L'intervista

«La disoccupazione? Ora mi aspetto che il tasso ricomincerà a salire»

L’ultimo raggio di sole prima della tempesta: Angelo Rossi, economista, non lo dice, ma lo lascia intendere
© CdT/Chiara Zocchetti
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
20.11.2022 15:31

L’ultimo raggio di sole prima della tempesta. Angelo Rossi, economista, non lo dice, ma lo lascia intendere. Quello di ottobre è stato l’ultimo dato positivo sul tasso di disoccupazione in Svizzera, stabile all’1.9%, e in Ticino, fermo al 2.4%.

Non c’è neanche il tempo di festeggiare, insomma.

«Dopo il primo trimestre 2020, quando il tasso di disoccupazione in Svizzera ha toccato il massimo del secolo, abbiamo assistito a una tendenza alla diminuzione che sta continuando ancora oggi e tutto questo è veramente sorprendente ».

Perché?

«Basta guardare la situazione economica attuale, la guerra, il rincaro dei prezzi, i problemi di trasporto e di approvviggionamento delle materie prime e dei prodotti finiti...».

Un quadro desolante che però non sembra intaccare la disoccupazione.

«Vero, non sembra intaccare la disoccupazione, non ancora...».

La recessione sta già colpendo duro alcune nazioni intorno a noi e anche la Svizzera sarà colpita

Cosa lascia intendere?

«Che d’ora in avanti il tasso di disoccupazione non potrà che risalire. La recessione sta già colpendo duro alcune nazioni intorno a noi e anche la Svizzera sarà colpita, anche se è più protetta di altri Paesi. Ma c’è anche un altro motivo».

Quale?

«La nostra economia ha raggiunto il suo massimo. Negli ultimi 10 anni la Svizzera è arrivata la massimo dell’occupazione, sfruttando tutte le sue riserve di manodopera. Ma non è tutto».

Prego.

«Bisogna anche dire che sotto una certa soglia di disoccupazione non si può scendere. Quando si tocca quella soglia non si può che risalire. È una sorta di zoccolo duro fisiologico».

«Perché di disoccupati ce ne saranno sempre. È così da quando è stata introdotta l’assicurazione contro la disoccupazione

Perché fisiologico?

«Perché di disoccupati ce ne saranno sempre. È così da quando è stata introdotta l’assicurazione contro la disoccupazione. C’è sempre una parte di popolazione che non lavora».

E da chi è composta?

«Da persone che cambiano mestieri, dai giovani che entrano per la prima volta nel mercato del lavoro, da quelli che cercano un contratto d’apprendistato e così via. C’è una forte mobilità».

Guardando il numero di lavoratori frontalieri, c’è chi dice però che non tutti trovano pur essendoci il posto per loro.

«Ci sono occupazioni specifiche per le quali il ticinese non trova lavoro in Ticino e deve per forza andare in un altro cantone. È un dato di fatto che si offrano certe specializzazioni al posto di altre».