Niente pettegolezzi

Elon Musk se ne va con la democrazia in tasca: che succederà in ltalia?

Dopo l’addio all’amministrazione Trump sarà interessante vedere come si riposizioneranno i partiti della Penisola, fra cui alcuni di governo
©FRANCIS CHUNG / POOL
Carlo Tecce
31.05.2025 16:30

Questa rubrica si occupa di Elon Musk, ma non riguarda Elon Musk, parla di un'invenzione ancora più sofisticata di qualsivoglia oggetto/strumento/apparato inventato dal medesimo Elon Musk: la democrazia. A un passo, a un giorno, dall’assunzione coatta nella pubblica amministrazione, come s’è visto ovunque pur non essendo un meraviglioso spettacolo, Musk ha lasciato la Casa Bianca, si è congedato accanto a Donald Trump dal ruolo di giustiziere di sprechi, ha salutato con un occhio lievemente tumefatto e l’accusa di aver affrontato la campagna elettorale pesantemente drogato. Il «Doge» voleva scovare e rimuovere 2.000 miliardi di sprechi, poi diventati 1.000, infine 150 e però sono assai meno, nulla rispetto al nuovo debito varato da Trump con la legge di Bilancio criticata dal medesimo Musk. Non importa. E molto probabilmente non importa neppure al bizzoso Elon. La coerenza non è una virtù. L’antinomia, la contraddizione, è una prassi applicata con disinvoltura. 

Musk ha dimostrato che con i soldi – 300 milioni di dollari su per giù spesi per la rielezione di Trump – si riesce a infiltrarsi nelle strutture democratiche, a collocare personale di fiducia, a ottenere informazioni sensibili, a muoversi liberamente alla Casa Bianca, a proporsi al pianeta come il genio più potente del capo più potente della più grande democrazia del mondo. Un numero lo spiega meglio: 0,07 per cento. Musk ha investito in politica lo 0,07 per cento del suo patrimonio per scalare la democrazia degli Stati Uniti. Adesso i titoli delle sue aziende riprenderanno a correre in Borsa e anche contratti con le amministrazioni pubbliche lieviteranno senza imbarazzi (semmai ce ne fossero stati, da parte sua). 

Sarà curioso assistere al riposizionamento dei partiti in Italia, in particolare di un paio di governo. L’amico Elon era conteso dalla presidente Giorgia Meloni e dal vice Matteo Salvini. Era invocato dall’intera maggioranza per rammendare ogni difetto tecnologico, poi gli accordi miliardari per i satelliti sono spariti dalle agende e soltanto Salvini, genio delle cause perse, ha manifestato maggiore affetto e attenzione per il collega Elon. Espugnati gli Stati Uniti, per Elon, se volesse, sarebbe una passeggiata prendersi l’Italia. Per fortuna qui c’è un uomo sul Colle che vigila con coraggio e vigore.

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