La polemica

Shakira-Piqué ma non solo, quando la canzone diventa vendetta

Esiste un genere musicale basato sul rancore? Sì, anche se a volte a scoppio molto ritardato: da Beyoncé a Taylor Swift, ecco alcuni esempi
© YouTube
Stefano Olivari
16.01.2023 19:15

Il divorzio non proprio amichevole fra Shaqira e Gerard Piqué rimarrà nella memoria pop del mondo per la revenge song della cantante colombiana all’indirizzo dell’ex difensore del Barcellona. Un genere, quello delle canzoni scritte contro i propri ex, che ha sempre avuto un certo successo ma che soltanto negli ultimi anni ha vissuto un vero e proprio boom. Uno dei pochi generi musicali quasi totalmente al femminile, fra l’altro.

Un divorzio del Casio

Nel solo primo giorno su Spotify BZRP Music Session #53 di Shakira e del deejay argentino Bizarrap ha avuto 14,4 milioni di stream e non certo perché sia un capolavoro. Merito del suo essere anche una revenge song, a causa di alcune parole che Shakira ha inserito nel testo senza peraltro mai nominare Piqué: «Hai scambiato una Ferrari con una Twingo, hai scambiato un Rolex con un Casio…». Nella canzone anche un’altra considerazione interessante: «Pensavi di avermi ferito e mi hai reso più dura. Le donne non piangono più, le donne fatturano». Ogni canzone di vendetta che si rispetti alimenta il suo successo con la reazione del bersaglio, e Piqué ci è cascato, visto che durante una diretta Twitch per presentare uno dei suoi mille progetti (quello della Coppa Davis riformata sembra al capolinea, adesso è concentrato su una lega di calcio a sette), diretta a cui è arrivato a bordo di una Twingo, ha mostrato il Casio che aveva al polso, asserendo che fosse diventato un suo sponsor e che «Un Casio è per sempre». Con il Casio che sarebbe la sua nuova compagna… Insomma, per le persone normali un divorzio significa soltanto dolori e spese, mentre i VIP qualche opportunità di guadagno ce l’hanno sempre, grazie al voyeurismo di tutti noi. Al di là del gossip, sono da valutare anche gli aspetti commerciali: la Renault e la Casio saranno state contente di essere considerate Serie B? Al momento pare l’abbiano presa più o meno bene, secondo la teoria che l’importante è che se ne parli.

Fiori in ritardo

Un altro caso recentissimo in cui una base di vita vera si mescola al marketing è quello di Miley Cyrus, con la sua Flowers, corredata da un video con pochi vestiti in cui canta frasi come «Posso comprarmi i fiori da sola, scrivere il mio nome sulla sabbia. Parlare con me stessa per ore, sì. Alcune cose che non capisci. Ma posso portarmi a ballare, posso tenermi la mano. Sì, posso amarmi meglio di quanto possa fare tu». Atmosfere diverse da quelle di Hannah Montana. L’uomo della situazione è l’ex marito, l’attore Liam Hemsworth, famoso per Hunger Games, ma il caso è un po’ differente da Shakira-Piqué visto che il divorzio è stato ufficializzato nel gennaio 2020. Una rabbia a scoppio ritardato, quella dell’ex cantante Disney, con un timing perfetto: Flowers è stata pubblicata il 13 gennaio, giorno del compleanno di Hemsworth, ed è il singolo che lancerà l’album Endless vacation summer, in uscita il prossimo 10 marzo. L’idea della Cyrus, o di chi la gestisce, è stata forse rubata a Lana Del Rey, che lo scorso 7 dicembre aveva annunciato l’uscita del suo prossimo album, Did you know there’s a tunnel under Ocean Blvd, forse dedicato al suo ex, Sean Larkin, visto che il 7 dicembre è il suo compleanno. Non si accettano scommesse sul fatto che nell’album ci sia almeno una revenge song.

Beyoncé e le altre

La storia delle musica è piena di messaggi, più o meno in codice, mandati all’ex amato o amata, ad essere cambiata negli ultimi anni è però la rabbia con cui questi messaggi vengono mandati. E non c’è dubbio che la vera svolta sia avvenuta con Beyoncé nel 2006, con il suo album B’Day, con la famosa Irreplaceable, quasi un manifesto della donna che dopo avere subito un tradimento invece di piangere in silenzio cerca di vendicarsi. E chi era il traditore? Ovviamente Jay-Z. Un matrimonio che avuto mille episodi tradotti in musica, fino alle vette raggiunte con l’album Lemonade, del 2016, che è una sorta di processo al marito traditore, con un perdono ironico e un invito a riflettere su cosa si è perso. Più o meno sulla stessa linea Selena Gomez contro Justin Bieber, Ariana Grande contro vari ex, Adele e Lady Gaga contro gli ex mariti. La differenza fra Beyoncé e le altre è che l’ex delle Destiny’s Child risulta ancora sposata con Jay-Z, almeno all’ultimo conteggio: benzina per nuove revenge song.

Taylor

Beyoncé ha aperto la strada a tante cantanti sconosciute ma anche a una che era già una fuoriclasse, come Taylor Swift, diventata anche lei quasi una professionista del rancore trasformato in musica, da Dear John del 2010 all’album Red del 2012, con canzoni dedicate a Jake Gyllenhaal, fra cui All too well. Una curiosità: All too well è stata rifatta in una nuova versione uncut nel 2021, quando la Swift e l’attore si erano lasciati da più di dieci anni. Non si butta via niente. L’aspetto originale delle revenge song della Swift è che i suoi ex non l’hanno fatta soffrire come donna, sotto questo aspetto li ha cancellati quasi subito, quanto come artista. Molti di loro, in particolare Gyllenhaal, la consideravano inferiore ad artisti sconosciuti ma ai loro occhi più cool della Swift, fin da ragazzina baciata dal talento e dal successo.

Maschi

Ovviamente esistono anche un miliardo di canzoni in cui l’uomo racconta del tradimento femminile, ma poche hanno questa carica e questa ideologia di fondo. Fra i pochi esempi famosi della storia recente Justin Timberlake, la cui Cry Me a River del 2002 sembra ispirata dalla rottura con Britney Spears, ed Ed Sheeran, che nel 2014 con la sua Don’t se l’è presa, in questo caso in maniera esplicita, con l’ex fidanzata Ellie Goulding che lo avrebbe tradito con Niall Horan degli One Direction. Tutte notizie basate sulle dichiarazioni dei presunti traditi, tutto rielaborato in chiave pop in modo da far scattare l’identificazione. Certo è la revenge song al maschile deve sempre un po’ andare con il freno a mano tirato, per non attirarsi accuse di sessismo che farebbero perdere pubblico e mercato. Almeno in questo campo la donna ha più libertà.

In questo articolo: