Comunali 2024

L’intramontabile fascino del Santino

A tu per tu con Stefano Gazzaniga: «Ne abbiamo stampati moltissimi»
© CdT/Chiara Zocchetti
Andrea Stern
Andrea Stern
14.04.2024 10:07

C’è una tradizione che resiste alla rivoluzione digitale. Non c’è nuova tecnologia, non c’è nuovo social network che riesca a scalfire l’intramontabile fascino del santino elettorale. «Al contrario, l’impressione è che quest’anno ci sia stata addirittura una crescita della domanda di propaganda elettorale su carta stampata», afferma Stefano Gazzaniga, vicedirettore e responsabile per la Svizzera italiana di Dpsuisse, l’associazione mantello dell’industria grafica. «Non abbiamo ancora un bilancio definitivo - premette Gazzaniga -, ma dai feedback raccolti presso alcune tipografie posso dire che la carta ha fatto la parte del leone in questa campagna elettorale. Non solo santini, ma anche volantini, lettere personalizzate e manifesti sono stati molto richiesti da parte dei candidati. Mi sembra che stia passando il messaggio che la carta è sostenibile e soprattutto che permette di farsi conoscere meglio rispetto ai social network, che sono sicuramente utili ma hanno i loro limiti».

Un santino consegnato a mano durante un aperitivo oppure una lettera personalizzata e autografata raggiungono più facilmente l’obiettivo rispetto a un post su Facebook o Instagram, in particolare in una campagna elettorale di prossimità come quella per le elezioni comunali. «Anche l’investimento finanziario è più focalizzato all’obiettivo dell’elezione rispetto a una campagna su larga scala - precisa Gazzaniga -. C’è molto meno spreco».

E quindi, nonostante la cavalcante digitalizzazione, i partiti e i candidati si sono ancora una volta lasciati conquistare dalla carta. Dalle lettere, dai volantini e da quei santini che sono ormai diventati quasi un oggetto di culto, tanto che ci si chiede come mai nessuno abbia ancora pensato a proporre un album per collezionarli. «Noi nel 2015 avevamo organizzato l’oscar del santino - ricorda Gazzaniga -. Avevamo messo insieme una giuria di grafici, tipografi e specialisti in comunicazione, avevamo creato tre categorie e per ognuna di esse avevamo assegnato dei premi».

Anche se alla fine il principale vincitore, oltre ai candidati che riusciranno a essere eletti, è ancora l’industria grafi ca svizzera, che nei mesi precedenti le elezioni può dimenticare la crisi della carta e tornare a lavorare a pieno regime. «Per quanto ci riguarda - ironizza Gazzaniga - andrebbe benissimo se le elezioni comunali, cantonali e federali non si tenessero ogni quattro anni, bensì ogni anno!».

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