Lavoro

Se gli Uffici regionali di collocamento tagliano

Con un tasso di disoccupazione così basso, anche in Ticino è stato necessario un adeguamento degli effettivi in seno agli URC
© CdT/Chiara Zocchetti
Andrea Stern
Andrea Stern
20.11.2022 09:59

È da oltre vent’anni che il tasso di disoccupazione in Svizzera non era stato così basso. A fine ottobre si attestava all’1,9%, il che equivale a poco meno di 90.000 persone iscritte agli Uffici regionali di collocamento (URC).

Una buona notizia per tutti. Tranne che per i collocatori degli URC, che in mancanza di disoccupati rischiano ora di dover passare dall’altra parte della barricata e diventare a loro volta disoccupati.

Un paradosso che si è già concretizzato in diversi cantoni, tra cui il nostro. «Un adeguamento degli effettivi è stato necessario anche in Ticino», annuncia Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia, cui competono gli URC.

A Berna saltano 60 posti

Un po’ tutti i cantoni si stanno muovendo in tal senso. La riduzione di organico più sostanziosa, finora, è quella annunciata dal canton Berna. Lì a timbrare sono rimaste solo 8.000 persone, la metà dell’anno scorso. Il tasso di disoccupazione è all’1,4%, un minimo storico. Le autorità cantonali si trovano costrette a tagliare le spese. Entro l’anno prossimo - ha riferito la SRF - negli uffici di collocamento bernesi verranno cancellati ben 60 posti di lavoro a tempo pieno.

Una scelta obbligata. Perché, spiega Rizzi, i finanziamenti della Confederazione sono direttamente correlati al numero di persone in cerca di lavoro. Se queste diminuiscono, anche i fondi diminuiscono. «La Sezione del lavoro è indennizzata annualmente dalla Confederazione per le spese di esecuzione della Legge federale sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI) - osserva il direttore della Divisione dell’economia -. Il montante dell’indennizzo per ogni Cantone è stabilito a livello federale dall’Ordinanza sull’indennizzo delle spese d’esecuzione della LADI. Il numero medio e il tasso di persone in cerca d’impiego iscritte in un Cantone sono criteri determinanti per calcolare questa indennità dei costi di esercizio».

Visto il calo della disoccupazione registrato anche in Ticino - oggi sono iscritte ai cinque URC cantonali poco meno di 4.000 persone - vi è quindi da attendersi un consistente calo delle indennità provenienti dalla Confederazione.

Meno soldi dalla Confederazione

«Alla luce di quanto previsto dall’ordinanza e considerata la consistente diminuzione del tasso di disoccupazione in Ticino - che è passato dal 4.2% del mese di aprile 2020 al 2.4% del mese di ottobre 2022 - l’indennizzo dei costi per il prossimo anno sarà inferiore rispetto agli anni precedenti per il nostro Cantone», osserva Rizzi.

Da qui la necessità di intervenire limando le spese. Per ora in Ticino si è riusciti a evitare licenziamenti. Tuttavia ci sono alcuni dipendenti degli URC cui non potrà essere rinnovato l’incarico. «Cesseranno l’attività - spiega Rizzi -, alcuni dei collaboratori assunti con contratto a tempo determinato per far fronte alla fase pandemica, che sono giunti a naturale scadenza del loro incarico».

Anche Soletta ha reagito al calo dei disoccupati non rinnovando i contratti di alcuni collocatori assunti a tempo determinato. Mentre San Gallo e Zurigo si limitano per il momento a non sostituire i partenti. Ma entrambi i cantoni non escludono provvedimenti più incisivi qualora la disoccupazione dovesse mantenersi su livelli così bassi.

Uno scenario alquanto probabile. Solitamente la stagione invernale coincide con un aumento temporaneo della disoccupazione, ma questa volta gli esperti dell’URC prevedono che l’impatto sarà «molto moderato». Una buona prospettiva per tutti. Tranne che per i collocatori.