La posta di Carlo Silini

Ma ha senso odiare un Paese per qualche multa?

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©Chiara Zocchetti
Carlo Silini
17.09.2022 06:00

Mi definisco un turista viaggiatore e la Svizzera è stata una delle mie destinazioni preferite degli ultimi anni. Lugano, Zermatt, St. Moritz , Lucerna ed il Lago dei 4 Cantoni , quest’anno la ciclabile del Lago di Costanza. Due multe per un totale di 280 euro per due eccessi di velocità in autostrada dove il limite ho scoperto può essere di 80 km orari.Due multe, ricevute dal Cantone dei Grigioni (velocità di ben 91 km/h) e dal Canton San Gallo (velocità da record di 103 km/h). Aspetto la probabile terza dal Canton Ticino. Ragioni di sicurezza? Non credo proprio, autostrada assolutamente lineare, traffico regolarissimo. Ragioni legate all’ecologia? Per chi crede alle favole…

Senza girarci intorno, la verità è che i Cantoni hanno trovato il modo di fare cassa con chi non si aspetta un limite di velocità immotivato ed ingiustificabile, fondamentalmente sprovveduti viaggiatori stranieri come il sottoscritto. Politica miope e stupida. Tre persone, la mia famiglia, di sicuro non effettueranno più vacanze in Svizzera, quindi meno introiti dalla tassazione su ricettività, ristorazione, souvenir. Di sicuro non prenderò in considerazione l’acquisto di nessun bene di consumo svizzero. Di sicuro diventerò uno zelante ambasciatore «al contrario», facendo la peggior pubblicità possibile al vostro Paese.

Marco Maineri 
La Spezia, Italia

La risposta

Caro Marco Maineri, anche a me è capitato di prendere delle multe stupide o inattese in Italia, per esempio scoprendo a posteriori che per percorrere un certo tratto di autostrada o una certa galleria bisognava pagare anticipatamente – o al più tardi un giorno dopo – un pedaggio. Lo si poteva fare online. Ma sa com’è: uno viaggia e pensa alle sue cose, magari vede anche che c’è un pedaggio da pagare ma se ne dimentica allegramente. Poi torna a casa in Svizzera e qualche giorno più tardi trova la multa nella buca delle lettere. Certo, anch’io mi sono imbufalito, figuriamoci! Forse ho anche imprecato contro «la trappola» nella quale ero dissennatamente caduto. Ma ero più arrabbiato con me stesso che con l’Italia. L’infrazione l’avevo fatta? Sì. E allora, rabbia o non rabbia, mi toccava pagarla. Chiuso. E infatti l’ho pagata.

Io non so se ci sono Cantoni o Comuni che fanno cassetta con un sistema di controllo esagerato e/o sleale. So ,però, che quando viaggio su certe strade col radar diabolicamente appostato sul rettilineo – che è poi l’unico punto dove posso schiacciare un po’ sull’acceleratore – mi devo concentrare moltissimo per non superare i limiti di velocità, perché davanti alla «foto ricordo» dell’algido occhio meccanico non ti perdona nessuno.

Il mio consiglio? Si faccia sbollire la rabbia e torni in Svizzera, che è un bel posto. E, ora che lo sa, stia un po’ più attento. Non meritiamo il suo odio per qualche multa, così come l’Italia non merita il mio per le volte in cui sono caduto in trappola.