Società

I venti che spirano sul Ticino

Verzaschino, Valmaggino e Montecenerino ogni giorno cambiano volto a valli e laghi
Asia Della Bruna
14.12.2025 16:22

Sul Ceresio ci sono mattine in cui la luce appena arrivata trova il lago immobile, ancora in attesa. Poi, nelle giornate stabili, da sud comincia a insinuarsi un filo d’aria, una brezza che risale e nel pomeriggio dà ritmo alle vele tra Melide e Capolago.

Potrebbe sembrare un dettaglio locale, e invece è l’ingresso di un protagonista più grande: il vento, che in Svizzera - e ancor più in Ticino - cambia volto a ogni valle, a ogni lago, a volte perfino a ogni campanile.

Come l’aria attraversa la Svizzera

La Svizzera, vista dal vento, è un paese complesso. Le montagne non sono solo sfondo: dividono, deviano, sollevano l’aria che arriva da ogni direzione del continente. Da ovest giunge l’umidità dell’Atlantico, da est l’aria più secca delle regioni continentali, da sud le correnti miti che risalgono dal Mediterraneo. E quando questi flussi incontrano la barriera alpina, cambiano ritmo: sono costretti a piegarsi, a salire, a riversarsi dall’altra parte. È in questo continuo gioco con le Alpi che nascono le situazioni meteorologiche tipiche della regione alpina.

Se si volesse tracciare una mappa essenziale, i venti svizzeri si potrebbero dividere in quattro grandi famiglie. A ovest dominano le correnti atlantiche, che portano masse d’aria umida che spingono contro le Alpi e scandiscono le perturbazioni tra autunno e primavera. Da est arriva invece la Bise, vento secco che si incanala fra Giura e Alpi. In inverno può ghiacciare gli argini del Lemano, in estate lascia un cielo limpido ma un’aria pungente. È un vento che, nelle cronache del Lemano, viene spesso associato a mal di testa, insonnia e giornate «che entrano nelle ossa».

E poi il Favonio, un vento che divide e descrive la Svizzera. Quando arriva da sud, le masse d’aria si impigliano lungo le Alpi, scaricano la pioggia sul versante meridionale e poi scendono a nord asciutte, calde, quasi aggressive. Quando arriva da nord, il processo si inverte: tempo grigio sulla Svizzera tedesca, aria tersa sul Ticino e fino alla Pianura Padana. Sono i due volti di un unico meccanismo, orientati in verso opposto e modellati dalle Alpi.

Quando il vento scavalca le Alpi e cambia nome

Quando queste correnti scavalcano la cresta alpina e scendono verso il Sud delle Alpi, il loro comportamento cambia ancora: si accelerano nelle valli strette, si piegano seguendo i canaloni, si spezzano in correnti locali che hanno ritmo e carattere propri.

In Ticino il Favonio da nord è quello che scende dalla Leventina con una certa fretta, si irrobustisce lungo la Valle del Vedeggio e arriva a Lugano con raffiche irregolari. Quando l’aria arriva calda e secca, tanto da far salire di colpo la temperatura, allora tutti capiscono di cosa si tratta: la tipica corrente di ricaduta alpina, quella che illumina i paesaggi e, secondo molti, mette anche un po’ di nervosismo addosso. Asciuga il bucato in un’ora ma, dicono, «fa venire i nervi».

Sul Verbano, invece, i venti seguono un ritmo quasi quotidiano. La tramontana scende dalle valli nelle prime ore del mattino, pulisce il cielo e si esaurisce verso mezzogiorno. L’Inverna nasce nel pomeriggio come brezza da sud, ma quando il tempo peggiora può trasformarsi in Invernone: acque alte, onde irregolari, riva inquieta. Accanto a questi compaiono i venti «di valle», come il Valmaggino, il Verzaschino o il Montecenerino, che arrivano rapidi e irregolari, spesso legati a discendenze di aria fredda o a temporali in montagna.

Quando due di questi venti si presentano insieme, il lago cambia tono: nasce la Maggiora, capace di durare più giorni con raffiche forti e onde lunghe.

Sul Ceresio la logica è simile, ma con un carattere proprio. La Breva è la brezza del pomeriggio: arriva da sud, si sviluppa nelle giornate stabili e porta un vento regolare che accompagna vele e imbarcazioni. La Porlezzina, invece, soffia da est quando il tempo cambia: nasce da Porlezza e corre verso Paradiso, un segnale che molti riconoscono come preludio di peggioramento. La Caronasca scende dalla zona di Carona verso il golfo di Lugano con colpi più irregolari: è un vento legato ai cambi di tempo e può alzare onde consistenti, quel tipo di raffica che chi vive il lago tende a prendere sul serio.

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