La Posta di Carlo Silini

Il peggio dell'umanità: arroganti con i deboli e leccapiedi dei forti

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Carlo Silini
27.06.2022 06:00

Sono sempre le piccole cose a fare galattico il mondo! Gentilezze che giungono all’improvviso da persone sconosciute che, come chicchi di grano, nutrono l’essere tutto. Un piccolo, microscopico esempio. Mi capita di salire sull’autopostale e, alla mia bella età, schiena, gambe e altro ancora si impossessano dei normali movimenti creando difficoltà. Alzare poi le borse della spesa con le rotelline sotto, impresa non da poco, eppure spesso mi è capitato essere aiutata da persone sconosciute senza chiedere aiuto. Un grande, grandissimo regalo! Veramente si rimane senza parole! Ciò significa che il cuore esiste e come! Si manifesta appunto nelle piccole cose... La gentilezza non conosce spazio... Si dona e colora ogni particella così si fa mosaico il tempo!

Elena Ghielmini
Sorengo

Cara Elena Ghielmini, la sua lettera racconta molto di lei, della sua capacità di cogliere la bellezza delle piccole cose e della sua propensione alla gratitudine. Ha ragione, non è scontato incontrare degli sconosciuti che dimostrano attenzione e sensibilità nei confronti delle persone con qualche fragilità legata all’anagrafe, allo stato di salute, o anche solo a una situazione un po’ più complicata del solito, tipo dover attraversare la strada badando a tre bambini. In realtà nulla è scontato, neppure la buona educazione. Perciò, quando capita di sperimentarla, è sempre una bella sorpresa. Le persone gentili, con i loro piccoli gesti, rendono il mondo un posto più bello e ospitale e danno speranza per il futuro dell’umanità. È molto più facile cadere in situazioni opposte: il tizio in buona forma che non cede il posto sul treno quando vede avvicinarsi l’anziano o la donna incinta, quello che finge di non accorgersi della signora che fatica a portare le borse della spesa o - peggio ancora - mostra di accorgersene e non fa nulla per aiutarla, il cameriere o il negoziante sgarbato e/o svogliato che trova sempre il modo di non guardarti per non doverti dare retta. Poi è anche vero che esiste una legione di maleducati, sì, ma allo stesso tempo ognuno ha il diritto ad essere nel suo quarto d’ora storto e, magari, dietro a modi di fare irritanti c’è un eccesso di stanchezza, turni di lavoro iniqui, situazioni private impossibili. Ma questo non giustifica mai la cafoneria sistematica di taluni individui. Personalmente, più ancora delle disattenzioni e degli atteggiamenti scortesi in quanto tali, a darmi fastidio è soprattutto il fatto di vedere che vengono quasi sempre riservati a persone che si trovano in uno stato di «inferiorità» gerarchica. Preferisco di gran lunga lo scorbutico democratico che si comporta male con tutti, nessuno escluso, allo scorbutico ruffiano che se la prende con i «deboli» e striscia davanti ai «forti». È un difetto che mi irrita soprattutto quando lo osservo nei piccoli o grandi boss, nei capetti e nei manager che guardano il resto del mondo dall’alto in basso e diventano improvvisamente premurosi e melliflui non appena hanno a che fare con un «superiore» a cui si sforzano di piacere. Arroganti con i deboli e leccapiedi dei forti, ecco il peggio dell’umanità.