Storie di pinte

La “Bozz”, un affare di famiglia che ora cerca nuovi sbocchi

Alan Bozzini si è fatto contagiare dalla passione del fratello e si è dato alla produzione di birra. Ora però cerca qualcuno che possa rilevare l’attività
@Carlo Reguzzi
Omar Cartulano
23.06.2023 10:35

Il sogno di un giovane appassionato che diventa realtà, cresce e resiste grazie all’affetto di una famiglia. Sono passati 10 anni dalla scomparsa del 25enne Alan Bozzini, ma la sua Birra Bozz si è fatta apprezzare sempre più nel Locarnese e non solo. Un marchio nato nel 2012 che il fratello Richy ha preso in mano grazie anche al resto della famiglia: insieme hanno creato una vera e propria casa-birrificio. «Nell’arco di un anno produciamo fino a 30 birre diverse» spiega il birraio, «e a volte ce ne sono anche 20 differenti in vendita.»

Dal piccolo birrificio di Gerra Piano esce di tutto tra bionde, rosse, ambrate, weizen, IPA o soluzioni originali con ingredienti speciali del territorio come miele, sambuca, noci del nocino e uva americana. Centrale è però sempre «l’idea di proporre delle birre beverine. Semplicità e finezza sono decisivi per una birra buona e ben fatta.»

E dire che Richy, dopo la scuola di commercio a Bellinzona e al ritorno da un soggiorno in Australia, mai si sarebbe immaginato di vivere tale carriera. «Era mio fratello a essersi lanciato con i kit da homebrewer, poi quando si è trovato in difficoltà con le cure contro il cancro ho iniziato a dargli una mano. Da assistente, mi son presto trovato a essere io il birraio. E poi negli anni anche a capire come si gestisce una ditta… servono tanti compromessi!.»

Un’avventura che si è arricchita dei consigli di vari altri produttori artigianali ticinesi. «Si potrebbe pensare che siamo concorrenti, ma in realtà c’è collaborazione. Penso che se qualcuno prova una buona birra artigianale di qualcun altro, quando ne avrà l’occasione sarà curioso di provare anche la mia.»

Alcune delle etichette prodotte da Birra Bozz (@Carlo Reguzzi)
Alcune delle etichette prodotte da Birra Bozz (@Carlo Reguzzi)

Nel corso degli anni la Bozz si è proposta in diversi eventi sul territorio e ha allacciato una collaborazione con Greenhope, una fondazione nata anch’essa da un lutto per un caso di tumore. «Abbiamo creato una birra con la loro etichetta e abbiamo pattuito che i nostri utili siano destinati alla loro causa.»

Ora, però, il 32enne è arrivato a una svolta di vita e, malgrado la passione, vorrebbe cedere l’attività: «Vorrei vivere delle esperienze all’estero, fare volontariato, partire senza sapere quando tornerò. Per questo ocerchiamo qualcuno che abbia voglia di portare avanti questo progetto consolidato.»

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