Economia

I nuovi pionieri

Con l’arrivo di Akoni i primi germogli di un distretto dell’occhialeria
A Lugano la startup Akoni ha il proprio quartier generale e impiega oggi 18 dipendenti.
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
22.05.2022 06:00

In Veneto lavorano tutti assieme. Nello stesso stabilimento. Gli operai sotto, vicino alle macchine. I designer sopra, davanti ai computer. Così in centinaia di aziende. Così più di diecimila persone. Perchè è lì, nel Bellunese e nel Trevigiano, che i principali brand di lusso, da Gucci a Saint Laurent, da Christian Dior a Bulgari (solo per citarne alcuni) fanno realizzare i loro occhiali. Eyewear (occhiali in inglese) di lusso, beninteso. Che cambiano linea e modelli seguendo le stagioni della moda. Un settore, quello dell’occhialeria di lusso, in forte espansione. Ma anche in continuo cambiamento. Come dimostra il caso di Balmain, storico marchio francese, che ha deciso di puntare su un’azienda svizzera. Meglio, di Lugano. E come Balmain ha deciso di fare Valentino, il notissimo marchio creato dallo stilista italiano. L’azienda ticinese è una startup. Si chiama Akoni. Ed è attiva nella progettazione, nella produzione e della commercializzazione di occhiali di lusso con il marchio Akoni ma anche per conto terzi. Per Balmain e Valentino, appunto.

Esperienze e competenze

La notizia che un’azienda svizzera si è aggiudicata la licenza del brand Valentino per gli occhiali è rimbalzata qualche mese fa sull’Ansa e su alcune riviste specializzate. E ha stupito. Anche se non troppo. Perché a cofondare Akoni nel 2019 è stato Rosario Toscano, un veterano del settore, essendo stato Global Managing Director di Dita Eyewear (marchio americano che fa del lusso e della qualità una delle sue prerogative). Ha stupito. Perché la Svizzera non è propriamente conosciuta per gli occhiali di lusso. Già, ma perché la Svizzera? Anzi, il Ticino? «Akoni ha un significato ben preciso: inestimabile, senza prezzo e degno di ammirazione - spiega lo stesso Toscano -. Per comunicare tale posizionamento la scelta della sede principale diventa fondamentale. Ed è per questo che Akoni non poteva non avere la sua sede in Svizzera, un Paese in cui eccellenza, precisione ed efficienza sono i pilastri. In particolar modo il Ticino offre un certo benessere fisico e mentale che permette sin dagli inizi di formare una sana cultura aziendale, oltre al fatto di trovarsi in una posizione geografica vantaggiosa per trovare talenti e ad offrire bellezza in termini estetici».

Da Lugano sul mondo

Il quartier generale dell’azienda è in centro a Lugano. Ma lo sguardo è sul mondo. «A Lugano abbiamo i core departments, dal marketing al finance, dal design all’operational - prosegue il CEO- ma contemporaneamente essendo una startup atipica, perché nata nel 2019 ma con già due importanti licenze Balmain e prossimamente Valentino, la rete di consulenti e partner opera su scala mondiale, con particolar attenzione alla California per il design e al Giappone per la manifattura. L’unione di questi tre luoghi è la nostra storia di eccellenza, che potrà solo espandersi». Toscano è ottimista. Di più. Ci crede. «Siamo in forte espansione - sottolinea - siamo assolutamente alla ricerca di talenti che potrebbero contribuire al successo e alla crescita di un progetto che continuerà a rivoluzionare le dinamiche del settore dell’eyewear».

Rivoluzione. Toscano non usa questa parola a caso. Perché il settore dell’occhialeria di lusso è in forte cambiamento. E vince chi è in grado di raccogliere la sfida. «Grazie alla crescita della struttura e al rafforzamento di persone in pochissimo tempo Akoni Group potrà diventare tra le aziende leader del settore», mette in chiaro.

Un nuovo distretto? «Perché no?»

La domanda a questo punto sorge spontanea. L’arrivo e lo sviluppo di Akoni - che oggi a Lugano dà lavoro a 18 persone - potrebbe far nascere un nuovo distretto dell’eyewear in Ticino? Magari con altre collaborazioni aziendali e con gli istituti universitari e di ricerca già presenti? Ancora Toscano. «A livello locale la nostra realtà collabora con alcune realtà istituzionali e continuerà a farlo per arricchirsi a vicenda - risponde il cofondatore - Certamente la nascita di un polo dell’eyewear sarebbe stimolante e aiuterebbe a riposizionare l’occhiale in un panorama di lusso e di qualità paragonabile a quello degli orologi, un settore di ispirazione per il nostro brand specializzato Akoni». Tutto bene, dunque? Sì e no. «Penso anche però che dipenderà dalle politiche economiche attuate dal Ticino, ma l’idea che possa nascere un polo di innovazione e startup si sposa perfettamente con il territorio».