MacKenzie Bezos e il club delle prime mogli tech

Sul matrimonio a Venezia fra Jeff Bezos e Lauren Sanchez si è già scritto tutto e il contrario di tutto, con toni fra l’invidioso e il «Signora mia che tempi». Ma in questi grandi eventi mediatici c’è sempre un convitato di pietra di cui si parla poco: la prima moglie, quella che in teoria ma anche spesso in pratica ha accompagnato e spesso aiutato l’ascesa del magnate tech, dal proverbiale garage delle agiografie fino ai viaggi spaziali. Nell’immaginario collettivo le prime mogli tech occupano una posizione molto particolare, ben diversa da quella più tradizionale delle vedove come ad esempio Lauren Powell Jobs, con i suoi quasi 20 miliardi di dollari fra azioni Apple e Disney. Le prime mogli tech si distinguono dalle prime mogli di tanti uomini ricchi per una caratteristica, fra le tante: avere avuto prima, durante e dopo il matrimonio una propria vita e proprie idee, lontane dallo stereotipo della moglie di rappresentanza.
MacKenzie 60
La prima moglie di Jeff Bezos, MacKenzie Scott, è diventata un personaggio conosciuto soltanto dopo il divorzio del 2019, che le ha fruttato il 4% delle azioni di Amazon, pari a circa 38 miliardi di dollari all’epoca, oggi valutati oltre 60 miliardi grazie alla crescita del titolo. Scrittrice di relativo successo, MacKenzie ha scelto di destinare gran parte della sua ricchezza a cause sociali, donando negli ultimi sei anni oltre 19 miliardi di dollari a centinaia di organizzazioni, con il focus su uguaglianza razziale, giustizia economica e parità di genere. La sua adesione al Giving Pledge, l’iniziativa di Bill Gates e Warren Buffett per incoraggiare i miliardari a donare almeno metà del loro patrimonio, è stata accompagnata da una frase diventata di culto: «Ho una quantità sproporzionata di denaro da condividere». Di sicuro si è liberata, per così dire, di almeno un terzo del suo patrimonio post divorzio.
Garage
Come altre prime mogli MacKenzie Scott è stata fondamentale nell’ascesa del marito, sposato nel 1993, cioè un anno prima della fondazione di Amazon. Davvero è partita dal garage, quello della loro casa di Bellevue, stato di Washington, con la Amazon delle origini incentrata quasi totalmente sui libri. MacKenzie si occupava di compiti pratici come la contabilità, la gestione delle spedizioni e persino la guida del furgone per consegnare i pacchi. Fra l’altro aiutò a negoziare i primi contratti di trasporto, essenziali per la logistica iniziale. Di più: fu MacKenzie a suggerire il nome Amazon durante una sessione di brainstorming, scegliendo un termine evocativo che secondo lei rappresentasse vastità e ambizione, in contrasto con il nome originale dell’azienda, che era Cadabra. Da notare che sia lei sia Bezos partivano alla pari, nessuno era in posizione superiore: entrambi avevano lavorato nella finanza a New York, dove si erano conosciuti, e insieme avevano deciso di mettere tutti i loro risparmi in questa start-up apparentemente senza futuro, visto che negli USA le vendite per corrispondenza erano sempre andate forte e le librerie fisiche sembravano sacre. Laureata in letteratura a Princeton è insomma stata lei il motore dell’Amazon dei libri, ma è sempre stata scettica sull’allargamento a praticamente tutto, per non dire della freddezza nei confronti delle imprese spaziali del marito, trattate alla stregua di machismo fuori tempo massimo, quando non di crisi della mezza età. A questo proposito, l’entrata in scena della più appariscente Sanchez è stata soltanto la spallata finale, per una bellissima storia che ha prodotto quattro figli, un’azienda che capitalizza 2.260 miliardi di dollari e un cambiamento delle vite di gran parte degli abitanti del mondo.
Melinda 30
Meno decisiva nel successo del marito è stata Melinda French, perché conobbe Bill Gates quando la Microsoft era già una delle aziende più importanti del mondo. Lei responsabile del settore multimedia di Microsoft, lui… Bill Gates, si sposarono nel 1994 e da lì in poi lei si è dedicata quasi totalmente alla beneficenza. Dopo il divorzio del 2021, con tre figli e la spartizione di un patrimonio stimato in 150 miliardi per lui e 30, al valore di adesso delle azioni, per lei, per motivi davvero mai chiariti (certo l’amicizia di Gates con Epstein influì), Melinda ha intensificato il suo impegno filantropico attraverso Pivotal Ventures, concentrandosi sull’empowerment femminile. Co-fondatrice della Bill & Melinda Gates Foundation, quando ancora stavano insieme, ha donato oltre 29 miliardi di dollari insieme a Gates, concentrandosi su sanità e lotta alla povertà. La beneficenza continua a farla la fondazione, perché lei di fatto i 30 se li è tenuti. Non è stata alla base del successo di Microsoft, però è stata la moglie di Bill Gates quando lui era ancora un geniale imprenditore e non un guru onnisciente.
Anne zero
La terza grande prima moglie tech è Anne Wojcicki, ex moglie di Sergey Brin, co-fondatore di Google, meno nota di Scott e French ma molto più centrata sulla tecnologia, prima, durante e dopo un matrimonio durato dal 2007 al 2015, che le ha dato due dei suoi tre figli. Imprenditrice e fondatrice di 23andMe, leader nei test genetici, dal divorzio è uscita senza soldi di Brin e nemmeno li ha chiesti, visto che la sua azienda vale un miliardo di dollari e che non si è mai sentita parte del mondo Google. Poi come le altre prime mogli tech Anne è attiva nella filantropia, con investimenti soprattutto in ricerca scientifica e salute, ma è filantropia con soldi totalmente suoi.
Justine poco
La più povera, si fa per dire, delle prime mogli tech è Justine Wilson, che nel 2000 sposò Elon Musk, dal quale dopo alterne vicende (eufemismo) ha avuto sei figli, il primo purtroppo morto dopo dieci settimane di vita. La scrittrice canadese è sempre stata impegnata nel sociale, ma ha anche molto supportato il Musk delle origini, pur non essendo mai stata coinvolta nella fondazione e nella gestione di Tesla e Space X. Al momento del divorzio, nel 2008, Musk le offrì 80 milioni di dollari, che lei rifiutò chiedendo azioni di Tesla, ma fra una battaglia legale e l’altra alla fine di è dovuta accontentare di 20 milioni oltre che del mantenimento a cinque stelle dei figli. Davvero niente in proporzione ai 430 miliardi di dollari che oggi vale Musk. Ma come le altre prime mogli tech non è ossessionata dal denaro, è forse per questo che ne hanno tanto.