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Stranger Things ha fatto rinascere Kate Bush

Il brano «Running Up That Hill», vero e proprio mantra della quarta stagione, è ritornato nelle classifiche di iTunes e nella top200 di Spotify
Sadie Sink, l'attrice che interpreta Max, il personaggio legatissimo al brano di Kate Bush. © EPA
Marcello Pelizzari
31.05.2022 20:01

Ohibò, Manuel Agnelli si sbagliava. E pure di grosso. Ricordate il suo mantra, ai tempi degli Afterhours? Sì, proprio quello: non si esce vivi dagli anni Ottanta. Provate a dirlo a Kate Bush, volendo prendere alla lettera quelle parole. È viva, vivissima. E in forma smagliante, se pensiamo che la sua Running Up That Hill – anno di grazia 1985 – è tornata prepotentemente in classifica. Parliamo dei ranking iTunes del Regno Unito e degli Stati Uniti, ma anche della top200 di Spotify dove, leggiamo, gli streaming sono aumentati del 153%. Urca.

La riscoperta

Il motivo di un simile, improvviso e ritrovato successo è legato alla nostalgia o, meglio, alla quarta stagione di Stranger Things, il capolavoro firmato Netflix ambientato nell’immaginaria Hawkins, nell’Indiana, proprio nei favolosi anni Ottanta. La serie, in particolare, ha avvicinato i giovani di oggi ai bei tempi che furono, fra tagli di capelli improbabili (anche se il miglior mullet rimane quello di MacGyver) e, appunto, canzoni spaccaclassifiche dell’epoca.

Running Up That Hill, contenuta nel classicone di Kate Bush Hounds of Love, ha fatto il suo debutto nel primo episodio della quarta stagione. La ascolta, in cuffia, ovviamente tramite Walkman, Max, alle prese con i postumi della stagione precedente e, nello specifico, con gli incubi legati alla perdita del fratellastro Billy. Il brano sarà protagonista anche con il passare dei minuti e delle puntate. Di più, il testo della canzone – come spesso accade in Stranger Things – trova un senso, compiuto, nella trama stessa della stagione. In molti, ad esempio, hanno visto un chiaro senso di colpa di Max nel verso «se solo potessi fare un patto con Dio, gli farei scambiare i nostri posti». Si tratta, dunque, di un autentico espediente narrativo.

E le altre canzoni?

Stranger Things, come detto, ha sempre fatto della musica e della scelta dei brani un’arte. Adoperata nella terza stagione, The NeverEnding Story di Limahl, a suo tempo pezzo portante del film La storia infinita, ha goduto di un’inattesa rinascita in concomitanza con la messa in onda delle puntate. Addirittura, su YouTube le ricerche specifiche per la canzone erano aumentate dell’800%. Roba da matti.

A chi toccherà, ora? Nella quarta stagione compaiono altri classiconi. Citiamo You Spin Me Round (Like A Record) di Dead Or Alive, l’ipnotica e lussureggiante Psycho Killer dei Talking Heads e la strepitosa I Was a Teenage Werewolf dei mai troppo lodati Cramps. Caro Manuel Agnelli, dagli anni Ottanta si può uscire. Alla grande, anche.