«Ai pazienti a rischio consiglio la quinta dose»
Garzoni, infettivologo e direttore sanitario della Clinica luganese Moncucco, non vuole fare allarmismi e non li fa. Ma il COVID non se n’è andato. A dimostrarlo sono i ricoveri «e alcuni rari casi di pazienti che vanno in cure intense», precisa il medico. E con la stagione fredda alle porte e soprattutto con l’arrivo dell’influenza stagionale inevitabilmente «gli ospedali saranno sollecitati». Questo perché, come già accaduto negli anni scorsi, influenza e COVID molto presto si sommeranno. Visto che la grippe «normalmente arriva verso metà dicembre e ha un picco a Natale».
Sollecitazione non fa comunque oggi rima con preoccupazione. «No, non siamo preoccupati - prosegue Garzoni - la situazione non è critica, è però vero che la sollecitazione a cui molto probabilmente saranno sottoposte le strutture ospedaliere si rifletterà sulle risorse e sui posti letto, che verranno a mancare per altri fabbisogni».
Le persone a rischio
Ecco perché Garzoni condivide le raccomandazioni della Confederazione. Secondo cui è auspicabile che le persone a rischio facciano la quinta dose di vaccino anti COVID. Persone a rischio come «gli over 65 soprattutto se hanno altre malattie pregresse» e come chi «ha già un sistema immunitario debole per altri motivi».
Doppio vaccino
Anche perché «l’immunità tende ad affievolirsi con l’età», precisa l’infettivologo e direttore sanitario della Clinica luganese Moncucco. Ed è quindi consigliabile che le persone a rischio non si vaccinino solo contro il coronavirus, «ma anche contro l’influenza stagionale». Meglio una doppia protezione, quindi. Per evitare rischi inutili. Per se stessi, ma anche per gli altri e le strutture sanitarie. Che a dicembre dovranno confrontarsi anche con l’influenza stagionale e i suoi effetti. Oltre che con il COVID. Che non se n’è mai andato. Anche se la maggioranza della popolazione ha sviluppato nei suoi confronti una certa immunità.