Arte

Fernando Botero sarà sepolto a Pietrasanta: «Amava l'Italia»

Il figlio del grande artista colombiano fa sapere che suo padre riposerà in provincia di Lucca, accanto «alla donna che lo ha accompagnato per mezzo secolo»
©VICTOR LERENA
Ats
16.09.2023 15:48

Fernando Botero, il più grande artista plastico colombiano di tutti i tempi, amava l'Italia al punto tale che, secondo la sua volontà, sarà sepolto a Pietrasanta, in provincia di Lucca, accanto «alla donna che lo ha accompagnato per mezzo secolo». Lo dice in un'intervista all'ANSA il figlio Fernando Botero Zea.

«Dopo la Colombia, l'Italia era il Paese più importante per lui», afferma il figlio del pittore e scultore morto ieri a Montecarlo all'età di 91 anni, per complicazioni respiratorie.

Secondo Botero Zea suo padre aveva espresso la volontà di trovare sepoltura nel cimitero comunale di Pietrasanta, in Versilia, sulla costa settentrionale della Toscana, dove l'artista trascorreva molti mesi all'anno, nella sua casa sotto la Rocca, e dove capitava di vederlo nella bella piazza dominata dal Duomo. Un piccolo centro incorniciato dalle Alpi Apuane e dalle spiagge del litorale, culla degli artisti in arrivo da tutto il mondo per scolpire il marmo delle vicine cave e lavorare con gli artigiani delle fonderie locali. Un centro che aveva abbracciato l'artista con affetto, riconoscendogli la cittadinanza onoraria nel 2001.

Botero Zea, sentito mentre era in partenza per Montecarlo, per poter «accompagnare» il padre «in questi ultimi momenti e incontrare» i fratelli «per fare la scelta più opportuna», spiega: «Mio padre voleva essere sepolto nel cimitero comunale di Pietrasanta, accanto alla donna che lo ha accompagnato per mezzo secolo, l'artista Sophia Vari, l'amore della sua vita».

La pittrice di origine greca Sophia Vari, era morta il 5 maggio scorso nel principato di Monaco. I due si erano incontrati ad una cena a Parigi nei primi anni Settanta, ed era stato amore a prima vista, suggellato da un matrimonio durato 47 anni.

Il figlio dell'artista spiega che l'amore di suo padre per l'Italia si fondava su tre motivi. «Innanzitutto perché qui da giovane studente a Firenze, città al centro della sua formazione, ha scoperto la pittura rinascimentale, che lo ha influenzato in larga parte» nel suo lavoro.

La seconda ragione ha a che fare con Pietrasanta e le sue fonderie, la città che Botero scoprì negli anni Settanta, e dove diede forma alle sue sculture in bronzo, caratterizzate dai grandi volumi, esposte nelle principali città, da Parigi a Tokio, da Berlino a Madrid.

«Mio padre amava Pietrasanta e per quasi 40 anni vi ha trascorso dai 4 ai 5 mesi, dimostrando sempre un profondo attaccamento a quel territorio», evidenzia Botero Zea.

«E il terzo motivo - aggiunge - è l'accoglienza. L'Italia ha accolto la sua opera con straordinario interesse e grande ammirazione, con splendide mostre a Milano, a Palermo, a Perugia e in molte altre località».