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A Villa Negroni un «Dress code: Rosso sangue» per Marina Di Guardo

La nota scrittrice, madre di Chiara Ferragni, ha presentato il suo ultimo libro a Lugano
Red. Online
26.05.2023 09:24

Grande affluenza ieri sera, 25 maggio, presso il Centro studi Villa Negroni di Vezia per la presentazione del libro «Dress Code: rosso sangue» di e con Marina Di Guardo.

Marina Di Guardo ha presentato «Dress code: Rosso sangue», il suo ultimo libro thriller, sesto di questo genere sugli otto romanzi già firmati dall’autrice.

Un’avvincente storia ambientata nel mondo della moda, nel quale la protagonista, Cecilia Carboni, si trova ad affrontare situazioni complesse, che la mettono a dura prova nella veste di donna, figlia, compagna, amica e in primo luogo in ambito lavorativo.

Sfondo della storia è, per la prima volta nei suoi romanzi, la Milano capitale della Moda, città ben nota all’autrice, come il contesto del jet set che viene descritto. La trama, infatti si dipana a partire dalle luci del prestigioso showroom, dello stilista Franco Sartori, che sarà la prima vittima in queste pagine. È proprio dal suo passato in questo panorama che l’autrice ha preso spunti di ispirazione.

Fin dalle prime pagine si sviluppa l’insidioso tema della tossicità della famiglia e della libertà di scelta, poiché la protagonista si trova a intraprendere una carriera nel mondo della moda, proprio nello showroom della vittima, a discapito della strada che la famiglia aveva già impostato per lei. Un argomento, questo, molto caro all’autrice che ha sempre fatto dell’indipendenza, soprattutto da parte della donna, un valore molto importante: «Siamo noi in prima persona a decidere quello che vogliamo e non gli altri. Il riscatto ha un valore altissimo e in questo caso Cecilia ha scelto la strada della moda «dice la stessa Di Guardo.

Con Cecilia, sempre conduttrice delle fila della storia, sono anche altri i temi che tra delitti, mistero e colpi di scena vengono affrontati.Quello della sorellanza tra donne in primis. Ne è emblema un estratto del libro: «Quanta forza noi donne acquisiremmo se fossimo davvero vicine e solidali tra noi.» Ben rappresentato dal legame tra la protagonista e la sua collega.

Non è da meno, invece, il tema della rivalità, magistralmente evidenziato nel romanzo con il rapporto tra Cecilia e la direttrice dello showroom.

Limpido e chiaro è il valore dell’amicizia, in questo caso quella tra la ragazza e Fabio, a dimostrazione di quanto non solo essa sia importante, ma anche possibile e reale in un mondo, come quello della moda, spesso troppo soggetto a pregiudizi per ciò che riguarda i rapporti umani.

Un rilevante argomento sottolineato nel romanzo è quello della violenza subdola dell’uomo nei confronti della donna, tema molto caro all’autrice che, già nel precedente romanzo, vi aveva dedicato ampio spazio cercando di sensibilizzare i lettori a considerarne l’importanza soprattutto nel mondo reale

Tutti questi temi scandagliati nell’arco delle pagine fanno parte di un progetto con cui l’autrice scrive i suoi thriller: «i miei libri si svolgono su 3 livelli che mi piacerebbe che ogni lettore cogliesse: quello della storia in se, quello di introspezione psicologica dov’è ognuno dei personaggi viene approfondito e nei quali ogni lettore può riconoscere anche parti di se, e infine quello dei temi trasversali che mi piace toccare. Solo così un romanzo diventa davvero avvincente al punto da incollare i fruitori fino alla fine»

Oltre ai valori che l’autrice ama proporre, ci sono anche i luoghi, come la Sicilia, sua terra d’origine e anche del cuore, tanto che nelle sue pagine spesso si ripropone tra panorami, profumi, colori. In questo caso tutto lo svolgimento finale è ambientato proprio nelle zone intorno a Noto.

Come ogni buon thriller non possono comunque mancare momenti di suspance, paura, presenza del male che però è ciò che affascina gli animi dei lettori: sfondo della storia infatti sono misteriosi rituali, contesti inquietanti e segreti insospettabili. Come del resto sottolinea la stessa Marina di Guardo, l’animo umano è attratto, solleticato e incuriosito dal mistero, da matasse da dipanare e che soprattutto che vengono risolte.

Con questo adrenalinico thriller, Marina Di Guardo porta i lettori tra le mille luci (e ombre) del jet set milanese, dentro ai locali più esclusivi e ambigui della città della moda e giù in fondo al cuore, a volte nerissimo, dei suoi protagonisti.

Marina Di Guardo è nata a Novara ma ha origini siciliane. Vive tra Cremona e Milano. Prima di dedicarsi alla scrittura, ha lavorato come vicedirettrice dello showroom di Blumarine. Ha esordito nella narrativa con il romanzo L’inganno della seduzione (Nulla Die, 2012), poi seguito da Non mi spezzi le ali (Nulla Die, 2014). Il passaggio definitivo al thriller risale al 2015, quando pubblica nella collana digitale ZoomFiltri di Feltrinelli, curata da Sergio Altieri, Bambole gemelle e Frozen Bodies (Delos Books, 2016). Con Mondadori ha pubblicato Com’è giusto che sia (2017), opzionato per una serie televisiva, La memoria dei corpi (2019), tradotto in diversi paesi e che presto diventerà un film, e Nella buona e nella cattiva sorte (2020)