Il commento

Super campioni nei giorni speciali

Lara Gut Behrami e Marco Odermatt protagonisti negli ultimi superG della stagione di Coppa del mondo – La ticinese conquista per la quarta volta la coppa della specialità
Marco Odermatt e Lara Gut-Behrami festeggiati dopo aver conquistato le coppe del superG. © KEYSTONE/Jean-Christophe Bott
Raffaele Soldati
16.03.2023 17:30

Ci sono campioni con una notevole personalità agonistica, capaci di emergere in occasioni speciali. Lara Gut-Behrami fa parte di questo gruppo. Non si discute. Potranno piacere o non piacere certi suoi atteggiamenti, ma quando è in pista la sciatrice luganese ha spesso una, forse anche due marce in più. Non avevamo certo bisogno della sua splendida affermazione nel superG decisivo di questa lunga stagione di Coppa del mondo per capirlo. In una gara secca, dove si decideva l’attribuzione della coppa, Lara ha fatto la differenza. L’ha spuntata alla grande con una prestazione da vera campionessa. Ed è la quarta volta - dopo il 2014, il 2016 e il 2021 – che è riuscita a fare la differenza in questa disciplina.

Elena Curtoni, Ragnhild Mowinckel, Cornelia Hütter e Federica Brignone hanno accettato il verdetto. Altro non potevano fare. Eppure qualcosa in più lo hanno voluto aggiungere. A modo loro hanno trasmesso dei bei messaggi. Hanno semplicemente applaudito chi è stata più brava. Con sportività. E Lara ha accolto con molto piacere questo spirito delle avversarie. In pista tutte hanno lottato fino alla fine, con le forze disponibili, commettendo però qualche errore qua e là. Lara Gut-Behrami è stata la più veloce, la più competitiva e la più grintosa. La maestra dei superG, secondo una definizione coniata apposta per lei già nelle scorse stagioni.

Istinto, tecnica e intelligenza tattica. Tutte qualità che Lara possiede in grande quantità. Qualità combinate con l’esperienza accumulata negli anni. E sono tanti gli anni dedicati da Lara Gut-Behrami allo sci. Li ha voluti ricordare lei stessa ripercorrendo le stagioni della vita, quelle riuscite e quelle meno fortunate, caratterizzate da infortuni e inciampi. Tra i grandi pregi della nostra campionessa c’è la capacità di riposizionarsi e di dimenticare i momenti difficili. Anche questi, naturalmente, fanno parte dello sport.

Più volte abbiamo detto che i campioni, i veri campioni, si vedono anche nelle sconfitte. E questo, senza forse, è il punto debole di Lara. Oggi però si celebra una splendida vittoria. Una di quelle per le quali è giusto condividere i propri sentimenti. Soprattutto con chi segue le peripezie sciistiche dall’autunno alla primavera. E Lara ha voluto sottolineare l’importanza di chi le ha permesso di raggiungere i suoi traguardi. Festeggiare con il proprio team è importante, quanto mettersi in discussione per costruire su basi ancora più solide. Un esercizio difficile e di equilibrio. Lara avrà il tempo per lavorare anche sui questi aspetti, se è vero che continuerà a gareggiare ai più alti livelli ancora per un paio di stagioni.

Diverse sciatrici della generazione della luganese hanno già messo fine alla carriera. Lara no. Vuole rimettersi alla prova. Un segnale di sfida. In primo luogo con sé stessa. Si capisce che ama quello che fa. Se non tutto funziona per il verso giusto, ci soffre. Perché è una perfezionista. Non lo fosse non sarebbe arrivata dov’è. D’altra parte, davanti a lei, nella generale di Coppa c’è soltanto Mikaela Shiffrin, la campionessa dei record. Anche l’americana ieri si è dovuta accontentare di un ruolo marginale. Al fianco del compagno Aleksander Aamodt Kilde, Mikaela non si è tirata indietro e ha applaudito i protagonisti della giornata. Dapprima Lara. Poi, naturalmente, quel fenomeno di Marco Odermatt.

Dopo una discesa libera deludente, il nidvaldese si è subito riscattato e ha firmato l’ennesimo superG. Una gara tutta d’attacco nella quale si è capito che la stagione per lui non si è ancora conclusa. Davanti a sé ha ancora una gara, il gigante di domani, che potrebbe regalargli un primato storico: il record di punti nella generale di Coppa del mondo detenuto da Hermann Maier. L’austriaco ne aveva totalizzati 2000 nella stagione 1999-2000. Marco potrebbe andare oltre. Questa è la sua nuova scommessa. Quasi un gioco. Nessun dramma se non dovesse riuscirci. Però ci proverà perché il fuoco sacro del campione continua ad ardere fino all’ultima gara.