Coda - I segni del cuore

Un remake rispettoso dell'opera originale

Il film della regista americana Sian Heder, premiato con l'Oscar, non tradisce lo spirito de «La famiglia Bélier» e addirittura ne riprende tali e quali molte scene –Ottimo il cast e interessanti le scelte musicali, ma ciò non basta ad andare oltre la «bella copia»
Emilia Jones nei panni di Ruby Rossi, la giovane protagonista, unica figlia di una famiglia di sordi
Antonio Mariotti
09.04.2022 06:00

Diversamente da quando si ha a che fare con l’adattamento di un’opera letteraria per il grande schermo, che sottintende un totale cambiamento di criteri espressivi, quando si parla di un remake bisogna sempre distinguere tra chi ha visto il film originale e chi no. I primi tenderanno inevitabilmente ad andare a caccia dei parallelismi e delle differenze tra le due opere, i secondi si godranno o meno la proiezione senza preconcetti. Nel caso di CODA - I segni del cuore, rifacimento del lungometraggio francese La famiglia Bélier diretto da Eric Lartigau nel 2014 e recente vincitore di tre premi Oscar tra cui quello per il miglior film, il passaggio dalla cultura europea a quella nordamericana può dirsi sostanzialmente riuscito e le importanti tematiche messe sul tappeto dal soggetto ben evidenziate. Il rispetto per i disabili, la particolarità del mondo in cui vivono i sordomuti e il diritto dei loro figli udenti a costruirsi un destino autonomo (l’acronimo CODA sta per «Figlio di un adulto sordo») sono al centro del discorso della regista Sian Heder, pure autrice della nuova sceneggiatura. In generale i cambiamenti importanti rispetto a La famiglia Bélier sono due: il tipo di ambientazione: dal contesto rurale a quello della pesca lungo le coste del Massachusetts; e le scelte musicali: dal repertorio di Michel Sardou a un pot-pourri in cui si sovrappongono influenze soul e pop e che si conclude con la suggestiva e azzeccata Both Sides, Now di Joni Mitchell.

Fedeltà quasi assoluta

Per il resto, la regista si dimostra fin troppo fedele al suo modello: gli attori che interpretano i coniugi Rossi (!), i genitori della Ruby (Marlee Matlin e Troy Kotsur, meritatamente premiato con l’Oscar come miglior non protagonista), sono anche fisicamente le copie degli interpreti originali e molte scene ricalcano esattamente il lavoro di Eric Lartigau: inquadrature e montaggio identici, dialoghi pure. A essere diverso è semmai lo spirito con cui Sian Heder affronta la vicenda rispetto al suo collega: meno sottintesi e più «spiegazioni» (spesso del tutto superflue), maggiore attenzione riservata alla storia d’amore tra la protagonista e il suo compagno di scuola, meno spazio per l’aspetto politico. Grazie però all’ottima prova di Emilia Jones nei panni di Ruby Rossi e del resto del cast, CODA risulta un film godibile e ben confezionato, da consigliare senz’altro a chi non abbia visto La famiglia Bélier, ma di certo non un Oscar indimenticabile.