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Dorotheum, Il bello possibile

Stagione di grandi incanti per la mitica casa d’aste fondata a Vienna nel 1707
© CdT/Archivio
Alberto Gerosa
24.06.2022 06:00

Il Belvedere con Klimt. I Bruegel del Kunsthistorisches Museum. I caffè del centro storico. Tutti sanno che queste sono mete obbligate per chi passi per Vienna. Altrettanto raccomandabile è tuttavia una visita al civico 17 di Dorotheergasse, dove dal 1707 si trova la sede di Dorotheum, la più importante casa d’aste per volume d’affari dell’Europa continentale. Aggirarsi negli ambienti espositivi disposti lungo i tre piani di Palais Dorotheum, tra dipinti di ogni epoca, porcellane di Meissen e tappeti persiani è esperienza paragonabile alla visita di un museo. Con un’unica differenza: qui gli oggetti esposti si possono acquistare. Talora con esborsi da record come si addice a opere che per puro caso non sono appese alle pareti del Rijksmuseum di Amsterdam o del Met newyorkese (nel 2010 L’uomo indeciso fra i vizi e le virtù del fiammingo Frans Francken II ha realizzato 7,02 milioni di euro), ma assai più spesso a prezzi molto interessanti, che difficilmente si riuscirebbero a strappare a un gallerista o altro mercante d’arte.

Certo, non tutti i giorni si ha la fortuna di soggiornare sulle sponde del bel Danubio blu, tuttavia il Dorotheum ti entra letteralmente in casa grazie ai suoi curatissimi cataloghi cartacei dalla tipica copertina bianca, su cui il nome della casa d’incanti spicca a chiare lettere nell’inconfondibile «corporate colour» rosso Pantone 187 C. Inutile dire che i medesimi cataloghi sono disponibili circa un mese dalle rispettive aste anche sul sito e sulla app di Dorotheum, circostanza che è tornata a tutto vantaggio dell’azienda nei lunghi mesi (e anni) dell’emergenza sanitaria: «Durante la pandemia l’interesse per l’acquisto di oggetti d’arte è persino aumentato», conferma Martin Böhm, dal 2001 alla guida di Dorotheum, «e motivo del successo è la strategia digitale da noi approntata già da anni». Non stupisce quindi che la clientela di Dorotheum – collezionisti, musei, ma anche gente che cerca un mobile adatto per arredare casa propria – sia distribuita in parti sostanzialmente uguali tra l’Austria e il resto del mondo. Delle necessità sorte nell’ultimo biennio Dorotheum ha fatto virtù, sostituendo le vendite in presenza con aste online.

Un trend destinato a consolidarsi dopo la fine dell’emergenza: «Siamo molto soddisfatti dell’enorme platea raggiunta», conferma Martin Böhm; «abbiamo rafforzato la nostra visibilità, sinonimo di alte percentuali di venduto e di rilanci importanti. Tra maggio e giugno, le settimane dei grandi incanti Classic Week e Contemporary Week prevedono comunque ancora aste in presenza, nelle quali è possibile fare offerte personalmente in sala, avendo anche facoltà di effettuare il Live Bidding via monitor oppure di offrire per telefono, tramite mandato scritto o sensale», rassicura l’amministratore delegato. A tutti, ma in particolar modo a chi non ama il brivido della competizione, consigliamo comunque di esaminare sempre le liste dell’invenduto, dove spesso si nascondono occasioni acquistabili intorno al prezzo di stima. A questo proposito, ricordiamo che le Verkaufsgalerien situate al pianterreno di Palais Dorotheum propongono dipinti, manifesti e oggetti di arte applicata a prezzo fisso, per così dire all’istante. A differenza di tante altre case d’asta, l’offerta di Dorotheum è estremamente variegata, le categorie sono più di 40 e coprono pressoché tutti gli ambiti in cui si declina il collezionismo, dai francobolli alle auto d’epoca, dai mobili ai libri: «La nostra categoria più importante dal punto di vista economico è l’arte figurativa», precisa Böhm, «ripartita in arte Contemporanea, Moderna, Antichi Maestri e Dipinti del 19esimo secolo. Le ultime categorie che si sono aggiunte in tempi recentissimi sono quelle dei vini e delle borsette di lusso; lavoriamo all’ulteriore differenziazione dell’offerta e osserviamo lo sviluppo legato all’arte digitale degli Nft». I lotti che affluiscono nei cataloghi Dorotheum senza soluzione di continuità provengono quasi tutti dal Vecchio Continente (la casa d’aste ha filiali in pressoché tutta Europa, da Londra a Roma passando per Bruxelles e Praga): in parte dalla cessazione di attività commerciali o di musei, in parte magari anche da giovani coppie che ritengono gli arredi della nonna poco consoni al loro nuovo appartamento… Ma anche da «collezionisti d’arte che decidono di separarsi dai loro pezzi per acquistarne altri di valore più alto, oppure semplicemente per comprare arte di genere diverso, oppure ancora di rimodulare la propria collezione a seguito di una maggiore specializzazione».

Il notevole valore aggiunto è rappresentato non solo dall’entità dei diritti d’asta applicati da Dorotheum, variabili a seconda del tipo di acquisto ma del tutto in linea rispetto ai competitor, ma anche e forse soprattutto dalla legione di esperti – circa 100 – in forze a questa casa d’incanti. Sono loro che valutano i lotti e che ne stabiliscono i prezzi, alla luce della loro conoscenza del mercato e, per la maggior parte di loro, di decenni di operatività nel settore di competenza. Tutto questo si traduce in un’assistenza pre e postvendita di alto livello, a garanzia di sonni tranquilli anche in caso di acquisti importanti: «Dorotheum risponde dell’autenticità di ciò che vende», riassume Martin Böhm, «su questo non c’è da preoccuparsi. Fondamentalmente ci impegniamo sempre a raggiungere le migliori soluzioni per la nostra clientela». In questa sfera rientrano anche le spedizioni, che la casa d’aste organizza tramite partner affidabili e con imballaggi tali da garantire l’integrità della merce più delicata. Di fronte a un simile osservatorio sul mercato dell’arte, non possiamo esimerci dalla fatidica domanda: su quali artisti puntare? «Su nomi buoni, sulla qualità anziché sulla quantità. Chiedendo consigli», risponde Böhm, aggiungendo in chiusura quella che riteniamo la vera e ultima garanzia della buona riuscita dell’investimento in arte: «In definitiva, poi, è importante che le opere piacciano a chi le acquista!».