Il commento

Lara ma non solo: più fenomeni vuol dire più attrazioni

Gut-Behrami è tornata a essere la signora del superG dopo gli exploit a ripetizione delle altre protagoniste
© EPA/CHRISTIAN BRUNA
Raffaele Soldati
15.01.2023 21:00

Quante soddisfazioni. Un successo e diversi podi. Ma quello che più conta sono le conferme. I nostri atleti ci sono eccome. Lo abbiamo capito a Wengen ma anche a Sankt Anton. E questo è un fatto confortante pensando ai Mondiali che si terranno in febbraio a Courchevel-Méribel. Andiamo con ordine e incominciamo dalle donne. Una questione di merito più che di signorilità. Nel fine settimana abbiamo rivisto una grande Lara Gut-Behrami. Nei due superG in Austria ha colto un terzo e un primo posto. La ticinese è tornata ad essere la signora della specialità.

In questa stagione Lara aveva impressionato più in gigante che nelle gare veloci e lo aveva fatto soprattutto sulla pista di Killington, negli Stati Uniti. Dopo gli exploit a ripetizione della straordinaria Mikaela Shiffrin, di Wendy Holdener, di Sofia Goggia e, tra le porte strette, della ritrovata Petra Vlhova, ecco finalmente il colpaccio di Lara. Con destrezza, forza e agilità, la bionda di Comano ha preceduto Federica Brignone, un’altra azzurra che ha cercato e ritrovato il riscatto.

Più nomi e più attrazioni vuol dire più interesse. Vedere sempre la stessa atleta sul gradino più alto del podio logora. È bello sapere che le outsider possono dire la loro e mettere un po’ di pressione a chi capeggia la classifica mondiale. Siamo appena a metà stagione ed è evidente che sarà difficile scavalcare la fuoriclasse statunitense. A Sankt Anton «Miki», reduce dal secondo posto a Flachau, però non c’era. Per lei, come per la stessa Vlhova, una pausa rigeneratrice. E questo è successo in un momento speciale della sua carriera. Sappiamo che è destinata a diventare la sciatrice più vittoriosa della storia. Davanti alla connazionale Lindsey Vonn e dietro a Ingemar Stenmark. I confronti con i campioni del passato, più o meno recente, possono essere costruttivi, rischiano però anche di ridure lo sport a numeri e statistiche.

A noi qui interessa però constatare che quando si avvicinano i grandi appuntamenti, Lara trova il modo di lanciare messaggi importanti. Lo ha fatto in passato ed è tornata a ribadire il concetto. Lei stessa, a più riprese, ha fatto notare che è difficile disimparare a sciare. Quando tutto si gioca sui centesimi di secondo, bastano minime sbavature per farti ritrovare con chi arranca. Meglio, con atlete o atleti che solo raramente riescono a far parlare di sé. Fra un decimo ed un primo posto spesso c’è un abisso. Talvolta no.

Un discorso analogo vale per gli uomini. Dalla prima gara - disputata a Sölden - ad oggi un nome è emerso su tutti. Quello di Marco Odermatt. Lo abbiamo paragonato ad un extraterrestre. E di fatto l’elvetico lo è. Osservandolo in pista, ci ha quasi sempre dato l’impressione di avere una marcia in più rispetto a tutti gli altri. Dopo le gare veloci di Wengen abbiamo capito che anche lui, seppur salendo a ripetizione sul podio (terzo in superG venerdì e secondo sabato nella discesa) deve fare i conti con altri fenomeni. Alludiamo ad Aleksander Aamodt Kilde, che a Wengen ha centrato una straordinaria doppietta riducendo di un po’ il distacco dal nidvaldese nella generale. Quello che si è appena concluso è stato soprattutto un memorabile fine settimana per i norvegesi. Tre gare e tre vittorie. Se un tempo spiccava la sfida tra austriaci ed elvetici, adesso sono gli scandinavi a rovinarci la festa. Una volta, anzi due, con Kilde. E poi con sciatori delle porte strette del calibro di Henrik Kristoffersen e Lucas Braathen. Stavolta a farne le spese è stato il vallesano Loïc Meillard. Dopo diversi podi anche il vallesano si meriterebbe di conquistare un successo pieno.

Infine una nota per Beat Feuz. No, non ci siamo dimenticati di lui. Il bernese ha salutato il pubblico del Lauberhorn con due prove eccellenti (7. in superG e 5. in discesa). Sognavamo di vedere per la quarta volta il suo nome nell’albo d’oro della libera. Ci ha provato. Non ci è riuscito. Tre successi, come quelli conquistati da Klammer non si cancellano. L’addio definitivo alle gare è per questa settimana. A Kitzbühel.