Richiedenti l'asilo, un reato e mezzo al giorno

Sono 533 i reati contro il Codice penale commessi l’anno scorso in Ticino da richiedenti l’asilo, in aumento rispetto al 2023 (520) e soprattutto rispetto agli anni precedenti, quando il numero di reati attribuibili a persone che si trovano nel processo di asilo oscillava attorno alle 200 unità. Una piccolissima parte, va precisato, degli oltre 18.000 reati contro il Codice penale che vengono registrati ogni anno in Ticino.
A rivelare queste cifre è il Consiglio di Stato in risposta a un’interrogazione del deputato Andrea Sanvido (Lega), il quale metteva sul tavolo una presunta difficoltà della polizia cantonale a svolgere a pieno le proprie funzioni a causa delle numerose sollecitazioni legate ai richiedenti l’asilo. Prendendo spunto da alcune situazioni puntuali, Sanvido ipotizzava che gli agenti fossero troppo impegnati a stare dietro agli ospiti dei centri d’asilo e dovessero di conseguenza sacrificare altri compiti. Ma a quanto pare non è così.
«La situazione attuale inerente a questa tipologia di interventi non causa particolari criticità tattiche per l’operato della polizia cantonale», rassicura il Consiglio di Stato, sottolineando che «la repressione e la prevenzione di reati commessi da richiedenti l’asilo si inserisce nelle attività ordinarie di competenza della stessa polizia».
Più di 200’000 franchi di refurtiva
Tuttavia, è pur vero che negli ultimi due anni si è assistito a un aumento dei reati commessi da persone che si trovano nel processo di asilo o che hanno ricevuto una risposta negativa ma non hanno ancora lasciato il Paese. In particolare sono raddoppiati i furti, che rappresentano poco più della metà dei reati commessi da richiedenti l’asilo. Furti di varie tipologie, tra le quali il Consiglio di Stato cita il borseggio, il furto con destrezza, il furto con scasso, il furto di veicoli oppure nei veicoli, il taccheggio. Nella risposta all’interrogazione si legge anche che la refurtiva complessiva per l’anno 2023 è ammontata a 137’773 franchi, mentre per il 2024 è stata di 220’462 franchi. Per gli anni precedenti non si dispone di dati statistici dettagliati.
Sanvido voleva inoltre sapere se una condanna potesse comportare l’interruzione della procedura d’asilo, ma il Consiglio di Stato gli spiega che queste decisioni competono alla Segreteria di Stato della migrazione (SEM). «Il Cantone può solo limitarsi a segnalare all’autorità federale le condanne penali cresciute in giudicato», precisa il governo.
La situazione ad ogni modo viene ritenuta sotto controllo e il Consiglio di Stato non vede la necessità di rafforzare le misure che già oggi vengono attuate in quest’ambito. «Le valutazioni inerenti a richiedenti l’asilo autori di reato vengono effettuate con regolarità, anche in occasione di incontri con l’autorità federale competente - sottolinea il governo -. Allo stato attuale, non si ravvisa la necessità di rafforzare le misure di polizia ordinarie già esistenti, siano essere di carattere preventivo o repressivo»