Motori

Andretti prova a farsi spazio e spacca il mondo della F1

Il 60.enne si è accordato con Cadillac per tentare di entrare nella griglia di partenza del massimo campionato, scontrandosi con i team - Soddisfatto il presidente della FIA
Micheal Andretti, figlio dell’ex pilota Mario Andretti, è da tempo attivo nel mondo del motorsport, tra cui Indycar e Formula E. © REUTERS/Jay Alley
Maddalena Buila
11.01.2023 22:00

Tutti innamorati della Formula Uno. Il massimo campionato delle quattro ruote piace sempre di più, lo si sa. Complice, anche questo è risaputo, la serie TV prodotta da Netflix «Drive to survive». Entrare nel mondo del Circus corrisponde a un affare particolarmente interessante. Di conseguenza ci provano in tanti. Molti dei quali falliscono. D’altronde non è semplice riuscirci. In primis ci vogliono i soldi, a cui si aggiungono il prestigio, la credibilità e l’essere ben voluti. L’ultimo team a centrare l’impresa è stato l’americano Haas, a cui, nel 2026, farà eco Audi. C’è chi bussa alla porta della F1 con discrezione, non lasciando trapelare dettagli. E c’è invece chi espone apertamente le proprie intenzioni. Così ha fatto l’americano Michael Andretti, figlio dell’ex pilota Mario Andretti. Il 60.enne aveva già tentato di trovare il pertugio giusto per inserirsi nel Circus nel 2021, puntando all’acquisto della Sauber, senza però riuscire a mandare in porto il progetto. L’americano ha così deciso di saltare il fosso, cercando di entrare in griglia di partenza come team indipendente. Una decisione che ha generato diverso malcontento tra le altre scuderie e l’attuale governance della F1.

«I rivali sono solo avidi»

Ma facciamo un passo indietro. Tutto ha inizio con il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem e la sua intenzione, esposta pubblicamente, di aprire un casting per valutare nuovi ingressi in F1. «Ho chiesto al mio team di considerare un processo per selezionare potenziali nuovi team da inserire nel Mondiale di F1», aveva scritto sui social il n.1 della FIA il 2 gennaio. Solo tre giorni più tardi l’arrivo della candidatura di Andretti, presentandosi come un nuovo team insieme al CEO della General Motors, rappresentato dal marchio Cadillac, Mark Reuss. Personaggio già attivo in vari ambiti del motorsport, tra cui Indycar e Formula E, Michael Andretti ha dichiarato di voler creare una squadra tutta americana. «Possiamo portare valore alla Serie, ai nostri partner, ed entusiasmo per i fan», le parole dell’ex pilota a stelle e strisce. Il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem ha chiaramente sposato di buon grado la proposta, ben contento di ampliare la griglia di partenza. Un supporto non condiviso invece dai team rivali e dalla goverance della Formula Uno. Per Andretti, questa mancanza di collaborazione e di aiuto, è tutta una questione di avidità. «Ritengono che ci sarà una diluizione del loro premio di denaro di circa un decimo. Di conseguenza diventano molto avidi, pensando che potremmo prender loro tutti gli sponsor americani. Tutto ciò non aiuta la crescita di questo sport», ha detto il 60.enne in un’intervista rilasciata a Forbes. Per poi aggiungere: «Mohammed ha capito. È un pilota e comprende che il campionato ha bisogno di nuovi team. Ciononostante, noi rimaniamo concentrati, senza ascoltare chi ci critica negativamente».

L’amministratore delegato della F1 Stefano Domenicali si era espresso in modo piuttosto cauto sul progetto tutto a stelle e strisce. Qualche settimana fa aveva infatti spiegato a «La Gazzetta dello Sport» che «Andretti si è mosso alla luce del sole, ma ci sono anche altri candidati che lavorano dietro le quinte. Il numero massimo di monoposto è 26, ma anche con le 20 di oggi si realizzano gare eccellenti».

Il fronte degli alleati

Oltre al supporto del presidente della FIA, anche due scuderie sarebbero però a favore dell’integrazione del team di Michael Andretti e General Motors, sempre stando a quanto dichiarato dal 60.enne statunitense a Forbes. Si tratterebbe della McLaren dell’amico Zak Brown e dell’Alpine. «Zak vuole fare tutto il possibile per aiutarci a entrare in Formula Uno, e così anche Alpine. Sono due ottimi alleati», ha sostenuto l’ex pilota.

Come terminerà la faccenda è tutto da vedere. Una cosa per ora è certa: la spaccatura creatasi nel mondo della F1.