L'intervista

Paolo Beltraminelli: «Il caso Argo 1 fu gonfiato oltremisura»

Per la prima volta dal 1991 l'ex consigliere di Stato non è candidato alle elezioni cantonali: come sta vivendo questa campagna?
©Gabriele Putzu
Andrea Stern
Andrea Stern
29.01.2023 09:30

Per la prima volta dal 1991 Paolo Beltraminelli non è candidato alle elezioni cantonali. Dopo lo smacco di quattro anni fa, quando non è stato rieletto in Consiglio di Stato, l’ingegnere di Pregassona si limita ora a seguire la campagna come presidente della sezione del Centro di Lugano.

Signor Beltraminelli, come vive queste elezioni?

«È un’esperienza nuova. Non sono coinvolto in prima persona, con tutte le relative preoccupazioni, ma ho partecipato alla scelta dei candidati della sezione e li seguo come un coach. È piacevole».

Le brucia ancora la sua mancata rielezione?

«L’amarezza resterà per sempre. Ho perso il posto nonostante nessuno mi abbia mai accusato di incapacità nella gestione del dipartimento».

Tanti ex consiglieri di Stato fanno incetta di CdA. Lei cosa fa?

«Io sono tornato a collaborare con lo studio di ingegneria per il quale lavoravo in precedenza. Non sono in CdA ma in fondazioni e associazioni, principalmente di attività sportive e sociali».

Guadagna più di prima?

«No, al contrario. Ma ho una buona qualità di vita con diverse attività che mi riempiono la giornata e mi  danno soddisfazioni».

Ha trovato il tempo di leggere il libro di Sansonetti?

«L’ho letto con curiosità, lo si legge velocemente».

II libro di Sansonetti è chiaramente di parte ma può aiutare a capire come la vicenda Argo 1 sia stata gonfiata oltremisura, con infelici errori di valutazione

Ne consiglia la lettura?

«Soprattutto a chi ha cavalcato il caso Argo1 che mi ha inevitabilmente portato alla sconfitta elettorale. II libro è chiaramente di parte ma può aiutare a capire come la vicenda Argo 1 sia stata gonfiata oltremisura, con infelici errori di valutazione».

Cosa intende?

«C’è stato un momento in cui si immaginava che dietro all’agenzia di sicurezza ci fosse qualcosa di grosso, c’era questo sospetto di corruzione come se Argo 1 nascondesse chissà cosa. Poi alla fine si è sgonfiato tutto».

Troppo tardi, per lei.

«In effetti, ormai avevo perso il posto.Ma la cosa che mi disturbava di più è che si fosse gettata un’ombra sulla mia onestà. Sotto quell’aspetto sono stato riabilitato».

Ora c’è un altro consigliere di Stato che rischia di essere colpito dal fuoco amico.

«Non auguro a nessuno la stessa cosa che è successa a me. So cosa significa lavorare bene ma essere scalzato. In generale, credo che se qualcuno lavora bene dovrebbe essere confermato.Altrimenti si crea solo più incertezza».

Quindi tra Zali e Marchesi sostiene il primo?

«Non sta a me, ma fa sorridere questa battaglia tra continuità e cambiamento all’interno di una stessa lista...».

È facile parlare di Mulino Bianco senza responsabilità di Governo. Quando ero in governo si lavorava intensamente con un buon clima ma nulla a che vedere con il Mulino Bianco

Anche il suo era un governo Mulino Bianco?

«È facile parlare di Mulino Bianco senza responsabilità di Governo. Quando ero in governo si lavorava intensamente con un buon clima ma nulla a che vedere con il Mulino Bianco. Ricordo che nel 2016 abbiamo fatto un piano di risanamento dei conti estremamente importante, che ha permesso di chiudere i tre esercizi successivi in positivo. Io presi molto sul serio quella missione, ciò che fu apprezzato dai colleghi ma che ovviamente comportò dei sacrifici non popolari».

Come vede le prossime elezioni?

«A parte il derby continuità-cambiamento, per il governo non sono previsti scossoni. Mi preoccupa però la frammentazione in Parlamento. Con così tanti partitini, diventa sempre più difficile trovare maggioranze. Temo inoltre un calo della partecipazione».

Perché?

«Parlando con la gente mi rendo conto che c’è una crescente disaffezione. In molti dicono che tanto le promesse non vengono mai mantenute».

Colpa della Lega?

«Di tutti, ma è vero che per molto tempo la gente ha creduto ad esempio che fosse possibile limitare i frontalieri. Ora ho letto che lo stesso Bignasca ha assunto un direttore frontaliere. Io credo che i temi vadano affrontati con meno emotività e più concretezza».

Il Centro quali obiettivi si pone?

«Confermare il seggio in Consiglio di Stato e mantenere, se non aumentare, la presenza in Gran Consiglio. Proprio per fare da collante tra le varie ali del Parlamento e far avanzare il Ticino».

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