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L'Opera in Villa approda in Ticino

Quando il bel canto valorizza le dimore storiche: al Castello di Morcote è andata in scena la Cenerentola di Rossini
Un momento dello spettacolo al Castello di Morcote
Prisca Dindo
15.06.2025 06:00

Prendi le più importanti opere liriche, le riduci in un formato più breve ed intimo, da camera, aggiungi grandi voci, un pizzico di recitazione, una buona dose di sontuosa bellezza che soltanto i palazzi ricchi di storia sono in grado di offrire e la magia è fatta. È dal 2020 che il conte Alberto Uva, nato a Genova nel 1960, punta su questa formula per dare nuova vita a ville palazzi e castelli d’epoca. Dapprima soltanto in Italia, ora con qualche capatina anche in Ticino. «Ho ideato «La grande opera in Villa» per sottrare i numerosi gioielli architettonici presenti sul territorio italiano dal baratro dell’oblio e del decadimento puntando sulla musica e sul bel canto», spiega il nobile italiano ideatore del progetto, che rientra nella proposta culturale brianzola «Arte&Cultura Villa Sormani».

La Cenerentola «bonsai»

Visto il tutto esaurito registrato nei giorni scorsi a Morcote, la sua, sembrerebbe una formula vincente. Nella splendida tenuta del Castello sono riecheggiate le note di «la Cenerentola» di Gioachino Rossini, naturalmente in versione «bonsai» rispetto all’opera lirica in due atti del grande compositore italiano. L’adattamento è durato un’ora al posto delle tre previste. Guidati dal direttore artistico Gabriele Bolletta, cinque cantanti hanno dato vita a uno spettacolo dal vivo con un particolare collegamento narrativo che prevedeva riferimenti alla tenuta del Mendrisiotto e ai suoi vigneti. Una vera e propria opera da camera, come la definiscono gli addetti ai lavori, che ha permesso ai presenti di vivere qualcosa di unico rispetto alla realtà di un teatro: ascoltare la grande musica a un passo dagli artisti. Un’esperienza dal sapore antico che non ha lasciato indifferente il pubblico ticinese.

Sentirsi parte integrante della scena

Seduti accanto a soprano, mezzo soprano, tenore, baritono, pianista e maestro concertatore, i presenti hanno vissuto un’esperienza immersiva, in un ambiente più amichevole rispetto al rigore di una platea teatrale. «È stato come far parte della scena!» racconta entusiasta un presente. «La formula è davvero interessante e il fatto che l’opera di Rossini fosse accorciata e adattata al contesto non mi ha per nulla infastidito» aggiunge lo spettatore, il quale ammette però di non essere un melomane sfegatato.

Non per soli melomani

«È proprio questo il nostro secondo obiettivo: avvicinare al bel canto un pubblico composto non solo da specialisti ! - reagisce Alberto Uva. «La nostra missione é anche quella di diffondere il patrimonio rappresentato dall’opera lirica in contesti alternativi ai teatri, in luoghi di storia, arte e cultura, con un formato fruibile, accessibile e coinvolgente. Vogliamo valorizzare così il territorio e il suo patrimonio storico culturale. Noi offriamo ad un pubblico vasto ed eterogeneo la possibilità di vivere un’esperienza unica, immersiva e coinvolgente. Siamo sulla strada giusta: da tre anni mettiamo in scena un’opera ogni tre settimane e il pubblico è sempre accorso numeroso».

Un tuffo nel passato

La prima edizione della manifestazione culturale s’é tenuta proprio nella dimora storica della famiglia di Alberto Uva, Villa Sormani Marzorati Uva di Missaglia, in Brianza. L’idea è scaturita dalla volontà di volgere lo sguardo al passato, in particolare a cavallo tra il ‘700 e il ‘900, quando era abitudine ascoltare musica dal vivo in casa. «In quell’epoca i grandi artisti si esibivano molto spesso con opere ridotte accompagnate dal piano nelle sale della musica e delle feste dei palazzi privati. Anche Puccini suonava nelle ville della Brianza, anche quando era un compositore affermato», spiega il conte. Ascoltare musica operistica dal vivo tra le mura di palazzi storici è il valore aggiunto del progetto di Alberto Uva.

La bellezza ci salverà

«Perché tanto attaccamento alle dimore? Perché ritengo che i palazzi storici siano scrigni di memoria - spiega il conte - rappresentano la nostra identità, le nostre radici, per questo occorre salvarli dall’oblio. Un conto è visitarli, un conto è vivere tra le loro mura esperienze forti, che lasciano il segno. Il nostro obiettivo è diffondere cultura e conoscenza: secondo noi parlare di arte, di storia di cultura è l’unico modo che abbiamo a disposizione per migliorare il mondo».

Opere nell’Opera

Presto il nobile brianzolo tornerà a Morcote. «Stiamo già lavorando ad un secondo evento previsto a novembre in questo comune, tra i più belli della Svizzera. In quell’occasione esporremo un dipinto di grande importanza, il cui tema sarà legato all’opera da camera che proporremo insieme la cena; è importante ricordare che le entrate andranno in beneficienza». Già lo scorso anno, con l’evento «Opere & Opera», nello «Spazio Arte» di Swiss Logistic a Chiasso, il team di Alberto Uva aveva esposto un capolavoro seicentesco del pittore fiammingo Frances Francke. «Dopo la spiegazione del dipinto eseguita da uno storico dell’arte - ricorda con orgoglio - i nostri artisti hanno messo in scena «Don Giovanni», richiamando il tema rappresentato nel dipinto. Un vero successo! l’evento a Morcote è stato invece possibile grazie al contributo essenziale di Boîte d’Or di Alberto Prandoni, che ha impreziosito la serata con i suoi gioielli, vere opere d’arte che testimoniano l’eccellenza e la creatività orafa italiana: tra l’altro Boîte d’Or è presente con una boutique anche a Lugano».

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