Retrospettiva

Da Artioli a Zali, l'alfabeto di quest'anno

Il 2025 volge al termine: cosa è successo in Ticino, cosa non dimenticheremo e cosa vorremmo dimenticare
©Gabriele Putzu
Andrea Stern
Andrea Stern
21.12.2025 06:00

«Ora superiamo le divisioni», esortava l’allora primo cittadino del cantone Michele Guerra nell’intervista di inizio 2025 rilasciata al Corriere del Ticino. Un auspicio che non si è concretizzato, anzi, in Ticino si è continuato a scontrarsi su praticamente tutto ciò che permetteva di scontrarsi, a volte persino su temi sui quali sembrava impossibile scontrarsi.

Tuttavia, nell’anno che si va a concludere ci sono state anche note positive, rappresentate spesso da giovani che costruiscono con entusiasmo il proprio futuro senza curarsi del pessimismo dilagante, ma anche da iniziative che piano piano sviluppano il loro potenziale. Ci sono state note divertenti, a volte surreali, altre tragicomiche, come la conferenza stampa dell’HCAP dello scorso 8 ottobre, che probabilmente passerà alla storia come uno di quei momenti in cui la realtà supera la fiction.

Ci sono state poi note di orgoglio, quelle dei ticinesi che si distinguono nei loro ambiti o anche solo che si alzano ogni mattina per cercare di rendere il mondo un posto un po’ migliore. Qui di seguito presentiamo una carrellata, ovviamente non esaustiva, di personaggi che in qualche modo hanno segnato il 2025 ticinese, dalla A di Stefano Artioli alla Z di Claudio Zali.

A come Artioli

La A di Stefano Artioli è anche la A di audacia, abilità, astuzia, avvenire, affari, amore ma non assolutismo, come il 65enne imprenditore partito da Preonzo ha dimostrato in luglio facendo un passo indietro e annunciando la cessione delle redini dell’azienda familiare - divenuta un colosso che macina centinaia di milioni di franchi all’anno - al figlio Alain, cui spetta il compito di portare avanti progetti di enorme portata che anni fa a Preonzo probabilmente nessuno avrebbe immaginato.

B come André Bechir

A 76 anni il più grande promotore musicale del Paese vuole riprendere in mano la manifestazione canora da lui stesso fondata oltre vent’anni fa, Moon and Stars, con l’intento di «ridarle prestigio e qualità», come spiega la sua legale, l’ex sindaco di Carla Speziali, ma d’altra parte gli attuali organizzatori capitanati da Dani Büchi vorrebbero proseguire il proprio lavoro, uno scontro tra titani che sta creando una certa preoccupazione a Locarno ma che nel contempo conferma l’attrattiva di Piazza Grande

André Bechir.
André Bechir.

C come Cesarini

C’è chi scende in piazza per il clima e chi, come la bellinzonese Alessia Cesarini, fonda una startup e sviluppa un processo innovativo che permette di convertire l’alcool in un carburante equivalente alla benzina senza piombo 95 ma molto più ecologico, una scoperta che conferisce al Ticino un ruolo da pioniere a livello internazionale e vale alla giovane ingegnera chimica una pletora di riconoscimenti, dal Grand Prix Möbius Suisse al Press Start Award istituito dal gruppo del Corriere del Ticino.

Alessia Cesarini.
Alessia Cesarini.

D come Dotta

È forse dai tempi della Rivoluzione francese che non si ricordavano destituzioni tanto brutali quanto quella cui è andato incontro nello scorso mese di agosto Renato Dotta, per oltre un decennio acclamato Re Rabadan, cacciato precipitosamente insieme a tutta la sua corte con il pretesto di un ricambio generazionale che guarda caso ha premiato il figlio del suo predecessore. «Una detronizzazione in piena regola», ha commentato l’ex sovrano, cui perlomeno è stata risparmiata la ghigliottina.

E come Ele A

«La migliore rapper d’Italia è svizzera», titolava in ottobre Rolling Stone Italia in onore di Ele A, al secolo Eleonora Antognini, 23enne cantautrice di Aranno che partendo dalle lezioni di violoncello ha sviluppato un proprio stile musicale che l’ha resa protagonista dei palcoscenici, venendo chiamata a collaborare con alcuni dei rapper più quotati della Penisola, pubblicando il suo primo album «Pixel» e lanciandosi in un tour tra Zurigo, Londra, Parigi, Barcellona e Bruxelles.

Ele A.
Ele A.

F come Kety Fusco

Qualcuno l’avrà notata sul palco di Sanremo, qualcuno ricorderà la sua nomina da parte del Dipartimento di Stato americano al programma che riunisce le personalità destinate a lasciare il segno nel proprio ambito, qualcun altro sarà stato catturato dal suo disco «Bohème», uscito in settembre con la partecipazione di Iggy Pop, ad ogni modo saranno stati tanti i momenti quest’anno in cui anche il grande pubblico avrà potuto entrare in contatto con il grande talento dell’arpista e compositrice ticinese.

Kety Fusco.
Kety Fusco.

G come Bruno Giussani

È sorprendente farsi raccomandare «Moins d’Amérique dans nos vies» da qualcuno che per trent’anni ha lavorato in e con l’America, e non il profondo Midwest bensì le cerchie in cui si costruiva e decideva quello che sarebbe diventato il mondo di internet, a contatto con personaggi del calibro di Bill Gates e Jeff Bezos, per cui è sorprendente che oggi il giornalista ticinese esorti a «deamericanizzarsi» ma allo stesso è un invito che merita di essere approfondito nel suo libro pubblicato da Georg Editeur.

H come HCAP

Nell’incapacità di scegliere un solo miglior attore protagonista per la surreale conferenza stampa dello scorso 8 ottobre, il riconoscimento va alla società per aver offerto ai tifosi e al pubblico uno spettacolo scoppiettante (non verranno dimenticati presto il «cazzarola» e il «cristu» pronunciati dall’esonerato direttore sportivo Paolo Duca a fianco del presidente Filippo Lombardi) che forse sul momento è stato difficile da digerire ma che, visto col senno di poi, pare aver avuto anche effetti positivi.

I come Iannone

Se non fosse per un posteggio selvaggio in Via della Posta a Lugano, prontamente immortalato e denunciato su Facebook dal municipale leghista Lorenzo Quadri, la presenza del motociclista italiano in città sarebbe passata perlopiù inosservata, come per altro di suo auspicio, dato che Andrea Iannone, come tanti altri, ha scelto il Ticino principalmente per potersi godere un po’ di privacy e di libertà, compresa quella di posteggiare in Via della Posta a Lugano senza essere paparazzato.

L come Luisa Lambertini

È venuta, ha visto e se ne è andata, la rettrice più fugace nella storia dell’Università della Svizzera italiana, Luisa Lambertini, ricercatrice di fama mondiale che però a Lugano non è riuscita a mettere radici, per motivi forse in parte suoi, ma in altra parte sicuramente anche di un sistema che dovrebbe interrogarsi sulle ripetute partenze eccellenti (non si dimentichi l’ancora più fugace direttore operativo Marvin Blumer, non ancora sostituito) ma che non pare avere intenzione di farlo.

Luisa Lambertini.
Luisa Lambertini.

M come Mariarosa Mancuso

Chi segue la critica cinematografica italiana trapiantata in Ticino conosce la sua capacità di stroncare qualsiasi pellicola, persino i capolavori che altrove fanno l’unanimità, ma d’altra parte si chiama «critica» ed è giusto che non guardi in faccia a nessuno, tranne che ai palestinesi, perché se ci si permette di fare un appunto al film osannato a Venezia ecco che si diventa «liquame puro», «rumenta più totale», si subisce un linciaggio senza eguali solo per aver fatto la critica cinematografica.

N come Nussbaumer

Resta fermo a quota 11 partiti, Werner Nussbaumer, il medico di Gravesano noto per la difesa della canapa e per le sue variegate esperienze politiche, l’ultima delle quali conclusasi in maniera beffarda, nel 2023 con Helvethica Ticino, quando pensava di essere eletto salvo poi scoprire che i circondari premiavano la meno votata Maria Pia Ambrosetti, così che quest’anno il medico non ha fondato l’ennesimo partito bensì un’associazione, chiamata «No Vax», il cui programma si può dedurre dal nome.

O come Giona Ostinelli

Sarà che è partito per gli Stati Uniti già quasi vent’anni fa, sarà che a volte si tende a voler sminuire il talento dei nostri compaesani ma è passata praticamente sotto silenzio in marzo la notizia che il compositore di Vacallo ha vinto un Emmy, prestigioso premio ottenuto insieme a Sonya Belousova, con cui il 39enne forma una coppia capace di sfornare colonne sonore che raggiungono anche oltre mezzo miliardo di ascolti e che soprattutto convincono in maniera unanime la critica.

Giona Ostinelli.
Giona Ostinelli.

P come Ponti

È forse già arrivato il giorno in cui i bambini che portano il nome Noè non si sentono più dire «ah, come quello dell’arca» bensì «ah, come il cannibale di Quartino», cannibale nel senso buono, perché il 24enne non mangia le persone ma le strabilia con le sue ripetute imprese in piscina, le ultime nemmeno un mese fa agli Europei di Lublino, da cui è tornato con tre ori e un argento, medaglie che non fanno quasi più notizia tanto quel simpatico spilungone ci ha abituati a vincere e divertire.

Q come Siro Quadri

L’ex giudice avrà marcato questo 2025 non solo per la sentenza che rende definitiva la destituzione sua e della collega Francesca Verda Chiocchetti dal Tribunale penale cantonale ma anche e soprattutto per quella foto che i due, in piena tormenta giudiziaria, si sono lasciati scattare in una discoteca del Locarnese, scatenando un’altra e se possibile ancora più violenta tormenta dai toni moraleggianti sull’opportunità che due persone di legge abbiano anche una vita privata.

R come Monica Rivola

Ha ricoperto una moltitudine di ruoli dirigenziali nell’Amministrazione cantonale, nell’ambito delle risorse umane ma anche come delegata ai problemi delle tossicomanie, tuttavia per Monica Rivola la sfida più grande arriva ora, da marzo, quando Raniero Devaux andrà in pensione e lei sarà chiamata a dirigere la Sezione delle risorse umane, diventando di fatto la più importante capa del personale del Cantone, con oltre 9’000 collaboratrici e collaboratori da gestire

S come Guido Sassi

Il custode dei segreti di Piazza della Riforma appende il mestolo al chiodo e prende in mano la penna, pubblicando non uno bensì due libri di memorie, in cui rivela gli episodi, le esperienze e gli aneddoti raccolti nei 45 anni trascorsi su quel palcoscenico privilegiato che è il suo locale affacciato sulla piazza più centrale di Lugano, dove l’esercente ha avuto la possibilità di servire celebrità come Giulio Andreotti o Steven Spielberg ma anche tanti luganesi genuini come lui. 

T come Tessa Tognetti

Senza nulla togliere alle colleghe e ai colleghi che ogni giorno si sporcano le mani nella terra, la 35enne di Sant’Antonino rappresenta molto bene questa nuova generazione di contadini che non si lasciano scoraggiare da condizioni quadro sempre più difficili e abbracciano l’agricoltura con entusiasmo e spirito di iniziativa, coniugando tradizione e nuovi metodi, la biodinamica nel caso di Tessa Tognetti, che oltre a crescere tre figli contribuisce a creare un mondo migliore.

Tessa Tognetti.
Tessa Tognetti.

U come Frank Underwood

L’acuto osservatore politico che si cela dietro allo pseudonimo di Francesco Sottobosco compare qui nella sua versione anglicizzata, quella originale che prende il volto di Kevin Spacey, perché la «S» era già occupata da Guido Sassi, l’esercente che di libri ne ha scritti due, mentre Sottobosco ne ha pubblicato uno solo, una raccolta di contributi satirici già diffusi su Facebook, che entusiasmano una parte politica mentre l’altra si scervella nel tentativo di capire chi abbia osato scriverli.

V come Nicole Vallario

La 24enne di Lugano è la prima ticinese ad approdare nella Professional Woman’s Hockey League, la lega professionistica americana, dove ha esordito col botto, con un gol al primo disco toccato nella prima partita con la maglia delle New York Sirens, un’esperienza che per la discatrice cresciuta nel settore giovanile dell’HCL si aggiunge a una ricca carriera che l’ha già vista partecipare con la Nazionale svizzera a cinque Mondiali e un’Olimpiade, cui presto potrebbe aggiungersi la seconda.

Z come Claudio Zali

L’ultima lettera dell’alfabeto se la giocavano due uomini molto pungenti, Zorro e Claudio Zali, il primo molto abile con il fioretto, il secondo con la lingua, tanto tagliente che alla fine la spunta lui, il consigliere di Stato leghista, di cui restano impresse le querelle verbali, ma anche la nonchalance con cui ha disertato la sessione straordinariamente inutile sul suo arrocchino con il collega Norman Gobbi e la sua capacità di animare i sogni e gli incubi diurni e notturni di un intero partito, l’UDC.

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