Opera

Addio ad Antonietta Stella, voce di Verdi e Puccini

Interprete di primo piano, si esibì nei teatri di tutto il mondo – Aveva 92 anni
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Ats
23.02.2022 20:31

Musica in lutto per la morte del soprano Antonietta Stella, 92 anni, molto nota tra gli anni ‘50 e ‘70 del Novecento quando si esibì nei teatri di tutto il mondo, dalla Scala al Metropolitan di New York.

Interprete di primo piano nel repertorio dell’opera italiana, ritenuta una delle più notevoli voci di soprano lirico-spinto, si distinse in molti ruoli verdiani e poi pucciniani. Nata a Perugia (Umbria) il 15 marzo del 1929, Stella si è spenta questa mattina nella sua casa di Roma, ha riferito all’agenzia di stampa italiana Ansa uno dei nipoti.

Gli esordi nel 1950 quando, dopo gli studi al Conservatorio Morlacchi di Perugia, vinse giovanissima il concorso del Teatro Sperimentale di Spoleto (Umbria), debuttando quello stesso anno nel Trovatore. La sua ascesa poi fu rapidissima: nel gennaio 1951 cantò per la prima volta all’Opera di Roma nella Forza del destino accanto a Mario Del Monaco e, a poca distanza di tempo, nel Trovatore. Quindi l’esordio sui tutti i maggiori palcoscenici italiani, dal Maggio di Firenze alla Scala dove debuttò con Otello. E nel teatro milanese tornò tante volte, interpretando molti dei più impegnativi ruoli verdiani, ma anche la Donna Anna del Don Giovanni e la pucciniana Suor Angelica.

Negli stessi anni prese il via la sua carriera internazionale al Covent Garden nella stagione 1954-1955 con Aida e poi nel ‘56 al Metropolitan, ancora una volta in Aida, ma cantò anche alla Royal Opera House di Londra, alla Staatsoper di Vienna e alla Lyric Opera di Chicago. Al Metropolitan tornò anche con il Trovatore e poi con la Tosca, fino ad un grande successo, era il 1958, con Madama Butterfley. La sua interpretazione dell’eroina pucciniana fu applaudita in tutto il mondo per la toccante e tenera commozione impressa al ruolo, anche grazie a una recitazione curata nei minimi dettagli, studiata per l’occasione con un regista giapponese.

La sua carriera continuò fino agli anni ‘70, quando fu applaudita a Roma nei parte di Irmengarda nell’Agnese di Hohenstaufen e poi nell’Attila, entrambe dirette da Riccardo Muti.