La storia di una famiglia non banale

Nel documentario "Quando ero Cloclo" del regista ticinese Stefano Knuchel
Stefano Knuchel con il padre.
Antonio Mariotti
13.10.2017 00:10

In "Quando ero Cloclo" Stefano Knuchel affronta un argomento non certo facile per nessuno: la propria famiglia. E, meglio chiarirlo subito, non si tratta di una famiglia banale. Basti dire che fino all'età di 15 anni il regista ha vissuto un'esistenza nomade in giro per l'Europa al seguito del padre, imprenditore-intrallazzatore costretto – ogni volta che la situazione iniziava a puzzare di bruciato – a far le valigie in fretta e furia caricando in macchina moglie e cinque figli per trovare un nuovo teatro per le sue imprese sempre al limite della legalità.

Dal film (presentato in prima assoluta alle ultime Giornate cinematografiche di Soletta e già distribuito con successo in Romandia) emerge l'emozionante affresco di una famiglia i cui membri hanno cercato – ciascuno a modo suo e con esiti molto diversi – di superare questo trauma. Stefano, ad esempio, fin da ragazzo si è ritagliato un proprio spazio autonomo nel mondo della musica iniziando dall'imitazione del cantante francese di varietà Claude François (da cui il titolo del film), vero e proprio idolo della madre, per continuare a comporre brani pop che in questo film utilizza per la prima volta come colonna sonora.