Taca la bàla

Gol e carisma: ecco Benzema

Sbagliare due calci di rigore nel corso della stessa partita non è da tutti
©KEYSTONE/JUANJO MARTIN
Tarcisio Bullo
Tarcisio Bullo
22.04.2022 06:00

Sbagliare due calci di rigore nel corso della stessa partita non è da tutti e se a firmare l’exploit è un giocatore del calibro di Karim Benzema ecco che la notizia diventa quasi esplosiva. Il francese del Real Madrid si fa parare due tiri dal dischetto dal portiere dell’Osasuna nel primo quarto d’ora della ripresa e il ricordo allora va al doppio errore dell’interista Evaristo Beccalossi nel 1982 contro lo Slovan Bratislava, nei sedicesimi di Coppa delle Coppe. Errori ininfluenti: il Real Madrid ha comunque vinto la sua partita di campionato e marcia spedito verso il titolo, l’Inter riuscì a superare il turno.

Carlo Ancelotti, allenatore dei Blancos, non solo assolve il suo attaccante, ma definisce la sua partita «straordinaria» e lo conferma rigorista della squadra: «Ci fosse stato un altro rigore l’avrebbe tirato ancora lui e il prossimo sarà ancora suo».

Non c’è nulla di scandaloso in tutto questo, visto che il francese sta disputando una stagione formidabile che incita la stampa spagnola a candidarlo per il «Pallone d’Oro 2022». I numeri effettivamente sono dalla parte di Benzema: se avesse segnato anche uno solo dei due rigori calciati, il francese avrebbe messo a segno il 40° gol in altrettante partite disputate ad ogni livello di competizione. Una media stratosferica di un gol a partita, che ne fa l’attaccante più in vista in campo europeo di questa stagione e fa dire a Rio Ferdinand «Dovrebbero già incidere il suo nome sul prossimo Pallone d’Oro». Le sue triplette in Champions League contro PSG e Chelsea gli consentono di ritagliarsi un posto nella storia - non solo in quella del Real Madrid - e col rendimento dimostrato in questi ultimi mesi dal centravanti, costituiscono una sorta di polizza assicurativa sulla vittoria in Europa dei Blancos di Ancelotti. Quanto al Pallone d’Oro, spariti ormai dai radar della Champions gli avversari più pericolosi (da Cristiano Ronaldo a Lionel Messi, da Lewandowski ad Haaland) a 34 anni Karim Benzema può certamente sognare di vincerlo, anche perché il calciatore sembra davvero aver chiuso i conti con il suo passato per lo meno discutibile per via delle vecchie amicizie con tipetti non proprio raccomandabili (ricordate l’affare Valbuena che costò a Benzema la nazionale francese?) ed ora rappresenta in tutto e per tutto un esempio da seguire, dentro e fuori dal campo.

Affinché riuscisse ad imporsi come leader dello spogliatoio del Real Madrid c’è voluto del tempo ed è stato necessario ingoiare anche qualche boccone amaro. Molti osservatori spagnoli affermano che il merito di essere riuscito a trasformare Benzema in quel campione che è oggi sia tutto da ascrivere a Zinedine Zidane. Noi siamo troppo distanti e non lo possiamo confermare, ma da quando sono partiti i vecchi leader della squadra, Cristiano Ronaldo e Sergio Ramos, Benzema è diventato un punto di riferimento per tutti i compagni, giovani e vecchi. Ha tirato la carretta muovendosi quasi nell’ombra, senza mai fare la voce grossa, dando l’esempio e ispirandosi proprio ai due ex-compagni, dai quali ha imparato a curare il proprio fisico in maniera quasi maniacale. La sua professionalità e la sua condizione atletica, dicono a Madrid, mettono in soggezione i più giovani, spronandoli a dare il meglio, e fa capire loro, soprattutto, che davanti agli interessi personali viene prima quello della squadra. Che Benzema fosse un giocatore di classe lo sapevamo tutti: che potesse trasformarsi un giorno anche in un attaccante dal piede letale di fronte alla porta, in pochi se lo aspettavano, soprattutto in questo modo, senza perdere un briciolo della sua creatività e della sua duttilità. Che sbagli due rigori in una partita è trascurabile e non fa che dar forza al testo della conosciutissima canzone di De Gregori: «Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore…».