L'ultimo saluto a Oriana Gullone, la pasionaria di Sanremo
Glori, un paesino di 36 abitanti sulle alture di Imperia che sembra fuori dal tempo. E che, lunedì scorso, è stato popolato da centinaia di persone accorse da tutta Italia e dall'estero per salutare per l'ultima volta Oriana Gullone, scomparsa per una grave malattia a soli 37 anni.
La giornalista de Il Bullone, interessante realtà editoriale composta da giornalisti con patologie croniche, era molto apprezzata dai colleghi per le sue battaglie sociali. Soprattutto dagli avventori di Sanremo: Gullone era sempre stata in prima linea per rivendicare i diritti dei giornalisti al Festival, in particolare durante il periodo del Covid.
Uno spirito da pasionaria che era ben noto anche agli inviati ticinesi. «Era impossibile non conoscerla - racconta Estella Patelli, speaker di Radio Morcote International e Happy Radio Schweiz -. Se la sala stampa Lucio Dalla ha riaperto è stato anche grazie al suo intervento e a tutte le persone che ha mobilitato nei mesi precedenti l'edizione del 2023. Ogni volta che mi rivedeva mi stringeva fortissimo: sarà strano non riceve più uno dei suoi abbracci».
«Era piccola e all'apparenza timida, ma caspita se lottava per le cause che riteneva giuste - commenta Davide Buzzi, giornalista della Voce di Blenio -. È capitato di ritrovarci a cena prima delle dirette e discutere anche animatamente, ma sempre con grande rispetto. Una persona che si è sempre spesa per gli altri, non meritava un destino così crudele».
«Oriana è stata un giornalista che andava contro ad ogni pronostico. Ha sempre sfidato tutto e tutti, anche quando sembrava che la sfida fosse troppo grande per lei - racconta Mattia Sacchi, Corriere del Ticino -. E la cosa incredibile è che riusciva sempre a spuntarla: la ritrovavi in prima fila nelle serate del Festival, o a fare interviste ad artisti che nessun altro era riuscito ad avvicinare. Addirittura l'ho vista salire sul palco di Eurovision a Torino, nonostante non avesse neanche il pass per quella manifestazione. Proprio per questa sua capacità di sorprendere, di andare contro ogni logica, una parte di me ha la speranza di rivederla il prossimo febbraio a Sanremo. È una speranza folle e vana, direi disperata, ma con lei vale la pena crederci un ultima volta».