Il punto

Perché la Juventus sì e gli altri no? La parola a Marco Bellinazzo

L'esperto de Il Sole 24 Ore torna sui 15 punti di penalizzazione inflitti al club bianconero per il famoso caso delle plusvalenze fittizie
© AP/LaPresse
Marco Ortelli
22.01.2023 07:00

«Lavoro notte e giorno per pagare le bollette, eppure mi sembra di essere in bolletta, ma ho un sogno nel cassetto: money, money, money…». Così cantano gli ABBA dal 1976. Soldi, soldi, soldi recitano invece le società di calcio e i loro associati come un mantra, da quando il gioco è diventato una macchina fabbrica e mangiasoldi. 

Cosa ne sarà da qui al 2030 dello sport più amato e praticato del pianeta? Una risposta la si può trovare nell’ultimo libro Le nuove guerre del calcio di Marco Bellinazzo edito da Feltrinelli il 15 novembre scorso. All’autore e giornalista esperto di calcio e finanza de Il Sole 24 Ore abbiamo però chiesto che ne sarà della Juventus - e del calcio italiano - dopo la sentenza di venerdì, 20 gennaio 2022, emessa dalla Corte d'appello della Federcalcio italiana.

Assoluzione, no, condanna

«È in effetti giunta una sentenza molto probante per la Juventus - osserva Bellinazzo - in qualche modo storica, 15 punti di penalizzazione, sia pure con possibilità di ricorso, sono un segnale molto indicativo che solleva un problema interpretativo, perché la Juventus, attenendoci al piano sportivo, è stata condannata?». Domanda legittima, tornando all’aprile 2022, quando il massimo organo di giustizia sportiva della Federcalcio aveva assolto la Juventus e altri 10 club nel processo delle plusvalenze. «La primavera scorsa - prosegue l’esperto - la mancata sanzione era stata fondata sul fatto che per la giurisprudenza italiana non esiste un criterio oggettivo - a differenza di un’automobile, eccetera - sulla base del quale si possa stabilire quale sia il prezzo giusto per il trasferimento di un calciatore. Da qui l’impossibilità di dimostrare che un prezzo diverso sia artificiale». 

Quindi cosa è cambiato? «Il fatto nuovo è che la Procura Federale, ricevuti gli atti dalla Procura di Torino in ambito penale - contenenti intercettazioni, documenti trovati durante le perquisizioni in sede, eccetera, impossibili da acquisire dalla Federcalcio - ha ritenuto che la Juventus abbia creato artificialmente delle plusvalenze con il preciso intento di migliorare i bilanci. Da qui la sanzione di 15 punti, ben più dei 9 richiesti dal procuratore federale Giuseppe Chiné».

Le reazioni dei media

Nella giornata di ieri, sabato, tutti i quotidiani, sportivi e non, italiani e disseminati nel mondo hanno dato risalto in prima pagina alla «stangata» ricevuta dalla Vecchia Signora. Da «Ingiustizia è fatta» ad «Asfaltata», solo per citarne due. Quale invece la sua lettura? «La lettura opposta sui media italiani in generale, al di là della partigianeria tra tifosi e non, nasce dal fatto che il procuratore Chiné aveva scelto da un lato una sanzione più blanda per la Juve, dall’altro però anche un’ammenda agli altri otto club e rispettivi amministratori e dirigenti (Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara). La Corte invece ha punito solo e pesantemente la società torinese e prosciolto le altre coinvolte». 

Queste operazioni presuppongono che ci siano due soggetti che si mettono d’accordo nel gonfiare i valori dei calciatori, per cui, se condanni una squadra devi condannare anche l’altra
Marco Bellinazzo, giornalista e scrittore

Se i conti non tornano

«Queste operazioni presuppongono che ci siano due soggetti che si mettono d’accordo nel gonfiare i valori dei calciatori, per cui, se condanni una squadra devi condannare anche l’altra. Non si capisce perché la Juve sì e le altre no». Quindi? «Evidentemente - osserva il nostro interlocutore - la Corte d’Appello della Federcalcio ha ritenuto che per questi altri 8 club non siano emersi quei fatti nuovi che hanno permesso di riaprire il processo alla Juventus. Chi legge la situazione in ottica bianconera sostiene altresì che questo sia illogico, perché come ha fatto la Juve a fare scambi fittizi se non si è messa d’accordo con altri club? Non si capisce perché». 

Possibile un terremoto nella serie A

«L’aspetto più preoccupante di tutta la vicenda è dato dal fatto che nell’inchiesta Prisma (l’indagine della Procura di Torino partita nel maggio 2021 con attività tecniche di intercettazione di comunicazioni e con il supporto di un consulente esperto in bilancio, ndr) sono citati altri club, come l’Atalanta e il Sassuolo, e altri, che sarebbero controparti della Juventus in queste operazioni “fraudolente” fatte per abbellire i bilanci. Si può prevedere un effetto domino che porterebbe a un terremoto nella classifica di Serie A». 

In conclusione, Marco Bellinazzo osserva che «non stiamo parlando di due o tre azioni fatte in violazione di norme contabili, ma di un sistema, perché di fatto è questo che si desume dalla sentenza. Allora forse sarebbe stato il caso che il tutto venisse prima vagliato da un giudice terzo». Nello stesso tempo «sarebbe opportuno fare chiarezza fino in fondo su quanto accaduto in questi anni». A livello penale, una partita importante verrà giocata il 27 marzo, quando si svolgerà l’udienza preliminare davanti alla quarta sezione penale della Procura della Repubblica di Torino. In quell’occasione il giudice dovrà decidere se rinviare a giudizio o meno la Juventus e i suoi amministratori non solo per le plusvalenze ma anche per le «manovre stipendi».