L'intervista

Tim Burton: «In Mercoledì rivedo la mia adolescenza»

A colloquio con il regista americano, da qualche giorno su Netflix con la prima stagione della serie dedicata alla figlia della famiglia Addams, le cui avventure rimandano a quelle di Harry Potter ma in un contesto molto più «gotico»
Jenna Ortega (20 anni) è la protagonista di «Mercoledì». © Netflix
Max Armani
06.12.2022 06:00

Il look è sempre «dark»: dalla camicia, alla lunga giacca nera a revers giganti; ai grandi occhiali quadrati dalle lenti azzurrate, alla pettinatura di riccioli nerissimi e indisciplinati ritti sulla testa che lo fanno sembrare ancora più alto e, se non fosse per una sorta di pizzetto bianco e nero, si direbbe che gli anni non sono passati per Tim Burton, autore e regista di film come Nigthmare Before Christmas, La sposa cadavere, Beetlejuice, Edward mani di forbice, Ed Wood, Batman, La fabbrica di cioccolato, Il Mistero di Sleepy Hollow... Abbiamo citato solo alcuni dei suoi titoli, ma come parole magiche questi evocano immediatamente il suo personalissimo immaginario, toccante e cupo, venato di humour comico e nerissimo, che è la sua firma e che sfoggia anche in Mercoledì, la sua prima serie tv, dedicata appunto a Wednesday, la bambina della mitica famiglia Addams, la figlia di Morticia e Gomez, la cui prima stagione (otto episodi) è disponibile da una decina di giorni su Netflix. Una serie che Burton ha presentato a Lucca Comics & Games, dove abbiamo avuto modo di intrattenerci con il regista al quale abbiamo ricordato come, in una precedente intervista al nostro giornale, rilasciata nel 2019 in occasione della presentazione italiana del suo ultimo film, Dumbo, affermò con enfasi: «Io sono Dumbo!». Un episodio che Burton ha rievocato scoppiando in una sonora risata e aggiungendo: «Quando ero adolescente mi sentivo vicino a questo elefantino che, un po’ come me, non rientrava nei canoni della normalità. All’epoca amavo i film di mostri che mi sembravano tutti belli, e mi hanno insegnato molte cose. E, anche se ero un ragazzo, sarei potuto essere benissimo Mercoledì! Come lei vedevo infatti la vita in “bianco e nero” ed ero molto perplesso su tutto quello che mi circondava. Forse proprio per questo, anche se nei fumetti, le serie tv e i film, Wednesday è una bambina, io qui l’ho invece voluta immaginare già adolescente, alle prese con le attese della propria famiglia e quelle della scuola, una che ama stare per conto suo e ha un mondo interiore che è il suo vero centro d’interesse, ma purtroppo anche quello del suo psicoterapeuta e anche in questo, mi ci riconosco».

Ho avuto problemi di salute mentale per metà della mia vita, per questo amo il personaggio di Mercoledì
Tim Burton
Tim Burton sul set di "Mercoledì". © Netflix
Tim Burton sul set di "Mercoledì". © Netflix

Gentile, disponibile, Burton racconta e si racconta sempre con sorprendente facilità e ironia: «Ho avuto problemi di salute mentale per metà della mia vita!», ha chiosato. «Per questo amo il personaggio di Mercoledì, così chiara e diretta, sempre capace di dire cosa sente e cosa prova, anche se questo la mette nei guai con gli altri, ma questa forza semplice e tranquilla la rende un personaggio iconico che mi ha molto ispirato». Anche il tema della famiglia, centrale persino alla «Nevermore», la scuola per strambi e reietti frequentata da Mercoledì Addams, ha una valenza personale per Tim Burton per il quale la famiglia è un leitmotiv presente in ogni suo film. «La frontiera tra la realtà e la fantasia è molto fluida soprattutto per quanto concerne i ricordi e le storie che abbiamo vissuto, o sentito durante la nostra infanzia, o l’adolescenza e che hanno determinato delle convinzioni e delle rappresentazioni molto radicate che ci portiamo dietro, anche se con gli anni impariamo a vederle in un contesto più sfumato e a leggerne tutte le implicazioni», spiega. «Ad esempio all’epoca della mia adolescenza trovavo assurdo che i miei genitori soffrissero perché non eravamo l’incarnazione ideale della “famiglia perfetta” di moda all’epoca. Io invece, che adoravo le avventure della famiglia Addams, soprattutto quella dei fumetti e dei telefilm, pensavo che quella fosse una famiglia fantastica. Eppure oggi è evidente e realistico che per l’adolescente Mercoledì, essere la figlia dell’ingombrante e fascinosa Morticia, non sia facile, come pure non riesca a non sentirsi imbarazzata dalla sua “stramba” famiglia. Perché in fondo tutte le famiglie a modo loro sono “strambe” e ci si può sentire reietti anche in una scuola per reietti nei confronti dei compagni, come dei genitori. Insomma ci sono sempre dei party ai quali non si viene invitati», ha concluso Tim Burton con una buffa smorfia di rassegnazione.

Jenna è stata formidabile, senza di lei non ci sarebbe stata la serie
Tim Burton

Nella serie Mercoledì, interpretata da una perfetta Jenna Ortega, è un personaggio da brivido: iconica, ma femminile; adolescente, ma decisa; più grande di quella bambina interpretata in modo memorabile da Christina Ricci in vari film, e molto più sfaccettata come lo stesso Burton su questo aspetto ci ha rivelato: «Jenna è stata formidabile. Senza di lei non ci sarebbe stata la serie. Perché Mercoledì è sempre quella ragazzina che pensa in “bianco e nero”, ma grazie al grande lavoro di Jenna, emergono nel suo sguardo piccole sfumature che lasciano intuire come il mondo di Wednesday si stia aprendo a nuove sensazioni e sentimenti, ma il carattere iconico del personaggio resta intatto».

Sin dall’inizio della storia, il vero contraltare di Mercoledì è la madre Morticia, vista come una potente rivale e un ostacolo per l’affermazione di sé dalla figlia che, come qualsiasi adolescente, sprofonda in questo rapporto fatto di contrasti e di amore negato che solo il precipitare degli eventi riporta nella giusta luce: «Il modo di porsi degli adolescenti nei confronti dei genitori è sempre speciale, ma il legame tra madre e figlia mi affascina, forse perché vedo mia figlia e sua madre, ma sicuramente perché tra i vari problemi dell’adolescenza è quello che spesso ci portiamo dietro più a lungo e quindi ho voluto che fosse uno dei temi forti della storia». Forse anche per questo, ha spiegato Burton, ha scelto di rappresentare la «fatale» Morticia con la bellezza sensuale di Catherine-Zeta Jones, adorata dall’innamorato Gomez (Luis Guzmán), basso e grassoccio, proprio come l’incongrua coppia dei fumetti originali.

Il teaser ufficiale

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