Salute

Cristian Fracassi, dalle mascherine da sub contro il Covid alle protesi low cost per l'Ucraina

Il CEO di ISINNOVA si racconta: «Tutti noi possiamo avere idee brillanti, quello che fa la differenza è riuscire a realizzarle»
Mattia Sacchi
13.05.2024 16:06

«Se i tempi non chiedono la tua parte migliore inventa altri tempi», sentenzia un mago Baol, raccontato da Stefano Benni in uno dei suoi più grandi capolavori letterari. Maghi che con la loro inventiva si ribellano all’ineluttabilità del momento e della società. Ci sono però tempi che altroché se richiedono la nostra parte migliore. Lo sa bene Christian Fracassi, che forse durante la pandemia è stato un po’ un Baol, in grado di cambiare le cose con le sue invenzioni. Il CEO di ISINNOVA, azienda di innovazione, progettazione e brevetti di Brescia, durante l’emergenza Covid-19 ha infatti avuto l'intuizione di modificare una maschera da snorkeling per utilizzarla come respiratore nelle terapie intensive. Un’invenzione, battezzata con il nome di Charlotte, che è stata utilizzata in 700 ospedali in 72 paesi del mondo, permettendo di salvare la vita a 180.000 persone, ottenendo prestigiosi riconoscimenti in tutto il mondo come il Compasso d’Oro e il Mother Teresa Award.

Nominato Cavaliere della Repubblica Italiana, Fracassi sarà protagonista il prossimo 23 maggio al Cinema Iride di Lugano, dalle 18 alle 22, dell’ated Digital Night, iniziativa promossa dall’associazione ated con il sostegno di Infinity e Lugano Living per raccontare i talenti che rivoluzionano il mondo digitale. «Tutti possono avere un’idea brillante. Quello che fa la differenza è il riuscire a realizzarle. Una semplice maschera da sub di Decathlon è fatta per respirare impedendo che l’acqua entri, non bisogna inventare niente. La sfida è riuscire a farla diventare uno strumento medicale efficiente, che rispetti le regolamentazioni e superi lo scetticismo iniziale dei medici che la ritenevano un giocattolo. L’intuizione va quindi accompagnata dal saper unire le competenze di tutti i membri del team di ISINNOVA, dove abbiamo professionisti in diversi settori, ognuno dei quali è in grado di portare la propria visione per superare le varie criticità nella progettazione».

Le criticità non sono state solo costruttive, ma anche emotive in quei difficili mesi della pandemia: «Nonostante tutto sia stata fatto in modo totalmente benefico, praticamente senza alcuna donazione pubblica o privata, abbiamo ricevuto critiche come se lo facessimo per guadagnarci. Ed è difficile affrontare certi messaggi intrisi d’odio mentre stai investendo ogni risorsa, finanziaria ed emotiva, per cercare di contribuire al salvare vite umane. In quei mesi ho visto persone morire davanti ai miei occhi e colleghi abbandonare questo progetto. È stato estenuante, piangevo e non dormivo la notte: mi ero ripromesso di non fare più nulla di simile».

E, invece, Fracassi è più che mai attivo in progetti dal forte carattere sociale. In particolare un'altra sua sfida e geniale invenzione si chiama Letizia: una protesi ultra economica, che nasce da una richiesta ricevuta da InterMed Onlus, un’organizzazione specializzata in attività di cooperazione socio sanitaria, attiva in Ucraina. Inoltre con la sua azienda sta lavorando alla riabilitazione del pavimento pelvico di donne che hanno dovuto affrontare un tumore all’utero. Verrebbe da chiedergli chi glielo fa fare. «Lavoriamo su tanti progetti in diversi campi. A volte però possiamo usare le nostre risorse e le nostre capacità per aiutare gli altri. Non per sentirsi dire bravi, ma perché sapere che abbiamo potuto salvare delle vite umane è una cosa impagabile, che ripaga di ogni sacrificio. Non abbiate quindi paura di condividere le vostre visioni e le vostre idee: ognuno di noi può fare la differenza».

Per iscrizioni alla ated Digital Night del prossimo 23 maggio www.ated.ch