La polemica

Alla base della rottura Meta-SIAE una mera questione economica?

È quanto ha affermato Angelo Mazzetti, responsabile per gli affari istituzionali dell'azienda statunitense, durante un'audizione alla Camera
© Eric Risberg
Red. Online
30.03.2023 15:00

Ci sarebbe una ragione economica, soprattutto economica dietro alla rottura fra la SIAE, la Società Italiana degli Autori ed Editori, l’ente pubblico preposto alla protezione e all’esercizio dell’intermediazione del diritto d’autore in Italia, e le piattaforme social del gruppo META.

Questo, almeno, è quanto ha rivelato stamane in audizione alla Camera il responsabile per gli affari istituzionali dell’azienda statunitense, Angelo Mazzetti. Lo strappo, ricordiamo, ha avuto quale conseguenza la rimozione dei brani musicali da Facebook e Instagram, con l’impossibilità – dunque – di adoperare le canzoni di artisti italiani per le famose stories.

Mazzetti, in particolare, ha sottolineato che Meta «non ha deciso di interrompere le trattative unilateralmente», come invece ha sostenuto SIAE. L’attuale licenza per l’uso delle opere presenti nel catalogo, leggiamo, era scaduta il 15 dicembre scorso. Le trattative per il rinnovo erano cominciate già ad agosto. La rottura, ha proseguito il dirigente, sarebbe dovuta all’importo «richiesto da SIAE, che inizialmente è stato di quattro volte superiore all’importo concordato fino al 2022 senza che venisse fornita alcuna motivazione mentre i diritti di licenza erano sostanzialmente gli stessi».

Come la mettiamo, dunque? Il rappresentante di Meta ha aggiunto che l’azienda statunitense «ha fatto il possibile per mantenere viva la negoziazione», presentando un’offerta «significativamente più alta della royalty concordata con SIAE fino a dicembre 2022». E ancora: «Abbiamo progressivamente aumentato la nostra offerta cercando di andare incontro alle richieste di SIAE che, tuttavia, si è rifiutata di accettare qualsiasi offerta inferiore a un aumento del +310%».

Di qui, appunto, la rottura della trattativa, anche perché, parola di Mazzetti, l’azienda di Zuckerberg «non è disposta a chiudere accordi irragionevoli da un punto di vista economico e di mercato».

Mazzetti, infine, ha parlato delle motivazioni che hanno portato Meta a rimuovere il catalogo SIAE dalle sue librerie: «L’assenza della musica è dovuta al rifiuto di SIAE di accettare una proroga dell’accordo precedente per continuare le negoziazioni. Non potevamo tollerare l’utilizzo del repertorio SIAE senza una licenza in essere, quindi senza il consenso e la remunerazione degli autori. Abbiamo disabilitato le musiche del repertorio SIAE proprio per tutelare i diritti degli artisti in tutta Italia».

Insomma, la difesa e il rispetto della proprietà intellettuale degli artisti sono una priorità per Meta: «Abbiamo accordi con tutti i principali titolari di diritti in Italia e all’estero. Tutti questi accordi sono stati rinnovati dopo l’entrata in vigore della direttiva copyright. Se abbiamo rimosso il catalogo SIAE è proprio per rispetto della proprietà intellettuale».