Pubblicità

Se Sanremo assomiglia al Super Bowl

Raccolta pubblicitaria record, spot ad hoc per il Festival a immagine di Netflix e Spotify e cicaleccio social: l'evento televisivo italiano per eccellenza sta adottando un approccio sempre più americano?
© EPA/ETTORE FERRARI
Marcello Pelizzari
08.02.2023 18:15

Il primo dato, quasi 11 milioni di telespettatori per uno share del 62,4%, ha fatto gongolare i vertici Rai. Sì, Sanremo 2023 è iniziato con il botto. Di più, secondo le stime raccolte dal Sole 24 Ore potrebbe addirittura tagliare il traguardo dei 50 milioni di euro di raccolta pubblicitaria. Complici, da un lato, l’aumento delle tariffe grazie agli ottimi ascolti delle ultime edizioni targate Amadeus e, dall’altro, la necessità – per le aziende – di esserci. A prescindere. Il risultato? Gli spazi sono stati tutti venduti. Di qui l’auspicio, se non la certezza, di battere i 42 milioni del 2022.

La sfida di Mediaset

Sanremo, in questo senso, è paragonabile al Super Bowl statunitense. Un evento nell’evento. O, meglio, l’evento televisivo per eccellenza. Anche al Festival, ieri, abbiamo notato spot pensati e studiati per l’occasione: Netflix e Spotify, sì, in parte anche Amazon Prime.

D’altronde, l’evento funge da volano anche per l’intera Liguria in termini di turismo. Airbnb, ad esempio, ha riferito che già nel terzo trimestre del 2022 le ricerche di un alloggio nella regione di Sanremo erano schizzate alle stelle: +800% su base annua.

A (cercare di) mettere i bastoni fra le ruote, quest’anno, ci sarà Mediaset. Che, a differenza delle edizioni passate, stavolta farà vera – e forte – controprogrammazione. Una sfida nuova, per Cologno Monzese, a conferma di rapporti non proprio idilliaci con la Rai. Una sfida cominciata mesi fa, durante i Mondiali in Qatar, con le critiche via comunicato all’operazione della Rai da parte dell’amministratore delegato Piersilvio Berlusconi. Per ora, appunto, Viale Mazzini ha vinto la primissima partita.

Più spot, ma più brevi

La Rai, al riguardo, confida di poter replicare se non migliorare i risultati dell’edizione 2022. Le stime pubblicitarie, in questo senso, parlano di ascolti che dovrebbero crescere, nell’insieme, del 3% per il Festival.

Tradotto: per le aziende, fare pubblicità durante una kermesse così mediatica e mediatizzata e, soprattutto, così seguita è un’occasione imperdibile. La Rai, come spiega proprio il Sole 24 Ore, proprio per accontentare tutti i suoi clienti ha puntato in particolare su spot più contenuti, da 15 secondi. Per accontentare tutti, leggiamo, ma anche per rispettare il nuovo regime che, per la fascia oraria 18-24% prevede un affollamento pubblicitario al 6% (l’anno scorso era al 7%). Uscendo dai tecnicismi, significa che nel 2022 – a disposizione – c’erano 25 minuti e 12 secondi mentre quest’anno ci sono «solo» 21 minuti e 36 secondi. La durata media di una pausa pubblicitaria, di riflesso, è calata di 30 secondi circa.

Il circolo virtuoso dei social

Detto della pubblicità, Sanremo negli anni – nello specifico con la gestione Amadeus – ha saputo riconquistare altresì le case discografiche. I dati snocciolati ieri, in occasione dell’esibizione di Blanco e Mahmood, sono significativi. Il peso del Festival, sul mercato, è cresciuto notevolmente: toccando il 2,5% in termini di fatturato. A pesare, in positivo, è il riposizionamento del Festival con artisti decisamente meno «forforati» rispetto al passato, spesso usciti dai vari talent e capaci, a loro volta, di convogliare sulla Rai (e sui canali social dell’azienda) un pubblico sempre più giovane.

Ed è proprio sui social, manco a dirlo, che la polemica si infiamma di più. Lo abbiamo visto prima (e durante) il Festival con Chiara Ferragni, dal cachet devoluto in beneficenza al monologo non proprio apprezzatissimo. Lo abbiamo visto, a maggior ragione, con Blanco e la sua – chiamiamola così – devastazione divisiva. Ma lo abbiamo visto, in particolar modo, attraverso gli stessi profili della Rai che, per farla breve, godono parecchio del cicaleccio attorno a Sanremo. Un’attività, quella social, che pure sta attirando investitori e brand. Anche lontano dall’universo Rai: l’oramai celebre FantaSanremo, per dire, pur partendo dal basso e da un seguito inizialmente basso oggi può contare sul sostegno di TicketOne.

In questo articolo: