Cinema

Tre film svizzeri nominati agli European Film Awards

La novità riguarda il direttore della fotografia Fabian Gamper, 40.enne argoviese residente a Berlino, nominato nella categoria «European Cinematographer» (miglior fotografia) per il film tedesco «In die Sonne schauen»
Ats
03.12.2025 15:01

Sono tre i film elvetici in lizza per un premio alla 38. edizione degli European Film Awards, che si terrà il 17 gennaio a Berlino. Per quanto riguarda la Svizzera, la novità riguarda il direttore della fotografia Fabian Gamper, 40.enne argoviese residente a Berlino, nominato nella categoria «European Cinematographer» (miglior fotografia) per il film tedesco «In die Sonne schauen».

Con nove nomination, «Sirât», un road-movie nel deserto del regista spagnolo con cittadinanza francese Oliver Laxe, supera di poco «Sentimental Value» del norvegese Joachim Trier e «In die Sonne schauen» («Sound of falling») della berlinese Mascha Schilinski, che ne contano otto ciascuno.

Le prime nomination - miglior film, regia e sceneggiature - erano state pubblicate a metà novembre. Altre categorie, tra cui fotografia, musica e trucco, sono state rese note la settimana scorsa.

«In die Sonne schauen» sorpresa a Cannes

«Sirât», «Sentimental Value» e «In die Sonne schauen» figurano nelle categorie miglior film, miglior regista e migliore sceneggiatura. «Un simple accident» dell'iraniano Jafar Panahi, vincitore della Palma d'Oro a Cannes lo scorso maggio, concorre anch'esso in queste tre categorie.

«In die Sonne schauen» è stata una delle grandi sorprese al Festival di Cannes di quest'anno dove si è aggiudicato il Premio della giuria, vinto tra l'altro ex aequo con «Sirât». Si tratta del primo lungometraggio di una regista sconosciuta ai più, Mascha Schilinski, con la quale l'elvetico Fabian Gamper è in coppia dai tempi degli studi alla Filmakademie Baden-Württemberg.

La pellicola, scelta dalla Germania come candidata ufficiale agli Oscar, ripercorre la vita di quattro donne in diverse epoche del XX secolo.

L'attrice tedesca Leonie Benesch è invece nominata per il suo ruolo principale nel film «L'ultimo turno» («Heldin», 2025) della regista svizzerotedesca Petra Volpe. Nella pellicola seguiamo Floria, un'infermiera instancabile, che gestisce il ritmo frenetico del reparto chirurgico dell'ospedale, pur essendo a corto di personale. Man mano che la giornata si fa più intensa, viene spinta al limite in una corsa contro il tempo.

«L'ultimo turno» agli Oscar

Selezionato in una dozzina di festival e premiato almeno sei volte, «L'ultimo turno» è stato scelto dalla Svizzera per la partecipazione agli Oscar nella categoria «Miglior film internazionale». Si saprà il 16 dicembre se la pellicola fa parte della «short list».

Agli European Film Awards è in lizza anche il film d'animazione in stop motion «L'Olivia i el terratremol invisible» (Olivia e il terremoto invisibile, 2025), una coproduzione minoritaria svizzera della casa di produzione ginevrina Nadasdy Film, nominato in ben due categorie «European Film» (miglior film) e «European Animated Feature Film» (miglior film d'animazione).

La dodicenne Olivia vede la sua vita andare a rotoli quando la sua famiglia è espulsa dalla sua residenza. Con la madre Ingrid e il fratello Tim, devono occupare abusivamente un appartamento. Olivia convince Tim che tutto questo è solo un film di cui loro sono i protagonisti.

Circa 5400 membri della European Film Academy hanno votato per i film e le personalità nominati, lo stesso procedimento che per gli Oscar negli USA.

L'attrice e regista norvegese Liv Ullmann riceve un premio alla carriera. La regista italiana Alice Rohrwacher viene ricompensata per il suo contributo al cinema mondiale, premio ricevuto il dicembre dello scorso anno al KKL di Lucerna, dove la Svizzera aveva ospitato per la prima volta gli «Oscar europei», da un'altra italiana, l'attrice Isabella Rossellini. Rohrwacher è nota per film come «La chimera», coprodotto e sostenuto in Svizzera da Amka Films Productions di Savosa e dalla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI).

A Lucerna, «Emilia Pérez» del regista francese Jacques Audiard aveva sbancato aggiudicandosi, fra gli altri, il premio al miglior film.