Bellinzona

La «cricca gay» in pretura penale

A processo un professore della Facoltà di teologia per «incitamento all’odio»
Manfred Hauke insegna alla Facoltà di teologia a Lugano.  © CdT/Archivio
Andrea Stern
Andrea Stern
07.04.2024 12:10

È ancora possibile oggi in Svizzera parlare di «cricche omosessuali nella Chiesa», come del resto ha già fatto lo stesso Papa Francesco? Questo quesito dovrà essere risolto domani, lunedì, nell’aula delle udienze della Pretura penale a Bellinzona. Sul banco degli imputati comparirà Manfred Hauke, sacerdote e professore della Facoltà di teologia di Lugano, nonché editore della rivista scientifica tedesca Theologisches.

Hauke dovrà rispondere per un articolo pubblicato sulla sua rivista nel 2021, redatto dal prete polacco Dariusz Oko e intitolato «Sulla necessità di limitare le cricche omosessuali nella Chiesa». Nell’articolo di 56 pagine, oggi cancellato dal sito della rivista a eccezione delle prime e ultime righe, l’autore parla di una mafia gay all’interno della Chiesa, che si comporta «come un parassita privo di scrupoli, come un cancro che non esita ad ammazzare il suo ospite».

A seguito della pubblicazione dell’articolo il professor Hauke è stato denunciato sia in Germania, da un collega teologo, sia in Svizzera, dall’organizzazione per i diritti degli omosessuali Pink Cross, che ipotizzava una presunta violazione dell’articolo 261 del codice penale.

In Germania nessun reato, in Svizzera...

In Germania la denuncia è stata archiviata senza seguito dalla procura diColonia, che non ha ravvisato alcuna violazione del diritto penale tedesco.

Ma in Svizzera una violazione ci sarebbe stata, secondo il Ministero pubblico ticinese, che nel marzo 2023 ha emesso un decreto d’accusa nei confronti del professor Hauke, per discriminazione e incitamento all’odio, proponendo una pena pecuniaria sospesa. L’accademico si è opposto e quindi ora la vicenda approda a processo.

«Chiunque critichi la mafia siciliana, non sta criticando i siciliani nel loro insieme», si è difeso l’editore della rivista -. Parole forti come «parassiti» e «cancro» sono state effettivamente usate dall’autore, ma non per etichettare le persone che hanno sentimenti omosessuali in generale, bensì una cricca mafiosa i cui crimini sono stati affrontati anche dalla giustizia secolare e i cui abusi sessuali hanno contribuito non poco a distruggere la Chiesa dall’interno».

Domani a Bellinzona l’imputato sarà difeso dall’avvocato Luigi Mattei, il quale ritiene «che gli estremi del reato non sussistano». L’accusa sarà rappresentata dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis, giudice sarà Petra Vanoni. Sarà una delle prime applicazioni concrete di quanto votato dal popolo svizzero il 9 febbraio 2020, quando venne deciso di introdurre il divieto di discriminazione in base all’orientamento sessuale nell’articolo del codice penale che già puniva la discriminazione razziale. 

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