Nacion.

Francesco ricorda anche che il secondo giorno dopo l'invasione dell'Ucraina «sono andato in Ambasciata, mi sono offerto di andare in Russia. Il ministro (degli Esteri russo Serghiei, ndr) Lavrov mi ha risposto dicendo che mi ringraziava tanto, che ne tenevano conto ma per il momento ovviamente non era il caso. Ora, in questo momento, il Vaticano sta facendo qualcosa di più diplomatico per vedere se si può ottenere qualcosa».

Alla domanda se esista un «piano di pace» dal Vaticano, visto che Leonid Sevastianov, presidente dell'Unione Mondiale dei Vecchi Credenti, sposato con un soprano yazida, amico di Putin e Kirill, ne parla, Francesco ammette di essere in corrispondenza con Sevastianov, ma spiega: «Non un piano di pace, c'è un servizio di pace, che, a discrezione... ma ci sono diversi capi di Stato che sono interessati, giusto?».

E in che cosa consiste questo «servizio di pace»? «Un desiderio di servire la pace - replica -. Ad esempio in India, (il premier Nardenra, ndr) Modi è molto preoccupato. E Modi è un uomo equilibrato che sa chiamare perfettamente al dialogo con entrambi. Un esempio. Ci sono altri capi di Stato.»

«E sottobanco si lavora. Il mio rapporto con l'ambasciatore russo qui è eccellente. Un uomo le cui credenziali ho ricevuto sette anni fa... Beh, ora cambia, giusto? Figlio di madre ucraina, padre russo, conosce bene il conflitto. È un uomo molto serio e professionale, puoi parlare. E mentre puoi parlare, andiamo avanti».

E se sia credibile un incontro in Vaticano tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente russo Vladimir Putin, «detto così, Zelensky e Putin, non lo so. Ma è plausibile un incontro mondiale dei delegati mondiali su questo - afferma il Papa -. C'è anche un gruppo israeliano che sta lavorando su questo. Diversi che probabilmente si uniscono e possono fare qualcosa, giusto? Il Vaticano funziona».

Francesco risponde anche sul fatto di aver parlato di Putin, in altre interviste, come di «una persona colta». «È colto - ribadisce -. È venuto a trovarmi qui tre volte come capo di Stato e puoi avere una conversazione di alto livello con lui. È colto. Abbiamo parlato di letteratura una volta. Un uomo che non solo parla russo, parla perfettamente tedesco, parla inglese. È colto. Una cultura è qualcosa che si acquisisce, non è una professione morale. Sono due cose differenti».

10:20
10:20
«Ieri 71 bombardamenti a Kherson, tre morti»

Ieri nella regione di Kherson l'esercito russo ha effettuato 71 bombardamenti nei quali tre persone sono state uccise e altre cinque sono rimaste ferite. Lo ha annunciato su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale di Kherson, Oleksandr Prokudin, citato da Ukrinform.

08:18
08:18
«Da inizio guerra la Russia ha lanciato 5 mila missili»

Dall'inizio dell'invasione, la Russia ha lanciato più di cinquemila missili e più di mille droni contro l'Ucraina. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando all'American Enterprise Institute World Forum, secondo quanto riportato da Ukrinform.

«Già più di cinquemila missili russi e più di mille droni, principalmente iraniani, sono stati usati dalla Russia contro le nostre città» ha detto Zelensky, che ha concluso sostenendo che «questa è una guerra aperta di tirannia contro la libertà».

08:12
08:12
Il punto alle 8.00

Oggi, sabato 11 marzo, è il 381.giorno dallo scoppio delle ostilità in Ucraina. Ecco alcuni dei principali aggiornamenti delle scorse ore.

«L'Ucraina ha ricevuto uno dei due sistemi di difesa aerea Patriot promessi da Stati Uniti e Germania, ma non è ancora operativo ed è inoltre in attesa di alcuni lanciatori Patriot dai Paesi Bassi». Lo ha scritto ieri il Financial Times in un articolo sulla sua edizione online in cui ricorda come «il Patriot sia il sistema di difesa aerea a medio raggio più avanzato che l'Occidente possa offrire, ma non è stato testato contro i Kinzhal. Anche un sistema simile, il Samp-T, promesso da Francia e Italia, non è ancora arrivato».

Un falso allarme aereo ha interrotto improvvisamente le trasmissioni di alcune emittenti radio e tv l’altro ieri a Mosca e Yekaterinburg in seguito a quello che le autorità russe hanno subito denunciato come un attacco hacker: a riprendere la notizia sono diversi giornali, dall'agenzia ufficiale russa Tass alle edizioni in lingua russa di Bbc e Deutsche Welle. Anche nelle scorse settimane i media hanno dato notizia di falsi allarmi missilistici trasmessi in alcune zone della Russia e pure in quelle occasioni il governo di Mosca ha denunciato degli attacchi hacker.
Stando a un video dell'agenzia Moskva pubblicato online dalla testata indipendente Meduza, giovedì il falso allarme avrebbe parlato anche di «un pericolo radioattivo» (ovviamente infondato) invitando a recarsi nei rifugi, usare dei mezzi di protezione individuale e prendere pillole antiradiazioni a base di iodio. Il filmato mostra un televisore su cui viene tramessa la mappa della Russia e la scritta 'Tutti rapidamente nei rifugi!' e poi il simbolo giallo e nero della radioattività. Meduza rinvia inoltre al link di una testata locale di Yekaterinburg, E1, dove si vede un filmato simile a quello pubblicato dall'agenzia Moskva. «Questa informazione è falsa e non corrisponde alla realtà», si è affrettato a precisare il ministero russo delle Situazioni di Emergenza in un messaggio ripreso dall'agenzia Interfax riferendosi all'allarme missilistico infondato. L'ANSA ha parlato con 11 persone nell'estrema periferia sud di Mosca ma tutte hanno riferito di non aver visto il video del falso allarme. Non si sa chi vi sia dietro il presunto attacco hacker, che arriva nel pieno del conflitto in Ucraina. Alcuni messaggi contro la guerra - stando ai media internazionali - apparvero sui menu delle tv satellitari russe poco prima della parata militare del 9 maggio, giorno in cui si celebra la vittoria sovietica sulle truppe naziste e che il Cremlino usa per mettere in bella mostra le proprie armi. Anche in quel caso si suppone che si sia trattato di un attacco hacker, così come per la trasmissione dei falsi allarmi aerei del 22 e del 28 febbraio.

Gli USA e l'Unione Europea effettueranno a breve la prima esercitazione militare navale congiunta. Lo hanno fatto sapere ieri sera sapere fonti qualificate europee. I vascelli - che appartengono agli Stati membri europei e fra questi ci sarà anche una nave italiana - saranno posti sotto il comando UE e si addestreranno con le controparti americane. Il luogo della missione è al momento tenuto riservato. Ieri la Commissione Europea ha adottato una comunicazione sulla strategia rafforzata di sicurezza marittima dell'UE che prevede, anche, di «intensificare le attività in mare», pure con pattugliamenti congiunti, e «cooperare» maggiormente con i partner.