Basket

«È stato un campanello d’allarme, ora dobbiamo scacciare i fantasmi»

Alex Martino lancia gara-2 della semifinale tra SAM e Neuchâtel - Tra le donne il Riva è campione in LNB
L'allenatore della SAM Massagno Robbi Gubitosa non vuole altri passi falsi. ©CdT/Chiara Zocchetti
Mattia Meier
23.05.2023 06:00

Per uno spicchio di Ticino che festeggia, ce n’è uno che dovrà invece rimboccarsi le maniche se vorrà farlo a sua volta da qui a un mese. Nel fine settimana nella lega cadetta femminile il Riva Basket si è laureato campione di categoria: un successo che premia l’eccellente lavoro di un’ottima stagione; sempre nel weekend appena chiuso la SAM Massagno si è invece ritrovata subito sotto 1-0 nella sua semifinale con Neuchâtel. La seconda battuta d’arresto stagionale casalinga massagnese è arrivata nel momento meno propizio, facendo così di gara-2, prevista questa sera sempre a Nosedo, un crocevia importante della stagione. Sbagliarla significherebbe trovarsi sotto 2-0 con l’obbligo di sbancare due volte due una Riveraine già data esaurita per i prossimi match. Farla propria scaccerebbe invece i fantasmi di sabato riportando non solo la serie in parità, ma anche calma e rinnovata fiducia nello spogliatoio ticinese.

Voglia di rifarsi

«Dobbiamo usare il match perso come una motivazione – le parole di Alex Martino nel presentare la partita di questa sera – Non abbiamo più scuse. Sabato è stato un campanello d’allarme. Il nostro compito è quello di prenderlo come esempio e scendere in campo oggi per girare la serie e scacciare i fantasmi. Un altro passo falso non ci eliminerebbe ma ci complicherebbe non poco la serie».

Fintanto però che una squadra non arriva a quota 3 vittorie, ci sarà sempre un’altra possibilità, come ben sanno i giocatori biancorossi: «Abbiamo perso un match. Giocando poco bene ok, ma rimane pur sempre una partita singola all’interno di un turno di playoff – spiega sempre il playmaker massagnese – . In spogliatoio c’era frustrazione perché ci tenevamo a fare bene, ma conosco i miei compagni, la voglia di rifarsi sarà tanta. Questo è il momento di rimanere uniti e di non fare drammi. Abbiamo altre possibilità, dobbiamo sfruttarle. Possiamo farlo solo se il gruppo rimane solido».

La voglia però immaginiamo fosse tanta anche prima di gara-1, eppure nel primo tempo un Neuchâtel solido ma non straordinario ha dominato una SAM sulle gambe: «Io penso che abbiamo pagato il nervosismo, la voglia di fare bene, una pressione che ci siamo messi da soli. E questo ci ha tolto lucidità. Penso all’attacco, dove abbiamo tirato male anche perché poco puliti nelle esecuzioni dei giochi. Idem in difesa, anche se va detto che l’Union ha avuto percentuali che vanno al di là dei nostri demeriti difensivi. Alla fine però ce la siamo comunque giocata fino in fondo, quindi tutto male non è andato, abbiamo pagato una serata storta».

Uniti all’attacco

Che l’Union sia cliente scomodo lo ha imparato sulla sua pelle anche Vevey nei quarti. I neocastellani in questi playoff continuano ad esaltarsi e giocano a ribaltare i pronostici, malgrado una rotazione ridotta al minimo sindacale: «La loro forza sabato è stata quella di tenere per 40 minuti un ritmo costante, malgrado giochino solo in 6 – analizza in numero 5 della SAM – . Non hanno avuto grossi picchi, ma nemmeno profondi bassi. Così ci sono scappati nel primo tempo e allo stesso modo sono rimasti in partita quando li abbiamo ripresi, arrivando a gestire con più lucidità di noi gli ultimi possessi. Loro vanno rispettati, ma alla fine i nostri destini sono nelle nostre mani». Mani che quest’oggi dovranno essere più calde di quelle che hanno prodotto un 39% al tiro in gara-1 e limitato a 69 punti un attacco solitamente da 90 a partita: «Offensivamente per noi è fondamentale che ci siano più protagonisti. Sabato, per varie ragioni, solo Dusan Mladjan e Bogues hanno prodotto qualcosa. Tutti, io in primis – conclude Martino – dobbiamo fare qualcosa in più, perché offensivamente funzioniamo solo se ognuno riesce a dare il suo contributo».