Cinematografia

«Non chiamateci cineamatori, ma cineautori (o videoautori)»

Fino al 25 agosto il PalaCinema a Locarno ospita la 82.esima «Film Competition between Nations» dell’Unione internazionale del cinema (UNICA), il festival internazionale dei cortometraggi realizzati da non professionisti
Il tipico «set» di un film realizzato da un cineautore (alla cinepresa il nostro interlocutore durante delle riprese a Meride nel 1982). © Rolf Leuenberger
Dimitri Loringett
22.08.2022 06:00

L’estate del cinema in Ticino non si ferma con l’assegnazione del Pardo d’oro del 75. Locarno Film Festival: nella città sul Verbano si alza oggi il sipario su un’altra prestigiosa rassegna internazionale dedicata alla settima arte: la 82. Film Competition between Nations, il concorso internazionale dei cortometraggi realizzati da registi non professionisti. Ne parliamo con il responsabile del comitato organizzatore e attuale presidente di UNICA, l’Unione internazionale del cinema, Rolf Leuenberger.

Signor Leuenberger, iniziamo a chiederle che cos'è un cineamatore.
«Se permette, mi piace usare il termine “cineautore” (nell’era digitale anche “videoautore”) perché il regista non professionista, o amatoriale se preferisce, è un cineasta a tutti gli effetti. è colui o colei che non solo riprende un soggetto con una cinepresa o un dispositivo digitale, ma che si occupa anche della sceneggiatura, del montaggio, della sonorizzazione e dell’edizione. Questa è l’analogia sostanziale con il videomaker, una figura emersa con l’avvento delle tecnologie digitali. Ho conosciuto diversi videomaker, spesso attivi nel mondo della tv, in cerca di più libertà d’azione che volevano diventare cineautori, ma presto realizzavano che fare un film dalla A alla Z, anche corto, non è facile come, per esempio, fare il cameraman o il regista tv».

Il cineautore si esprime unicamente nel formato del corto o del mediometraggio?
«Esiste anche il lungometraggio, ma è un’eccezione perché è impegnativo. Se si guarda un film di oggi e uno di 50 anni fa, anche uno girato da un professionista, si notano importanti differenze nell’inquadrature, le durate, i ritmi ecc. Oggi è tutto più veloce, anche la maniera di comunicare. In passato, per far capire allo spettatore il senso di una scena – per esempio, uscire di casa, aprire la portiera dell’auto, salire e partire – si dovevano riprendere tutte queste azioni. Oggi basta filmare un o due dettagli e lo spettatore capisce il senso dell’azione, perché è generalmente più consapevole del linguaggio cinematografico. Per questo motivo i film amatoriali sono generalmente più corti, perché è fondamentalmente più facile oggi raccontare una storia in 5 fino a 15-20 minuti. I cineautori più bravi si spingono fino alla mezz’ora. Poi ci sono i documentari, che però sono un’altra cosa. In Svizzera quelli sono una specialità soprattutto dei colleghi svizzerotedeschi, mentre i romandi e gli svizzeroitaliani prediligono la fiction».

Che impatto ha il cinema amatoriale su quello professionista? Come avviene il passaggio?
«Vale la pena ricordare che Steven Spielberg ha debuttato, ancora ragazzo, come cineamatore raccontando le sue prime storie. Nella mia esperienza personale, ricordo bene di un giovane che visitò il mio Cine Museo 65 a Sessa e che voleva capire che cosa fosse il cinema. Gli mostrai gli strumenti del mestiere e gli diedi un libro pubblicato da Bolex, lo storico produttore svizzero di cineprese e proiettori. Tempo dopo andò a studiare al CISA e ora è professionista nel settore del cinema. Di fatto gli ho trasmesso, come fanno tanti altri come me, la passione per questa forma di comunicazione, una passione che oggi è diventato il suo mestiere».

Sono tanti i giovani che si rivolgono ai club di cineamatori?
«I giovani di oggi che s’interessano di cinematografia, o videografia, lavorano spesso a gruppi e su progetti e tendono a non frequentare strutture come i club, che operano con una certa regolarità, con incontri settimanali o simile. In passato i giovani passavano quasi sempre dai club di cineamatori prima di intraprendere una carriera nel cinema. In effetti oggi i club sono in diminuzione in Svizzera, come all'estero. Ma il club possiede ancora una caratteristica molto importante: la critica dei lavori e il confronto con gli altri membri, che motiva gli autori poi a modificare e migliorare il proprio lavoro che credevano già perfetto».

Parliamo di UNICA e del concorso che inizia oggi: che differenza c’è rispetto a un film festival «classico», come quello che si è appena concluso a Locarno?
«I membri dell’ Unione Internazionale del Cinema sono organismi nazionali che rappresentano i cineasti non commerciali del loro Paese. Il Film Competition between Nations quindi è un festival del film delle nazioni. Quest’anno vi partecipano 25 Paesi, e ognuno porta una selezione di opere che a loro volta hanno vinto i concorsi regionali e nazionali. In Svizzera i vincitori delle selezioni regionali (per il Ticino sono stati selezionati 5 lavori su 25 in concorso) giungono poi al concorso nazionale in estate a Soletta, da cui vengono poi selezionati i candidati al concorso internazionale. Quest’anno devo dire che sul piano nazionale c’è stata una selezione equilibrata, con un documentario dalla Svizzera francese, una fiction dalla Svizzera tedesca, e dal Ticino è stato selezionato il film di un giovane di Locarno che studia recitazione a Londra e che durante la pandemia ha girato un film su se stesso – un lavoro interamente autoprodotto, regia, sceneggiatura, montaggio, interpretazione ecc.».

Chiudiamo con una curiosità storica: la prima volta che il concorso si è tenuto in Ticino era il 1946…
«Sì, era l’anno della nascita, a Lugano, di quel film festival internazionale che poi divenne famoso a Locarno. Ma le due manifestazioni non sono legate fra loro. Basti pensare che l’organizzatore del concorso UNICA a Lugano nel ‘46 era il famoso fotografo ticinese Vincenzo Vicari, una figura che incarnava quella gran voglia di ricominciare dopo la guerra, e il Ticino era verosimilmente un luogo adatto per ospitare, o creare, attività culturali di quel tipo».

Oltre cento film di registi provenienti da 25 Paesi diversi

Concorso fra le nazioni
Da oggi e fino a mercoledì 24 agosto nella Sala 1 del PalaCinema a Locarno verranno proiettati, a partire dalle 9.00, gli oltre cento film in concorso, raggruppati per nazione. A seguire, dalle 18.15, si tiene il programma dei film fuori concorso. La mattina di giovedì 25 invece è dedicata ai giovani, con la selezione di film dalle Jugendfilmtage di Zurigo, lo speciale «Cinemakers Ticino», e la selezione di lavori degli studenti del CISA. Infine, alle 17.30 si terrà la cerimonia di chiusura e la premiazione. Libero ingresso a tutte le proiezioni. Il programma completo su www.unica2022.ch.

UNICA, da 85 anni
Fondata a Parigi nel 1937, l’Unione Internazionale del Cinema (UNICA) promuove la comprensione e la cooperazione internazionale, in particolare nel campo dell’arte, della cultura, dell’educazione e della scienza, in conformità con i principi dell’UNESCO. Organizzazione internazionale indipendente, UNICA è membro del CICT, Consiglio Internazionale del Cinema, della televisione e della comunicazione audiovisiva dell’UNESCO.