Cinema

Bruce Willis dice addio alle scene: ecco 10 film da riscoprire

L'attore chiude la carriera perché affetto da afasia: una classifica delle migliori opere in cui ha recitato
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Michele Montanari
01.04.2022 16:03

Ci siamo giocati anche Bruce Willis. Un vero peccato. Il duro a morire di Hollywood dice addio alle scene a causa della malattia: afasia, impossibile continuare. Bruce Willis da anni era finito a recitare in opere minori o in pellicole del tutto trascurabili, ma, soprattutto negli anni 90, è riuscito ad entrare nel cuore dei cinefili con interpretazioni memorabili. Nella sua filmografia non mancano una manciata di capolavori della settima arte. Omaggiamo l’attore con una top 10 delle migliori opere in cui ha recitato.

10) Ancora vivo - Last man standing, regia di Walter Hill (1996)

Remake autorizzato di La sfida del samurai di Akira Kurosawa (e quindi di Per un pugno di dollari di Sergio Leone). Il film gangsteristico di sua maestà Walter Hill (quello di Driver l'imprendibile, I guerrieri della notte, I guerrieri della palude silenziosa e Danko, giusto per capirci) è stato più volte massacrato dalla critica e fu un flop al botteghino. Il Bruce Willis sbruffone, atletico e dalla battuta sempre pronta visto in lavori precedenti lascia il posto ad un personaggio ruvido e cinico. Ancora vivo è una incessante pioggia di piombo, una pellicola nichilista, in cui convivono i lati più duri di noir e western. Una storia polverosa di vivi già morti. Grande interpretazione di Christopher Walken nei panni dell'inquietante Hickey.

9) Slevin - Patto criminale, regia di Paul McGuigan (2006)

Film che si incastra alla perfezione in quel filone di commedie gangsteristiche che da Pulp Fiction arriva fino a Guy Ritchie (Lock & Stock - Pazzi scatenati e quella perla di Snatch - Lo strappo su tutti). Slevin è una storia di vendetta violenta (anche violentissima), capace di stemperare la tensione con una corposa dose di black humor. Un cast di tutto rispetto (Josh Hartnett, Lucy Liu, Morgan Freeman e Ben Kingsley) dà vita a personaggi estremamente caratterizzati, in cui spicca il sicario Goodkat, interpretato da Bruce Willis: gelido, serio e serioso, ma con derive decisamente e inaspettatamente (auto)ironiche (imperdibile la sua «mossa Kansas City»).

8) Il quinto elemento, regia di Luc Besson (1997)

L’opera di Luc Besson è stata la pellicola più costosa mai prodotta in Europa all'epoca della sua uscita nei cinema. D’altronde il regista francese arrivava da successi come Nikita e, ancor di più, quel Lèon che ha consacrato le carriere di Jean Reno e Gary Oldman, nonché lanciato Natalie Portman alla ribalta. Il quinto elemento è una sorta di Blade Runner dell’assurdo, un cine-fumetto prima dei cine-fumetti. Un film ironico, colorato, rumoroso, barocco e baraccone, in cui Bruce Willis (il taxi driver Korben Dallas), fa quello che gli riesce meglio: il duro a morire. Prima si spara, poi si fanno le domande.

7) Die Hard - Duri a morire, regia di John McTiernan (1995)

Terzo capitolo della saga che vede come protagonista il poliziotto John McClane. Dopo Trappola di cristallo e il mezzo passo falso di 58 minuti per morire (regia di Renny Harlin), John McTiernan torna dietro la cinepresa con un film al cardiopalma, fatto di esplosioni, pallottole e auto lanciate a tutto gas. Bruce Willis, come da copione, prende botte dall’inizio alla fine della pellicola, ma questa è volta affiancato da Samuel L. Jackson. Jeremy Irons interpreta il villain Simon (indimenticabile il suo «Simon ordina»). Nel film è presente una tra le scene più scorrette degli ultimi 30 anni (oggi sarebbe impensabile): McClane gira per Harlem con indosso un cartello che recita «I hate niggers» (scritta aggiunta in post produzione per evitare proteste nel quartiere a prevalenza afroamericana).

6) L'ultimo boy scout - Missione: sopravvivere, regia di Tony Scott (1991)

In una eventuale classifica delle migliori commedie d’azione hollywoodiane anni 90 se la gioca solo con True Lies (regia di James Cameron, 1994, con protagonista Arnold Schwarzenegger). Il film di Tony Scott ha un ritmo forsennato, tra pistole, pallottole e… palloni da football americano. La coppia Bruce Willis/Damon Wayans funziona alla perfezione, con battute esplosive da citare a memoria. Nel suo genere («leggero perché ho voglia di niente», parafrasando la nota canzone) è un’opera impeccabile.

5) Sin City, regia di Robert Rodriguez (2005)

Sin City rappresenta un punto di rottura nel mondo della trasposizione di fumetti sul grande schermo. I cine-comic precedenti sono sempre stati abbastanza deludenti (con le dovute eccezioni, qualcuno ha detto Tim Burton?) mentre quelli successivi, chi più chi meno, hanno imparato la lezione di Robert Rodriguez. Il regista pupillo di Tarantino parte dai capolavori di Frank Miller, assolda una decina di superstar hollywoodiane e le piazza in studio davanti al green screen. Il risultato è un noir in bianco, nero e qualche colore, fedelissimo alle opere su carta. Bruce Willis interpreta il detective John Hartigan, protagonista del volume Quel bastardo giallo. Un cult.

4) The Sixth Sense - Il sesto senso, regia di M. Night Shyamalan (1999)

Forse secondo solo a Psyco di Alfred Hitchcock in una ipotetica classifica dei film più spoilerati di sempre. Il thriller/horror di M. Night Shyamalan nel 2007 è stato inserito dall'American Film Institute all'ottantanovesimo posto tra le migliori cento pellicole USA di tutti i tempi. Con 672.806.292 dollari è stato uno dei più grandi incassi della storia del cinema. Bruce Willis interpreta lo psicologo infantile Malcolm Crowe e offre una prova attoriale decisamente sui generis, quasi sussurrata. Ovviamente legata al clamoroso colpo di scena che rende questo film unico.

3) Trappola di cristallo, regia di John McTiernan (1988)

Entriamo nella tripletta di capolavori. Trappola di cristallo, primo capitolo della saga di Die Hard, è il vero e proprio trampolino di lancio del Bruce Willis che conosciamo, quello entrato nell'olimpo degli attori action al fianco di Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger. L'interpretazione del personaggio John McClane definisce un ruolo che il nostro ripeterà fino allo sfinimento: l’eroe-antieroe sbruffone, sarcastico e atletico, capace di incassare botte che stenderebbero il più forte dei pugili. Trappola di cristallo oltre ad essere uno dei vertici assoluti del suo genere, è pure un signor film natalizio.

2) L'esercito delle 12 scimmie, regia di Terry Gilliam (1995)

Senza dubbio la miglior prova attoriale di Bruce Willis, che qui giganteggia insieme ad uno squilibratissimo Brad Pitt (che ottenne una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista e vinse il Golden Globe per il miglior attore non protagonista). L’opera fantascientifica di Terry Gilliam, ispirata al cortometraggio francese La jetée, è un cortocircuito spaziotemporale che inquieta, commuove e lascia interdetti. Un film visionario e cupo, da amare in ogni sua sfumatura.

1) Pulp fiction, regia di Quentin Tarantino (1994)

Primo posto scontatissimo. Parliamo di Tarantino al suo meglio. Che altro si può aggiungere su Pulp fiction che non sia già stato detto? Nell’opera vincitrice di Cannes, Bruce Willis rischia di passare quasi inosservato accanto a fenomeni come Samuel L. Jackson, Christopher Walken, Harvey Keitel, Tim Roth, Uma Thurman e John Travolta. Il nostro interpreta il pugile Butch e si conferma un attore solidissimo. Inoltre gli tocca l’episodio più scabroso dell’intero film: la trappola sadomaso nel sudicio scantinato di Zed. Roba tosta.