Certe notti Ligabue torna a Lugano
A 13 anni di distanza dall’ultima volta, quest’anno Luciano Ligabue dedica al suo pubblico un nuovo tour nei teatri più belli d’Italia, location intime d’eccezione, per ripercorrere insieme il passato, il presente e il futuro di quei suoi «sogni di rock ‘n’ roll» che hanno da sempre accompagnato la sua carriera. Un tour che, sabato 9 novembre, vedrà anche una deviazione al di fuori dei confini italiani, più precisamente a Lugano dove sarà protagonista di un'emozionante serata al Lac.
«Suonare a teatro permette di essere più capaci di concentrarci sulle sfumature - spiega Ligabue -. Un conto è suonare sfogandoci, ballando su un palco con le chitarre elettriche e urlando, e un conto è stare seduti a teatro, con degli arrangiamenti più intimi in cui ogni tanto diamo il gas che vogliamo dare, perché comunque vogliamo pensare che la gente si alzi delle poltrone ugualmente, ma anche che si possano poi riaccomodare e sentire con attenzione i nostri nuovi arrangiamenti, le nostre nuove sottigliezze musicali, la nostra attenzione alla performance, che quando stai seduto è per forza maggiore».
Per rendere ancora più unico il concerto, il rocker emiliano ha scelto di proporre una scaletta diversa, nella quale oltre alle perle nascoste della sua carriera non mancheranno le hit più amate dal pubblico. Insieme a Luciano Ligabue una band d'eccezione, che vedrà sul palco il fedele Federico Poggipollini, che da 30 anni lo accompagna alla chitarra, Davide Pezzin al basso, Luciano Luisi alle tastiere e Lenny Ligabue, il primogenito di Luciano, che per la prima volta è in tour con il Liga dopo aver suonato per la prima volta la batteria in tutti i brani dell’album «Dedicato a noi».
«L’emozione più forte, ovviamente, è quella di suonare con mio figlio. Per molti veniva visto come un azzardo, invece sapevo benissimo che, in un’epoca di familismo, potevo contare su un familismo meritocratico, perché so quanto Lenny sia bravo alla batteria (lui ha inciso tutte le tracce di «Dedicato a noi»). Abbiamo fatto una prova generale che mi ha confermato tutto questo: è stato capace di padroneggiare un’emozione che aveva anche lui, gestendo benissimo le dinamiche sulla batteria, che era la preoccupazione più grossa. Sono molto contento che lui abbia ottenuto tutte le conferme che servivano, perché per molti era «il figlio di Luciano», ma sono sicuro che li convincerà tutti, uno a uno, durante questo tour. Anche nella tappa di Lugano che non vedo l'ora di vivere con tutti i ticinesi che da anni mi seguono!».