Editoriale

Blatten: l'uomo e la natura ribelle

Una profonda ferita, case e il vissuto di più generazioni sepolti per sempre, un territorio stravolto, la serenità dei prati verdi e di un paesaggio idilliaco, autenticamente svizzero, cancellati
©JEAN-CHRISTOPHE BOTT
Gianni Righinetti
30.05.2025 06:00

Una profonda ferita, case e il vissuto di più generazioni sepolti per sempre, un territorio stravolto, la serenità dei prati verdi e di un paesaggio idilliaco, autenticamente svizzero, cancellati. Ma decine di vite salvate e un disperso. È il bilancio, a prima vista, dell’annunciata ed impressionante frana di terra, massi e fango che nel pomeriggio di mercoledì, praticamente in diretta, è arrivata sui nostri smartphone. Blatten, località sconosciuta come molte delle piccole realtà della nostra Svizzera, è diventata tristemente nota da settimane, con il ghiacciaio del Birch che in maniera devastante è sceso a valle.

Non è la prima e non sarà l’ultima frana di questo genere. La storia del nostro Paese è geologicamente contraddistinta da eventi di questa portata, sin dalla notte dei tempi. Ma l’accelerazione della loro cadenza non è casuale. La conformazione del territorio da una parte e gli eventi estremi, come quelli che un anno fa hanno colpito Mesolcina e Vallemaggia, ci mettono di fronte alla realtà: l’impotenza umana nei confronti della natura. In un mondo che genera la falsa illusione di dominare e controllare tutto grazie alla tecnologia e all’Intelligenza artificiale, necessita sempre più il cervello umano.

La tecnologia è uno strumento, ma l’intelletto e la ragione sono l’essenza. Quell’essenza che ha portato le autorità, nonostante la naturale riluttanza degli abitanti di Blatten, a fare evacuare il paese. Si chiama prevenzione e realismo, perché, lo abbiamo visto, quando la natura si ribella, non scherza. Ma per quelle persone, che magari hanno umanamente nutrito speranza, ora si è consumato il definitivo distacco. Si dirà che sono solo case, in realtà è vita e vissuto. Tanto più lassù, dove per rimanere un’intera vita ci vuole tanta motivazione extra.

Quello che è certo, ed è confortante, è che quella popolazione non verrà lasciata sola, non si assisterà alla sfilata dei politici solo a beneficio delle telecamere che vediamo in altre realtà dove dopo eventi naturali devastanti si proferiscono promesse a vanvera, roboanti e mai mantenute. Ma il pensiero va già tristemente, e realisticamente, oltre: dove e a chi toccherà la prossima volta? Nella speranza che la prudenza preventiva possa essere almeno pari a quella salvifica di Blatten.