Il Robin Hood della moda: Walmart e quella «Birkin per tutti»

«Chiunque deve poter avere una Birkin se la vuole, anche se non è autentica»: si chiama Wirkin, ed è la sfida lanciata lo scorso dicembre da Walmart nei confronti del rinomato marchio francese Hermès. Si tratta di una borsa controversa: non parliamo infatti di un falso in senso stretto, poiché non finge esplicitamente di essere l’originale Birkin, però vuole passare per un omaggio artistico a quest’ultima, ad un prezzo decisamente inferiore. Tuttavia, da un punto di vista legale la differenza non è così netta: la legge infatti non tutela solo il nome, bensì anche il design dei prodotti di lusso. La borsa di Walmart, che ad un occhio inesperto potrebbe passare per l’originale, si posiziona dunque in una zona grigia, ai confini della legalità. Certamente non si tratta del primo tentativo di emulare l’iconico accessorio di Hermès: eclatante in questo caso è però il coinvolgimento del gigante della distribuzione americano. Al momento, non risulta che Hermès abbia aperto un’azione legale nei suoi confronti: decidendo di rivendere le Wirkin sulla propria piattaforma online però, Walmart si è esposto a questo rischio.
Un’icona contemporanea
La Birkin di Hermès non è una borsa qualunque. È un prodotto artigianale di altissima qualità, il cui prezzo di partenza supera la decina di migliaia di dollari. Ma la disponibilità economica non basta: per potersi accaparrare una Birkin, bisogna corteggiarla. L’iter d’acquisto prevede infinite liste di attesa, ed è necessario effettuare acquisti propedeutici, per riuscire a posizionarsi come "cliente idoneo". Insomma, la Birkin è il simbolo di un lusso esclusivista e classista, che segnala il buon gusto e la disponibilità di spesa di chi la indossa.
La Wirkin si posiziona agli antipodi di questa tradizione. Il suo messaggio risuona forte e chiaro: «Il lusso non dovrebbe essere un privilegio, ma una possibilità per tutti», si può leggere sul sito ad essa dedicato. Come la più prestigiosa sorellastra, anche la borsa di Walmart racconta dunque una storia che va ben oltre una semplice scelta stilistica: «Entrambe hanno una loro iconicità. La Birkin è un’icona costruita sui riferimenti culturali del passato, a partire da Jane Birkin stessa; la Wirkin invece è un simbolo che ci racconta la contemporaneità» ci spiega Luca Visconti, professore di Marketing dell’Università della Svizzera italiana. Non si tratta di due prodotti interscambiabili: «Indossare una Wirkin è un atto di ribellione, una critica al mondo del lusso e all’aumento indiscriminato dei prezzi che lo ha caratterizzato negli ultimi decenni». L’azienda americana, decidendo di rivendere il prodotto, si è automaticamente fatta portatrice di questo messaggio: «Vestendo i panni di Robin Hood, Walmart ha preso un prodotto esclusivo, oggetto del desiderio di molti ma disponibile per pochi, e lo ha reso accessibile ad un pubblico più vasto, mostrando che la catena è in grado di offrire prodotti con una spendibilità sociale a ottimi prezzi».


Una dichiarazione di potere
Le Wirkin hanno avuto vita intensa, ma breve: dopo il successo riscosso su Tiktok, e in seguito all’esaurimento di molti dei modelli disponibili, il 16 gennaio sono scomparse dall’e-commerce di Walmart, per lasciare spazio alle Birkin, quelle autentiche. L’azienda ha annunciato così una nuova collaborazione con Rebag, una piattaforma che rivende oggetti di lusso di seconda mano. Già lo scorso dicembre, infatti, il CFO dell’azienda John David Rainey aveva dichiarato in un’intervista rilasciata a FOX Business l’intenzione del marchio di attrarre una clientela più benestante. «Walmart ha dimostrato che può avere un ruolo ideologico, politico ed economico di primo piano: è riuscito infatti a costruire un fenomeno anti lusso e poi a fare esattamente il suo contrario» spiega il nostro interlocutore. Una dichiarazione di potere importante quella di Walmart, giocata con leve differenti ma non diversa da quelle dei marchi del lusso.
Se le Wirkin manterranno la fama guadagnata in questa loro breve stagione di successo, o se finiranno nel dimenticatoio delle mode passeggere, è una storia ancora tutta da scrivere. Le borse di Walmart però ci raccontano degli aspetti interessanti della nostra società: «Di un lusso sempre meno autoriferito, con dei confini sempre più sfumati in cui nuovi attori, meno tradizionali, riescono a farsi spazio e di una società che è sempre più polarizzata» conclude Visconti.