La recensione

1899: gli autori di Dark tornano con un enigma ancor più complesso

La nuova serie tv, disponibile su Netflix dalla scorsa settimana, racconta le inquietanti vicissitudini del gruppo di migranti a bordo della nave Kerberos
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Federica Serrao
22.11.2022 11:15

«Wake up». Svegliati. È questo il messaggio che apre ognuno degli otto episodi di 1899, la nuova serie horror-drama firmata Baran bo Odar e Jantje Friese, uscita la scorsa settimana su Netflix. Dopo il successo di Dark, la loro prima produzione Netflix, gli autori tedeschi sono tornati più carichi che mai, portando sui nostri schermi la misteriosa storia di un gruppo di migranti (più o meno ricchi) che attraversa l'Atlantico a bordo della nave Kerberos, con la speranza di raggiungere New York e iniziare una vita migliore. La tranquillità della traversata sarà subito compromessa dal ritrovamento dell'inquietante Prometheus, un piroscafo appartenente alla stessa compagnia navale della Kerberos, di cui si erano perse le tracce quattro mesi di prima. La scoperta della nave fantasma darà origine a un vortice di misteri e avvenimenti angoscianti e sconvolgenti. 

Chi c'è a bordo della Kerberos?

Dimenticate i viaggi nel tempo che ci hanno accompagnato tra i segreti di Winden nel corso delle tre stagioni di Dark. 1899 è una storia nuova, che non ha nulla a che vedere con la trama del primo apprezzatissimo capolavoro dei due autori tedeschi. Per i più affezionati, però, una buona notizia c'è. Tra i protagonisti del nuovo prodotto made in Germany, c'è Andreas Pietschmann, l'attore che in Dark interpreta la versione adulta di Jonas, conosciuto anche come The Stranger prima che la sua vera identità venisse rivelata. In questa nuova serie, Pietschmann abbandona l'impermeabile nero per vestire i panni del capitano della Kerberos, Eyk Larsen. Insieme a lui, a bordo della nave, fanno la comparsa attori da tutto il mondo. La particolarità di 1899, infatti, è quella di essere stata recitata in ben otto lingue diverse: tedesco, inglese, polacco, portoghese, spagnolo, francese, danese e cantonese. Per questo motivo, scegliere di guardare questa serie in lingua originale - o per meglio dire, nelle lingue originali - con i sottotitoli, con il suo mescolarsi di idiomi differenti rende il prodotto molto più interessante rispetto a quanto non accada guardandola doppiata in italiano (o in qualsiasi altra lingua).  

Andreas Pietschmann non è però l'unico personaggio al centro della trama. L'altra vera protagonista è Maura Franklin (Emily Beecham), una donna dai capelli rossi che si presenta agli altri passeggeri della nave come un medico, il cui passato, fin dai primi istanti, si intuisce essere particolarmente misterioso. Tra i corridoi della Kerberos fanno poi la loro comparsa la giovane coppia francese formata da Clémence e Lucien, due novelli sposi il cui rapporto appare subito essere piuttosto turbolento, così come quello di Ángel (Miguel Bernardeau, famoso per la sua partecipazione in Elite) e Don Romero, due fratelli spagnoli. Nel corso della narrazione facciamo la conoscenza anche di una famiglia danese, viaggiatrice in terza classe, composta dal giovane Kersten e dalle sorelle Tove e Ada, ma anche del fuochista polacco Olek e delle misteriose Ling Yi e Juk Ye, in partenza da Hong Kong. Ognuno dei personaggi di questo nuovo prodotto sembra essere stato confezionato con l'intento di custodire uno o più misteri sul proprio conto. Ma lasciamo che siate voi a scoprire di più della complicata e intricata storia dei protagonisti di 1899. 

Tra ritmi lenti e colpi di scena

Ai personaggi misteriosi non si può che aggiungere un'ambientazione altrettanto inquietante. In 1899 trionfano i toni cupi, i colori scuri come il nero, il petrolio o il bordeaux indossato dalla stessa Maura, e le melodie minacciose, intervallate da musiche più moderne che, in qualche modo, ci confondono ulteriormente. In sottofondo troviamo infatti artisti che difficilmente assoceremmo all'epoca storica in cui è ambientata la serie. Tra questi, sentiamo brani di Jimi Hendrix,  Deep Purple, Black Sabbath, ma anche dei Jefferson Airplane, nonché di Cat Stevens e David Bowie. Il mistero, presente fin dall'apertura della serie, non fa altro che intensificarsi puntata dopo puntata, sebbene la storia avanzi molto lentamente, non reggendo il passo con la narrazione di Dark. Tuttavia, nonostante la poca dinamicità che rischia di portare a qualche sbadiglio di troppo, Baran bo Odar e Jantje Friese hanno mantenuto la capacità di stupire e di rovesciare la situazione, seminando il prodotto di improvvisi turning points che ribaltano le aspettative proprio quando si pensava di essere vicini a capire qualcosa di più dell'enigma. Non a caso, ogni episodio si chiude con un nuovo rompicapo o con un colpo di scena, che obbliga lo spettatore a premere play e continuare con la visione della puntata successiva. Anche se i livelli di Dark, al momento, sembrano non essere stati raggiunti, il finale di 1899 rimescola le carte e ci fa capire che quello che sembrava un punto di arrivo, è in realtà solo un punto di inizio e il mistero, che sembrava risolto, non è che appena cominciato, e appare addirittura più intricato di quanto si riuscisse a immaginare. Baran bo Odar e Jantje Friese, hanno ancora tempo per stupirci, dunque. Saranno le prossime due stagioni di 1899, in programma per i prossimi anni, a determinare se in positivo o in negativo. 

© Twitter / Netflix
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