Il caso

Gli affari cinesi di Wolfgang Winter, l'ex direttore di Elvetino

L'ex dirigente delle FFS andrà a processo per una serie di incredibili truffe
Wolfgang Winter. © KEYSTONE/Marcel Bieri
Andrea Stern
Andrea Stern
28.04.2024 11:00

Andava in Cina ad acquistare articoli a basso costo che poi rivendeva alle FFS a prezzo esageratamente maggiorato. Si aumentava lo stipendio e si concedeva dei bonus utilizzando il budget per gli aumenti salariali dei dipendenti. Soggiornava in hotel di lusso e viaggiava sempre in business class nonostante il regolamento interno prevedesse altro. Faceva lavorare un amico per un compenso di 2.500 franchi al giorno, assegnandogli compiti che in realtà avrebbe dovuto svolgere lui stesso.

A giudicare da quanto si può leggere nell’atto d’accusa emanato dal ministero pubblico zurighese - rivelato ieri, sabato, dalla Schweiz am Wochenende - l’ex direttore di Elvetino Wolfgang Winter era un criminale incallito, o almeno una persona particolarmente avida che non si accontentava di un salario di 240.000 franchi l’anno.

I «ringraziamenti» dell’amico

Nominato nel 2011 alla testa della società di proprietà delle FFS che gestisce la ristorazione sui convogli ferroviari, Winter ha subito ingaggiato un suo amico e collega di vecchia data - un ex marinaio esperto di logistica - come consulente esterno, garantendogli un onorario di 2.500 franchi al giorno. In cambio, questi doveva corrispondere a Winter il 20% dei suoi introiti, come forma di ringraziamento. Una «bustarella», secondo il ministero pubblico zurighese.

Oltretutto Winter affidava al suo amico consulente esterno dei compiti che avrebbe dovuto svolgere lui stesso, per esempio il rapporto sui suoi primi 100 giorni come amministratore delegato. In sei anni, l’amico avrebbe incassato quasi un milione di franchi.

Ma la truffa più ingegnosa, tra le tante accuse contestate a Winter, è quella ispirata dalla sua seconda moglie, una cittadina cinese che lavorava come barista alla stazione di San Gallo e che lui ha subito promosso alla funzione di manager. La coppia andava in Cina ad acquistare merce a basso costo e la rivendeva ad Elvetino tramite una società creata ad hoc, con un margine di guadagno del 75%.

Piatti inutili, tazze dannose

Con questo sistema sarebbero stati acquistati 7.000 piatti da minestra, 600 pinze per insalata, 3.000 portamenù, 1.200 clip e 100.000 tazze per caffè. Tutti articoli che Elvetino ha pagato più di quanto sarebbero costati da fornitori locali e soprattutto che non ha potuto usare. I piatti da minestra cinesi erano troppo grandi e quindi inutilizzabili. Le pinze da insalata e le tazze per caffè non hanno superato i test di laboratorio e quindi sono state distrutte. I portamenù avevano dei bordi taglienti e non erano antiscivolo, ciò che ha reso necessaria una costosa rielaborazione in Svizzera.

Nell’atto d’accusa si legge poi che Winter avrebbero sperperato 200.000 franchi utilizzando la carta di credito aziendale, che si sarebbe aumentato lo stipendio e si sarebbe concesso dei bonus utilizzando il budget per gli aumenti salariali dei dipendenti e che non si sarebbe attenuto alle regole sulle spese.

Ma nel 2017 c’è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, una vacanza in Cina insieme a moglie e figlio, con volo in business e soggiorno nei migliori alberghi, che Winter ha addebitato a Elvetino. Un membro della direzione si è insospettito e ha avviato un’indagine interna. Poco dopo, il direttore è stato licenziato in tronco. Oggi 67.enne, Winter sarà processato il prossimo 7 maggio a Zurigo con le accuse di amministrazione infedele, truffa e corruzione. Fino a prova contraria, vige la presunzione di innocenza.

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