Edilizia

Quei bei progetti (sulla carta) mai realizzati

Il Ticino è considerato terra virtuosa per i concorsi di architettura – Ma poi capita che qualcosa s'inceppi prima del cantiere
Il progetto dell'Autosilo di Locarno Monti, bloccato nel 2022 per un vizio di forma, è uno dei tanti casi
Andrea Stern
Andrea Stern
08.06.2025 06:00

Il Ticino è considerato «terra virtuosa» nella pratica dei concorsi di progettazione, che fornisce ottimi risultati e trova la soddisfazione dell’ente pubblico. Tuttavia, capita che i progetti vincitori fatichino a concretizzarsi, o che non si concretizzino del tutto.

Si pensi al nuovo autosilo di Locarno Monti, alla sede della polizia Malcantone Ovest a Caslano, al Parco Viarno nel quartiere di Pregassona, al Ponte Spada in Capriasca, agli alloggi per anziani autosufficienti a Novazzano, alle nuove scuole elementari di Sementina. Tutte opere per le quali gli enti pubblici hanno indetto un concorso di architettura e hanno scelto un progetto vincitore ma poi, per un motivo o per l’altro, qualcosa si è bloccato.

La procedura funziona bene

«Negli ultimi anni in Ticino si è svolto un buon numero di concorsi di progettazione nell’ambito dell’edilizia pubblica - afferma Loris Dellea, direttore della Conferenza delle associazioni tecniche del canton Ticino (CAT-TI) -. Parliamo di una decina di concorsi all’anno, che non sono pochi per una realtà relativamente piccola come la nostra. Tuttavia, anche se sono stati fatti degli sforzi per migliorare la procedura di concorso, che oggi funziona molto bene, un aspetto su cui continuare a lavorare riguarda quella parte, comunque minoritaria, di concorsi che si fermano prima di arrivare alla fase di realizzazione, spesso per motivi indipendenti dal concorso stesso».

Stop temporanei e definitivi

A volte lo stop è temporaneo, come nel caso del progetto del Ponte Spada, una passerella ciclopedonale che dovrebbe unire le due sponde del Cassarate ma la cui realizzazione deve attendere che anche il Tribunale federale si esprima su un ricorso che contesta l’assegnazione dei lavori alla ditta vincitrice. In teoria, una volta evaso anche questo ricorso il progetto scelto dalla giuria nel 2018 potrà finalmente passare alla fase di cantiere.

Dovrebbe essere momentanea anche la battuta d’arresto del Parco Viarno, destinato a diventare la seconda più grande area verde a disposizione dei cittadini luganesi, dopo il Ciani. In questo caso il progetto vincitore era stato scelto nel 2019 ma il prosieguo dell’iter è stato frenato da un ricorso della STAN e soprattutto dalle esigenze di risparmio della Città.

In altri casi lo stop è definitivo, come a Novazzano, dove un referendum ha sotterrato l’idea di realizzare un nuovo complesso residenziale per anziani autosufficienti. O come a Manno, dove i cittadini hanno deciso che non volevano spendere quasi cinque milioni di franchi per edificare un nuovo centro polifunzionale.

I premi non coprono le spese

Sono bocciature che comportano dei costi. Sia per l’ente pubblico, sia per gli architetti che hanno partecipato ai concorsi. «L’architetto ha tutto l’interesse a che il progetto venga realizzato - riprende Dellea -. Non solo per una evidente questione di soddisfazione professionale ma anche perché rappresenta evidentemente la garanzia di una stabilità economica futura del suo studio. Il premio che viene assegnato dal committente nell’ambito del concorso di progetto non è sufficiente a coprire le spese per il lavoro effettuato, ancora meno per chi partecipa ma non è tra coloro che risultano premiati dalla giuria».

Va in ogni caso precisato che queste battute d’arresto dipendono in genere da ricorsi o da scelte politiche, non dagli architetti, tanto meno dalla procedura di concorso che, al contrario, in Ticino sembra funzionare parecchio bene. Al punto che la rivista specializzata TEC pone il nostro cantone tra quelli più virtuosi a livello nazionale.

Una collaborazione che funziona

«Dai risultati pubblicati l’anno scorso dalla rivista TEC emerge come il Ticino risulti ai primi posti per il suo operato nelle procedure di concorso - spiega Dellea -. Un’interpretazione del dato positivo ticinese è attribuibile all’impegno dei committenti pubblici, accompagnati dalla figura del coordinatore dei concorsi, e al lavoro della CCTi, la Commissione concorsi della SIA sezione Ticino, con la collaborazione e il sostegno della CAT-TI».

Una collaborazione volta a perfezionare la procedura di concorso e renderla il più efficace possibile. «Abbiamo promosso dei forum di discussione, degli incontri con i committenti pubblici, la formazione dei coordinatori di concorso, come anche la stesura di un bando base per i concorsi volto a uniformare le procedure, raccogliendo le esperienze positive raggiunte nel corso degli anni», afferma il direttore della CAT-TI.

Da parte sua l’ente pubblico, per garantire che i concorsi procedano senza intoppi, è chiamato innanzitutto a pianificare bene e per tempo i propri investimenti. «Per contribuire al processo è importante che l’ente pubblico elabori una strategia e una programmazione degli interventi a lungo termine - spiega Dellea -. Anticipare la pianificazione è essenziale per temi quali, per esempio, l’edilizia scolastica, la sanità pubblica o il mantenimento e il risanamento degli edifici esistenti. Fermo restando che le esigenze possono anche cambiare, per esempio a causa dell’evoluzione demografica, che può portare a modificare i progetti in ambito di edilizia scolastica».

Definire bene le esigenze

Altrettanto importante, ai fini dell’efficienza della procedura di concorso, è la precisa definizione di quelle che sono le esigenze dell’ente pubblico. «È essenziale poter disporre di studi di fattibilità corretti, accompagnati da analisi dei costi preliminari realistiche - osserva Dellea -. Il coordinatore di concorso ha un ruolo determinante in questa fase, per esempio aiutando il committente nella definizione del programma, consigliando gli approfondimenti necessari, suggerendo la procedura idonea e seguendo i primi contatti di coordinamento con le istituzioni, per esempio nel caso di beni culturali».

Nel caso di progetti molto complessi può essere indicata la procedura dei mandati di studio in parallelo, dove la definizione del programma passa attraverso il dialogo tra committente, i progettisti, gli specialisti e le diverse figure coinvolte, come per esempio le istituzioni e le associazioni. «Il concorso è di base un processo democratico dove i rappresentanti politici sono chiamati a determinare l’interesse della collettività - afferma Dellea -. Il consenso della popolazione è determinante nel processo politico».

Quando tutto fila liscio

Perché se la popolazione vuole e sostiene un progetto, la sua realizzazione può andare anche abbastanza in fretta. Ci sono esempi di opere pubbliche che sono state progettate, costruite e inaugurate in tempi relativamente brevi, come per esempio la nuova mensa scolastica di Viganello o la palestra polivalente e polifunzionale delle Terre di Pedemonte.

«A livello di tempistiche, per portare a realizzazione un’opera iniziata con un concorso di progetto risultano necessari in media tra 5 e 8 anni - spiega Dellea -. Questi sono costituiti da circa 3 anni per svolgere l’iter attraverso le decisioni politiche e il voto dei crediti necessari, circa uno o due anni per la progettazione definitiva e circa 2 o 3 anni per il cantiere, a seconda dell’opera».

Tra gli esempi di opere realizzate in tempi piuttosto rapidi figurano, oltre alle già citate mensa di Viganello e palestra delle Terre di Pedemonte, anche la nuova casa anziani di Canobbio e il Centro federale d’asilo Pasture, tra Novazzano e Balerna. In quest’ultimo caso il concorso di progettazione con procedura libera è stato indetto nel 2018.. Il cantiere è partito alla fine del 2020 e finalmente nel maggio 2024 la nuova struttura con 350 posti letto ha potuto essere inaugurata. A meno di sei anni dall’apertura del concorso.

«Vale la pena citare anche altri esempi di risultati rilevanti scaturiti da una buona procedura di concorso - riprende Dellea -. Tra questi figurano sicuramente il nuovo quartiere intergenerazionale di Coldrerio o le case anziani di Caslano e di Giornico. In tutti questi casi il processo ha funzionato in modo corretto e ha permesso di passare dal concorso di architettura all’inaugurazione dell’opera con piena soddisfazione del committente, dei progettisti e della collettività».

Un altro «successo» della procedura di concorso può essere annoverato a Biasca, dove si è finalmente posto fine a una situazione pianificatoria che pareva piuttosto confusa. «A Biasca una procedura di mandati di studio in parallelo ha permesso di passare in relativamente pochi anni da una situazione di stallo pianificatorio alla finalizzazione di diversi singoli concorsi di progetto, per la scuola dell’infanzia, la casa anziani, la scuola media e le scuole professionali», rimarca Dellea.

La valutazione degli architetti

Insomma, spesso tra i cittadini c’è l’impressione che in Ticino si progetti tanto e si realizzi poco. In parte questa impressione può anche essere vera. Ma non lo è di certo per la scelta della procedura dei concorsi di progetto, che invece dimostra di rispondere bene alle esigenze del committente, dei progettisti e della collettività.

«In generale gli architetti salutano molto positivamente la pratica del concorso di architettura, che permette di raggiungere la massima qualità possibile - conclude Dellea -. Ci sono poi dei progetti che non trovano continuità nella realizzazione, a causa dell’indecisione politica o di ricorsi o referendum, anche se si tratta di legittimi processi democratici, che affliggono purtroppo anche il nostro cantone. L’obiettivo di tutti gli attori deve essere quello di ridurre al minimo questa percentuale, che comporta un onere importante per tutti, non da ultimo per la collettività».

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