Il produttore

All’ombra del bosco, ecco la tenuta Ronchetti di Pura

L'azienda esiste dal 1950, ma smercia vino solamente da poco più di un anno. Il tempo necessario per conquistare una medaglia d’oro all’ultimo Mondial du Merlot
@Carlo Reguzzi
Mattia Bertoldi
11.01.2023 12:00

La radio trasmette On the Road Again, brano sessantottino dei Canned Heat, quando imbocco la strada privata che conduce alla tenuta Ronchetti di Pura. Il fine settimana è stato piovoso, la via è ricoperta da foglie rosse e ricci di castagno. Ad aprirmi il cancello c’è Andrea, 48 anni, uno dei due cugini alla testa dell’azienda. Mi invita a entrare in un casolare di pietra e non appena varco la soglia, torno negli anni Sessanta.

La stanza misura poco più di tre metri per tre ed è arredata come una volta: muri e pavimento in pietra nuda, due dispense di legno con vetri smerigliato, una bilancia col piatto e un camino acceso. Molti oggetti in poco spazio in modo da non disperdere il calore, le parole, le energie.«È qui che io e mio cugino siamo cresciuti», mi dice Paolo, 49 anni, stringendomi la mano.

@Carlo Reguzzi
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La storia decennale dell’azienda di famiglia (dal 1950) si può snocciolare seguendo l’elenco delle etichette (vinificate dalla Tamborini) che i due smerciano da poco più di un anno. «Tutto nasce da tre donne sole appartenenti alla famiglia Lorenzetti» prosegue Paolo, «che gestivano questo appezzamento e hanno ispirato il 3Zitelle, il nostro bianco di Merlot. All’inizio degli anni Cinquanta c’erano i nostri nonni ad aiutarle e hanno così trasmesso il mestiere ai figli: lo zio Celso e Floriano, mio padre, al quale è stato dedicato il Floris (un Merlot al 100%, ndr). Noi siamo subentrati nel 2020 come membri della terza generazione fondando ufficialmente la Tenuta Ronchetti.»

A Celso è ispirato il nome per la fortunata terza etichetta della cantina: l’ecCelso è infatti un Merlot riserva al 100% che ha conquistato una medaglia d’oro all’ultimo Mondial du Merlot, un riconoscimento che i cugini Ronchetti mettono giustamente in primo piano sul sito internet dell’azienda. «E c’è anche chi ce lo chiede senza chiamarlo con il suo nome: è diventato dam ul vin, chel de la medaja

La tenuta Ronchetti non è però solo la storia di due cugini, ma di due famiglie: sedute vicino al fuoco ci sono infatti Roberta e Laura, le mogli rispettivamente di Paolo e Andrea. Sono loro quattro, oltre al sempre presente Celso, a occuparsi dell’ettaro di vigna che svetta su Pura e di un lungo elenco di incombenze che hanno il gusto della vita ticinese di un tempo: raccogliere le castagne, far legna, dare il mangime alle galline, far pascolare le pecore, alleggerire l’albero di cachi. «Ogni giorno qualcuno di noi passa da qui» dice Roberta, «perché ovviamente gli animali devono mangiare, ma anche il nostro ettaro di vigna richiede sempre qualche nuovo lavoretto.»

Laura mi indica un calendario del 2022 sopra la sua testa. «È questo il nostro riferimento, quando si tratta di programmare vacanze o altri impegni. La coordinazione è tutto.»

@Carlo Reguzzi
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Ritagliarsi del tempo per gestire una proprietà del genere, attorniata dal bosco, non è semplice e richiede sforzi (e investimenti) mirati. «Senza la recinzione elettrificata che protegge le piante dai cinghiali, rischieremmo di perdere tutto nel giro di una notte» afferma Andrea, che lavora al 40% come curatore privato e al 60% come impiegato di banca. «Poi bisogna considerare anche la storia del luogo» ribatte Paolo, in servizio per la Polizia comunale di Lugano e municipale del Comune di Pura. «Il nostro vigneto compie 40 anni e lungo i filari corrono ancora le corde anziché il fil di ferro, il che richiede del lavoro supplementare di manutenzione.»

Il loro luogo preferito, sorprendentemente, non è il piccolo locale multiuso in cui mi hanno accolto. C’è una panchina, fuori, in cui si ritrovano alla fine del lavoro. «Quando ci rendiamo conto che la giornata è ormai agli sgoccioli» racconta Laura, «ci guardiamo negli occhi e qualcuno dice: “D’accordo, per oggi basta. Sa bevum?” È il momento più bello, quello in cui ci rendiamo conto che si fatica molto, ma lo facciamo tutti insieme.»

Saluto, ringrazio e mi rimetto per strada. Dopo la prima curva, do un’occhiata allo specchietto retrovisore: il bosco torna protagonista e i quattro dell’azienda Ronchetti riprendono a lavorare all’ombra dei castagni. In maniera discreta e alacre, in attesa della prossima affermazione mondiale.

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