Pensieri dal battellino

Ci vuole l’imam

La rubrica di Bruno Costantini
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Bruno Costantini
26.10.2019 06:00

Dicono che non lasci entrare in chiesa i fedeli con il Mattino sotto il braccio; i leghisti insinuano pure che faccia sparire preventivamente le copie del settimanale dalla cassetta vicino alla parrocchia; in via Monte Boglia lo chiamano l’imam, da anni nel mirino della sua dirimpettaia, la municipale Roberta Pantani, rimasta a casa dal Consiglio nazionale, e del suo ex allievo Lorenzo Quadri, rieletto a Berna ma in lacrime per l’esito del suo partito. Lui, don Gianfranco Feliciani, battagliero arciprete di Chiasso, non è comunque il tipo che si faccia impressionare. Difficile dire se domenica sera, appreso degli accadimenti politici, abbia fatto intonare il te deum, perlomeno segretamente nella sua testa. Se l’ha fatto si penta: la giustizia divina serve per redimere le anime perse, non per sghignazzare delle sciagure altrui, come ricordava Gesù in croce a don Camillo. Il cuore deve restare aperto. Anche perché – ha osservato Asia con tipica sensibilità femminile guardando le impietose fotografie della giornata elettorale – la Roby e il Lorenzo magari adesso andranno a chiedere una parola di conforto all’imam. Un tozzo di pane, alla sua mensa dei poveri e dei migranti, non potrà negarlo nemmeno ai due sfortunati pellegrini della predicazione leghista. Inshallah!

Un sospiro di sollievo l’ha invece tirato un altro candidato del Mendrisiotto, il popolare-democratico Marco Romano, che fino all’ultimo ha pure rischiato di restare a casa. Un miracolato che ha sfiorato il dramma finale dopo il fallito tentativo di conquistare la sindacatura a Mendrisio andata ai liberali nel feudo pipidino. Robe da matti, da paese senza Dio. I «ballottandi» Giovanni Merlini e Filippo Lombardi non s’adombrino, ma nel Magnifico Borgo è ancora difficile parlare con serenità dell’abbraccio federale fra i due partiti che, è pur vero, suscita emozioni contrastanti sui due fronti, anche curiose. «Ul Lele che al ga na daga ’na feta e al staga sü a Carì a na in sclita», mi ha detto al porto un amico già deputato azzurro molto contrariato dalle esternazioni critiche sul PLR dell’ex consigliere di Stato radicale Gabriele Gendotti. Quasi il mondo alla rovescia.

Io e Asia siamo abbastanza «uregiatti» per non metterci becco. Però, su suggerimento del capo di questa pagina che ospita le annotazioni sulle nostre traversate, abbiamo pensato di organizzare sul battellino una grande serata di gala dedicata ai candidati che a vario titolo non hanno avuto soddisfazione dalle elezioni federali, una crociera dei trombati con vino e gazzosa per tutti dove fare debriefing e networking, scambiarsi idee per scrivere libri, riconciliarsi con se stessi e con il creato. Magari invitiamo anche l’imam Feliciani e il Lele con la slitta. E il sindaco di Lugano Marco Borradori per un saluto iniziale d’incoraggiamento e una breve relazione sugli UFO. La Marina militare statunitense avrebbe infatti le prove che esistono e a Sondrio pare che ultimamente si moltiplichino gli avvistamenti. I dirigenti della Lugano Airport SA, la comatosa LASA, hanno capito fulmineamente qual è l’innovativo business del futuro: trasformarsi in uno scalo per oggetti volanti non identificati. Finalmente un po’ di sano realismo.